La storia di Justin.tv

Video online? Attualmente c’è un quasi monopolio di YouTube, ma dieci anni fa le cose erano ancora in divenire. Alcune esperienze sono riuscite ad emergere per breve tempo e ricostruirne la vicenda a volte è illuminante per determinare l’evoluzione di internet. Sebbene non molto conosciuta in Italia, la storia di Justin.tv è una di queste. Si tratta di un’esperienza molto eloquente sul valore che attribuiamo realmente alla privacy ai tempi di internet e su quanto bisognerebbe usare più cautela che ottimismo.

justin-tv

Justin.tv, costruito nel 2007, nacque con l’idea di permettere a chiunque di condividere video online. I fondatori decisero di chiamare gli account canali e gli utenti erano incoraggiati a generare contenuto originale attraverso dei broadcast personali. La piattaforma era interamente basata su Flash.

Si trattava di una piccola startup di San Francisco, condotta da Justin Kan, Emmett Shear, Michael Seibel e Kyle Vogt. Lo sviluppo della piattaforma fu supportato da Y-Combinator.

Gli inizi del sito coincisero con l’avvio di un singolo canale, utilizzato dal fondatore Justin Kan, che divenne famoso per aver condiviso la propria vita attraverso una webcam sette giorni su sette e per aver coniato il termine lifecasting con cui descriveva la disponibilità online dell’intera vita di un individuo.

Il modo con cui ciò avveniva era un sistema che oggi ci appare “rudimentale”: una webcam. Ogni attimo della propria vita veniva registrato attraverso un cappello da baseball a cui era connessa una videocamera, a sua volta collegata ad un computer contenuto in uno zainetto. Le riprese cominciarono il 19 marzo 2007.

Alla base dell’operazione di Kan c’era un’idea molto impattante: la convinzione di aver inventato una nuova forma di intrattenimento, il lifecasting appunto, che avrebbe spinto le persone a pubblicare liberamente la propria vita online e ad assistere a quella degli altri. Dopo poco tempo, però, la realtà delle cose cambiò.

Kan divenne bersaglio di uno scherzo ben organizzato – un bersaglio molto debole visto che ogni dettaglio della sua vita era rintracciabile online. Durante una serata in casa la polizia fece irruzione improvvisa nella stanza cercando le prove di un accoltellamento. Ken capi subito che l’organizzatore del brutto scherzo non era altri che il proprio pubblico. Non era passata neanche una settimana dal lancio del progetto, che aveva comunque avuto una enorme copertura mediatica.

Il video è ancora disponibile su YouTube.

Fu subito evidente che il sogno distopico dei fondatori di Justin.tv era più che altro corrispondente ad un’immagine naïf della rete.

Eppure il progetto aveva in sé delle potenzialità. La piattaforma si diffuse ed in poco tempo divenne nota al grande pubblico.
Ma man mano che la piattaforma cresceva, aumentavano anche le criticità. La difficoltà più evidente dei fondatori emerse presto: non riuscivano a controllare ciò che gli utenti trasmettevano in diretta.

Questa incapacità creò tantissimi problemi alla piattaforma. Il caso più tragico avvenne il 19 novembre del 2008. Abraham K. Biggs, un ragazzo di 19 anni, si suicidò in diretta assumendo un quantitativo spropositato di farmaci che gli erano stati prescritti per i suoi disturbi psichici.

In un interessante articolo uscito nel 2011 su TechCruch (dal titolo “Perché fare Justin.tv è stata davvero una pessima idea, ma sono comunque contento di averla avuta”), Justin Kan scrive; “Anni fa, quando lanciammo Justin.tv, non avevamo idea di cosa stavamo facendo”.

Pochi mesi dopo questa intervista Justin.tv separa la sua sezione dedicata al gaming, una delle più amate dagli utenti, dedicandole una nuova piattaforma: Twitch.tv.

Nel 2014 Justin.tv viene chiuso e Twich e Justin.tv formano un nuovo brand, Twitch Interactive.
Il sito attualmente rediretta su Twitch.tv, una piattaforma di streaming online di video sul gaming che è oggi proprietà di Amazon ed è leader di settore.