Le fake news più famose della storia

Le fake news non sono una novità ma fanno sorridere meno delle leggende metropolitane e non sono neanche notizie involontariamente sbagliate o imprecise…
Già, perché se le leggende metropolitane possono avere talvolta del divertente e diffondersi in modo innocuo semplicemente come notizie sorprendenti, le cosiddette fake news sono invece vere e proprie notizie false che vengono create appositamente ed utilizzate come strumenti strategici per aumentare il proprio prestigio o per attirare attenzione negativa verso altri.

i wish this were fake news

Il problema è che a volte non hanno neanche le gambe corte come le bugie perché non sono facili da riconoscere e si protraggono invece a lungo, facendo sorgere anche gravi conseguenze.
In realtà la storia è piena di fake news clamorose, ma il fatto è che oggi la loro diffusione attraverso i media ha una velocità sorprendente, molto più che nel passato. Prima che si riesca a rendersi conto che una notizia è fake, questa ha avuto tutto il tempo di generare vere e proprie battaglie e polemiche globali, querelles che non finiscono mai, accesi dibattiti, conflitti…

Esempio di una recente fake news diventata un tormentone internazionale che ha lasciato strascichi anche quando l’ex presidente americano aveva già lasciato la Casa Bianca: Obama non è nato negli Stati Uniti.

Ecco, è forse questo il punto che rende soprattutto diverse le leggende metropolitane dalle fake news: la responsabilità che ci si aspetterebbe oggi dai media riguardo una corretta informazione rispetto al passato, quando invece rientra nella norma produrre un turbinio di notizie anche su basi non attendibili, senza praticamente quasi mai usare un “forse” o, in caso di dubbio, tacere, preferendo invece lanciare ai quattro venti qualunque notizia senza verificare cosa può nascondersi dietro la loro diffusione.

Basta che siano notizie, insomma, anche se infondate. Meglio poi se clamorose, perché, certe o non certe, qualcosa di certo riescono a generarlo, e nello specifico introiti, diretti o indiretti.

La donazione di Costantino

Una fake di matrice storica, quella che ci siamo tramandati per tutto il medioevo: quella che vedeva l’imperatore Costantino miracolosamente guarito dalla lebbra da papa Silvestro e che, in segno di gratitudine, si era convertito al cristianesimo e aveva donato un terzo del suo impero alla Chiesa. Ebbene: qualcosa che ha a che vedere con la “necessità” di fornire una base accettabile alle pretese papali al potere temporale, visto che poi, nel Cinquecento, Lorenzo Valla accertò che il documento era un falso. Un esempio di come una fake news possa prendere il sopravvento e il cui smascheramento non può più nulla di fronte al potere ormai acquisito…

Morte di Napoleone

Nel febbraio del 1814 una notizia sconvolgente arriva a Londra: Napoleone è morto. Anzi, è stato fatto a pezzi dai cosacchi.
Una notizia che, nonostante la mancanza di conferme ufficiali, darà subito un forte scossone alla Borsa, facendo vivere brutti momenti agli azionisti londinesi.

Messa in circolazione da un gruppo di “furbetti” per guadagnare sulla vendita di titoli governativi, la diffusione della falsa notizia ricade duramente anche su un politico e finanziere del tempo, Sir Thomas Cochrane, il quale continuò a dichiararsi innocente e al di fuori della truffa, la cui condanna viene fatta risalire ai suoi oppositori politici per incastrarlo e toglierlo di mezzo.
Un bell’esempio di fake a ricaduta multipla, quindi.

Il Great Moon Hoax, la grande bufala della luna

Nell’estate del 1835 migliaia di persone iniziano a leggere con stupore il primo di una serie di articoli che descrivono per filo e per segno come il paesaggio della Luna sia una specie di paradiso rigoglioso e incontaminato, popolato da animali di ogni specie, compresi unicorni azzurri e uomini pipistrello.

Ad averne la prova, il dott. Andrew Grant, assistente del noto astronomo John Herschel, figlio dell’altrettanto illustre William Herschel, scopritore di Urano, che aveva riportato a sua firma sulle pagine del “New York Sun” le incredibili scoperte fatte dal suo maestro con il suo potente telescopio.
Peccato non esistesse nessun Andrew Grant.

Ci vorranno diversi anni prima che tutti si convincano che John Herschel fosse completamente all’oscuro della faccenda e che si trattasse di una bufala, poi passata alla storia come “La grande Burla della Luna”, messa forse in atto (ma anche questa potrebbe trattarsi di una fake news…) dal reporter Richard Adams Locke per aumentare la tiratura del giornale presso il quale lavorava.

Un esempio di bufala persistente: moltissimi altri giornali parlarono della grandiosa scoperta, la notizia venne diffusa anche dall’Accademia delle scienze francese e ne furono fatte diverse pubblicazioni, compresa una divenuta piuttosto popolare in Italia.
Di positivo, un gran numero di illustrazioni fantastiche ad opera degli artisti del tempo e senza dubbio un buon modo per sviluppare la fantasia dei lettori.

L’uomo di Piltdown

Ci vorranno più di quarant’anni per riconoscere che l’ominide a cui era stato dato il nome di Eoanthropus dawsoni non era l’anello mancante dell’evoluzione dell’uomo ma semplicemente un falso realizzato combinando la mandibola di un orangutan con frammenti di cranio di un semplice umano moderno.

Una bufala paleoantropologica che coinvolse tutta la comunità scientifica e che è ancora immortalata dal monumento “in memoria della scoperta di Dawson” collocato nel 1938 sul luogo del presunto ritrovamento a Piltdown, in Inghilterra.

Una bufala alla quale si devono centinaia e centinaia di pubblicazioni, la deviazione per molti anni degli studi sull’evoluzione umana verso campi completamente errati, dispute e diatribe di ogni genere, comprese dimostrazioni razziste che per lungo tempo rafforzarono la convinzione che i popoli con la pelle scura fossero meno evoluti di quelli europei.

Scopo: ottenere prestigio personale e dare un posto d’onore alla propria nazione nel quadro delle scoperte.

I protocolli dei Savi di Sion

Un piano segreto ordito dagli ebrei per impossessarsi di tutte le ricchezze del mondo: questo il falso poi smascherato dall’inchiesta del “Times” del 1921 che mise in luce che il presunto resoconto di alcune sedute segrete tenutesi a Basilea nel 1897 e che, appunto, riguardavano un piano di dominio mondiale da parte degli Ebrei, fosse in realtà stato scritto nel 1903 dalla polizia segreta zarista, scopiazzando per lo più, in chiave antisemita, uno scritto del 1864 contro Napoleone III.

Un testo ripubblicato più volte nel tempo e che da alcuni viene considerata la prima opera della moderna letteratura complottista.

Un falso che diede un grande aiuto alla propaganda fascista e di estrema destra per diffondere e consolidare l’idea antisemita e le cui conseguenze continuano ancora oggi a sentirsi, visto che in molti Paesi i protocolli dei Savi di Sion continuano ad essere riconosciuti come autentici.

Obama non è nato negli Stati Uniti

Tra le fake news più recenti, quella che ha messo in discussione il luogo di nascita di Barack Obama, dettaglio non di poco conto per i presidenti degli Stati Uniti, visto che secondo la costituzione tutti i capi di Stato debbono essere nati su suolo nazionale.

Uno dei cavalli di battaglia della campagna elettorale di Trump, la presunta nascita di Obama in Africa, e precisamente in Kenia, che aveva l’intento di metterne in discussione la legittimità quale presidente e che aveva trovato terreno fertile già dalle prime illazioni circa il luogo di nascita dell’allora senatore Obama durante la campagna elettorale di Hilary Clinton.

Essendo piuttosto recente, una fake news che ha trovato un buon campo di battaglia sui social, dove le battaglie si fanno virali, ed ecco infatti che oggi, data l’incredibile accelerazione della diffusione in rete, sempre più si sono moltiplicati anche i siti di factchecking e di debunking, ovvero siti “verificatori di fatti” dedicati a smascherare le bufale sul web.

Il controverso luogo di nascita di Obama ha visto nel tempo la pubblicazione in rete di vari documenti. Siamo infatti passati dal certificato attestante la nascita dell’ex presidente ad Honolulu, nelle Hawaii, pubblicato dall’entourage Obama (da qualcuno aperto poi con Illustrator e da quel momento considerato un falso dai cosiddetti birther), al certificato pubblicato addirittura poco tempo fa dal fratellastro di Barack Obama che, con tanto di impronta di piedino di neonato, fa invece risalire la nascita dell’ex presidente a una località keniota…

Una polemica insomma che non sembra acquietarsi neanche adesso che Obama ha lasciato la Casa Bianca e che ha visto nel tempo ritorni improvvisi ed eclatanti, ad esempio quando Trump, nel 2013, aveva considerato particolarmente “strana” la morte improvvisa in un incidente aereo della funzionaria dello stato delle Hawaii che aveva autenticato il certificato di nascita di Obama, quando invece tutti gli altri passeggeri erano sopravvissuti alla tragedia.

Poi, un bel giorno del 2016, Trump ha fatto retromarcia, ammettendo che Barack Obama è nato negli Stati Uniti. Punto.

Ci sarebbe da chiedersi se anche dietro questa improvvisa chiusura di partita ci sia qualcosa…

Alessandra Buschi