Un’economia senza intermediari: da Amazon ad Airbnb, ecco come la Rete ha accelerato la disintermediazione

In una società in cui ormai tutto o quasi tutto è acquistabile online, sia beni materiali che servizi, ci si chiede sempre più spesso se alcune figure intermediarie siano ancora necessarie.

L’evoluzione di internet prosegue in maniera molto rapida e ha dato una spinta al processo di disintermediazione, aumentando la percezione che gli utenti possano fare tutto in completa indipendenza. Si sta andando sempre più verso un’economia, ma anche una società, senza intermediari e questo può non essere sempre un bene.

disintermediazione - tablet

Cos’è la disintermediazione

Genericamente, quando si parla di disintermediazione, ci si riferisce all’eliminazione di tutta una serie di attori, detti intermediari, che prima dell’avvento di internet avevano un ruolo attivo nelle compravendite di beni e servizi.

Gli intermediari rappresentano tutte quelle persone che mettevano in contatto il produttore di beni e servizi con l’acquirente finale e viceversa. Una figura che rappresentava, in un passato in cui le comunicazione erano più complicate e i mezzi di collegamento più obsoleti, un elemento necessario, che faceva da tramite e metteva in contatto venditore e compratore. E’ di facile intuizione come l’avvento di internet, il cambiamento nei processi di comunicazione e la globalizzazione stessa abbiano portato ad avere pian piano sempre meno bisogno di intermediari.

Questo è vero per quasi tutti i settori. Un esempio sono le agenzie di viaggio. Mentre 20 anni fa era necessario rivolgersi a loro per organizzare vacanze e spostamenti, ora quasi sempre è sufficiente avere una linea Wi-Fi a disposizione e un dispositivo mobile per acquistare dei biglietti aerei, prenotare gli alberghi e organizzare il proprio viaggio. Ma non solo.

I colossi come Amazon o eBay hanno sicuramente avuto un ruolo importante nel processo di disintermediazione. Mettendo direttamente in contatto nella loro piattaforma venditori e acquirenti hanno potuto abbattere i costi e immettersi nel mercato con dei prezzi di prodotti spesso molto bassi e concorrenziali.

Questo ha fatto sì che il fenomeno pian piano si espandesse a macchia d’olio, andando ad interessare tantissimi settori. L’eliminazione di distributori e rivenditori ha permesso alle aziende produttrici di tagliare i costi, vendere a prezzi più contenuti e allo stesso tempo aumentare notevolmente i profitti.

Settori in cui si è assistito al fenomeno della disintermediazione

La disintermediazione è un fenomeno che ha interessato quasi tutti i settori della vita economica e sociale. Tra quelli che ne sono stati maggiormente colpiti, oltre al settore turismo e a quello degli acquisti, troviamo l’intrattenimento. Musica, cinema ed editoria sono state investite appieno da questa ondata, costringendo ad una revisione quasi totale della loro diffusione.

Il problema principale è stato ed è tuttora quello della pirateria e della condivisione online non autorizzata di film, brani musicali ed ebook, che ha dato un bello scossone al mercato. Ricorderete tutti la chiusura e il fallimento del colosso americano del noleggio di film in cassetta, Blockbuster. In questo caso la disintermediazione ha portato ad un cambiamento radicale e alla costituzione di nuovi attori come Spotify o le piattaforme di sefpublishing per gli ebook, che scuote il mondo dell’editoria, costringendolo a correre ai ripari per non perdere fette di mercato importanti.

Aspetti positivi e negativi della disintermediazione

Dal punto di vista del compratore, la disintermediazione ha sicuramente significato un accesso più favorevole a beni e servizi, che online venivano a costare sempre meno. Ma c’è un rovescio della medaglia, la disintermediazione ha anche dei risvolti negativi.

Il primo è sicuramente quello di lasciare il potere in mano a pochi. Amazon, Apple, Uber, Google, Facebook, AirBnB sono tutti soggetti che detengono uno straordinario potere e se ci pensiamo bene possono essere considerati dei nuovi, enormi e potenti intermediari.

Un altro grosso problema è quello dell’informazione. Senza mediatori o intermediari non c’è nessuno che controlla il flusso delle notizie. Sicuramente la disintermediazione ha dato potere e libertà all’utente, ma spesso senza una guida si è facili prede di fake news e di cattiva informazione. Le notizie che si trovano in rete sono milioni, alcuni pensano che questa sia la vera libertà, poter scegliere le notizie a cui credere e a cui dare importanza, ma in realtà il rischio è che questa information overload, senza una mediazione adeguata, porti ad una totale disinformazione.