Le forze competitive di Michael Porter
Michael Porter: negli ultimi decenni uno dei personaggi più influenti nel mondo delle strategie manageriali, autore di moltissimi libri ed articoli sull’argomento, professore alla Harvard Business School e direttore dell’Institute for Strategy and Competiveness, fondato nel 2001 a Boston per promuovere il suo lavoro e la sua ricerca.
Uno studioso di economia, ma innanzitutto un pensatore, vista l’importanza che egli stesso dà alle idee quale potente strumento per cambiare la società.
Idee e concetti che da sempre Porter sostiene debbano svilupparsi nella pratica, partendo da un’attenta osservazione di ciò che accade attorno a noi in ogni ambito.
Obiettivi per costruire non soltanto vantaggi competitivi per quanto riguarda le aziende, ma anche approcci strategici relativi a problemi sociali, come la sanità, l’ambiente e la responsabilità, che gli hanno procurato riconoscimenti da parte di imprese, governi, aziende non profit e circuiti accademici di tutto il mondo.
Porter ha sviluppato un sistema strategico pensandolo come un vero e proprio strumento per le imprese, utile per valutare la propria competitività in base ai punti di forza e di debolezza e quindi migliorare l’efficacia operativa dell’impresa stessa, perseguendo strategie atte a creare e mantenere un vantaggio competitivo rispetto alla concorrenza.
Un modello, quello delle “cinque forze competitive di Porter”, o della concorrenza allargata, che può essere applicato a qualsiasi segmento dell’economia, valutando l’intensità della concorrenza, il potere contrattuale di clienti e fornitori e la minaccia rappresentata da prodotti sostitutivi e da potenziali concorrenti.
Queste, in sintesi, le cosiddette “cinque forze di Porter”:
- i concorrenti diretti: ovvero la concorrenza già esistente che offre sul mercato la stessa tipologia di bene o servizio offerto dall’impresa;
- i fornitori: coloro da cui l’azienda acquista materie prime e semilavorati per il proprio processo produttivo;
- i clienti: gli acquirenti dei beni o servizi offerti dall’azienda;
- i concorrenti potenziali: i nuovi soggetti che potrebbero entrare nel mercato dell’azienda ed aggiungersi alla concorrenza già esistente;
- i produttori di beni sostitutivi: i soggetti che potrebbero immettere sul mercato prodotti o servizi diversi da quelli proposti dall’azienda pur soddisfacendo gli stessi bisogni dei clienti.
Cinque forze che, se individuate e analizzate, permettono di avere un quadro preciso della posizione competitiva di un’azienda e consentono di poter agire di conseguenza con comportamenti e atteggiamenti volti a migliorarne la capacità di posizionarsi all’interno del suo settore, alle quali successivamente Porter ha aggiunto anche la forza rappresentata dai produttori di beni complementari e le agenzie governative e gli enti regolatori.
Un’analisi, quella di Porter, che ha sostanzialmente avviato una rivoluzione nel campo della strategia manageriale, a cui ha contribuito un altro suo determinante modello, quello conosciuto con il nome di “diamante di Porter” che può essere utilizzato per individuare i fattori che possono portare al successo una nazione in un particolare settore e di cui un esempio davvero esplicativo è rappresentato dalla moda made in Italy, che grazie al modello da lui sviluppato si è affermata a livello internazionale.
Alessandra Buschi per Web Crew