Vita da fantasma: il ghostwriting raccontato dalla scrittrice Alice Basso

Il sottobosco del ghostwriting è davvero intricato. Intricato e, per forza di cose, misterioso e oscuro.
Tralasciando il campo della scrittura in rete, che senza dubbio è la patria dei redattori fantasma di articoli per blog e riviste (un lavoro nascosto ma nello stesso tempo alla luce del sole, quello delle tante firme nascoste dietro il nome “redazione”), diversi sono gli esempi di ghostwriter di libri anche famosi che sono usciti allo scoperto, anche se in realtà i più restano nell’ombra. Il content marketing, insomma, ha da sempre a che fare con i ‘ghost’.

Alice Basso

Al di là di tutte le osservazioni che si potrebbero fare sul ruolo etico di questa pratica e dell’importanza che essa abbia nell’editoria (il dubbio sull’autenticità di moltissimi dei testi che vengono oggi pubblicati è più che lecito, infatti), non si può non riconoscere che un ghostwriter, per essere un buon ghostwriter, debba avere grandissime doti e capacità.
Ovviamente saper scrivere, ma anche riuscire a entrare talmente bene nello stile di qualcun altro da far passare un’opera come veramente uscita dalla penna di un dato scrittore.

Senza dubbio creativi. Senza dubbio con doti di perspicacia e di empatia ed anche capacità di ricerca.

Ecco: almeno un po’ di quello che possiede, in modo smisurato, Silvana “Vani” Sarca, l’eccentrica e geniale ghostwriter nata dalla felice penna di Alice Basso, che si è presentata al pubblico nella sua prima avventura con L’imprevedibile piano della scrittrice senza nome, edito da Garzanti, seguito poi (almeno per il momento) da altre due inevitabili avventure: Scrivere è un mestiere pericoloso e Non ditelo allo scrittore.

Ovvio: un personaggio nato dalla fantasia di un’autrice, anch’essa, come la sua eroina, immersa nel mondo dei libri come traduttrice, editor e valutatrice per diversi editori.
Un personaggio, quello di Vani Sarca, delineato alla perfezione, raccontato con uno stile davvero accattivante, con le sue battute intelligenti e sarcastiche, sempre pronte in maniera invidiabile, e con una dose talmente alta di empatia da non poter far altro che quel mestiere: mettersi nei panni degli altri e scrivere al posto di altri.

Ghostwriting

Il suo saper entrare nella mente delle persone in modo così speciale, attirerà l’attenzione di quello che si potrebbe definire il commissario che riunisce in sé i connotati dei più grandi investigatori della letteratura, che le chiederà di collaborare per le indagini più difficili, quelle che potrebbero essere risolte soltanto da una ghostwriter del suo insolito spessore.
Una scrittura in prima persona che lascia più volte, soprattutto chi conosce il mondo dell’editoria, con il sorriso sulle labbra. Uno stile scorrevole e dinamico, con cui Alice Basso ha saputo intrecciare in modo sapiente vicende, pensieri ed emozioni che un mestiere del genere comporta.

Un personaggio che alla fine riesce a beneficiare del suo talento, come hanno potuto fare alcuni ghostwriter che, nella realtà, si sono portati allo scoperto.
Tra questi, Andrew Crofts, che praticamente ha visto molte delle “sue” opere arrivare in cima alle classifiche di vendita in molti paesi, e che senza imbarazzo rende pubblici i suoi cospicui guadagni.

Di altri, storici, come ad esempio Lovecraft, uno dei grandi scrittori che ha dato un contributo importante al genere narrativo della fantascienza e dell’horror, sappiamo che, per riuscire a vivere del suo talento, lavorò come “revisore” a un numero davvero esorbitante di racconti e libri pubblicati a firma di altri.

Molti i lati particolari di questo mestiere. Tra questi, il fatto che non vi siano molti contatti tra ghostwriter stessi, e la cosa sembra abbastanza ovvia, essendo un lavoro che tutti sanno esistere ma che per lo più deve rimanere nel silenzio. A meno che, in alcuni casi particolari, l’intervento su una stessa firma (e non sono rari i casi di scrittori in realtà inesistenti, di pura invenzione) venga svolto “a più mani”, proprio da un team che scrive utilizzando lo stesso stile.

Talvolta figure che svolgono mansioni di editing (e anche qui: non sempre riconosciute, in quanto alcuni personaggi pubblici non vogliono far sapere che il loro best seller sia stato editato da qualcuno), oppure correttori di bozze o valutatori dei manoscritti che arrivano alle case editrici. Altre volte, figure che hanno delle vere e proprie agenzie, di cui adesso pullula il web.

Alcuni scrittori dichiarati, altri invece personaggi che rimarranno sempre nell’ombra, senza mai esporsi con opere a loro nome. Ad ogni modo, gente che sa scrivere.

Alessandra Buschi per Web Crew – Growth marketing