Di quando Lovercraft faceva il ghostwriter

Lo scrittore Howard Phillips Lovecraft si può considerare a tutti gli effetti come uno dei primi ghostwriter della storia della scrittura, oltre che come uno dei maggiori autori di letteratura horror-fantasy. Non a caso il suo nome viene accostato spesso a quello di un altro grande autore come Edgar Allan Poe.

Purtroppo Lovecraft non ha goduto di grossa fortuna in vita. Molti suoi scritti sono stati pubblicati postumi e si è trovato ad affrontare numerosi rifiuti da parte degli editori. Data le difficoltà economiche in cui versava, decise prima di accettare un incarico come revisore di manoscritti e poi diversi incarichi come ghostwriter.

Il lavoro da ghostwriter per Houdini

Lovecraft è stato il ghostwriter del famoso illusionista Harry Houdini e ha scritto per lui un saggio, intitolato Il cancro della superstizione. Il saggio completo è stato rinvenuto solo nel 2016. Fino al ritrovamento occasionale in un negozio per illusionisti di Chicago, ne era stata stampata solo una parte nel 1966 in una raccolta dal titolo The Dark Brotherhood and Other Pieces.

Il saggio completo è lungo 31 pagine ed era tra le cose di Beatrice Houdini, vedova dell’illusionista, e del manager Edward Saint. Il manoscritto è diviso in tre parti (La genesi della superstizione, La diffusione della superstizione e La fallacia della superstizione) e tratta di argomenti come il culto dei morti, il cannibalismo e i lupi mannari.

Non si tratta in realtà neppure dell’unico incarico affidato a Lovecraft da Houdini, che conosceva gli argomenti cari allo scrittore. I due avevano qualche interesse in comune e l’illusionista aveva scelto con cura la penna a cui affidare i suoi scritti.

Oggi, infatti, Lovecraft è considerato il precursore dell’horror fantascientifico e i suoi testi hanno ispirato uno scrittore come Stephen King.

Proprio a causa di una certa affinità, il lavoro tra l’illusionista e lo scrittore era iniziato prima del saggio con la commissione di un articolo contro l’astrologia e di un racconto intitolato Sotto le piramidi. Il protagonista del racconto era proprio Houdini alle prese con una visita archeologica alle piramidi egiziane. Durante la visita, il povero illusionista viene ingannato dalla sua guida e finisce in un buco nel terreno vicino alla Sfinge.

Il racconto è stato pubblicato da Mondadori all’interno di una raccolta intitolata Tutti i racconti 1923-1926 di Howard Phillips Lovecraft.
La fama postuma raggiunta dallo scrittore gli ha permesso di uscire dall’ombra, in cui dovrebbe rimanere un ghostwriter, per fare la sua comparsa sulla copertina dei libri scritti per gli altri.

Ghostwriting

I romanzi su commissione

Oggi la figura del ghostwriter trova impiego in diversi settori, dalla stesura di discorsi pubblici alla redazione di manuali tecnici, dalla composizione di romanzi alla scrittura di biografie e saggi. In questo senso, Howard Phillips Lovecraft è stato davvero un precursore perché la sua attività non si è limitata al rapporto con Houdini.

Sono almeno tre i romanzi/racconti che ha scritto per altri committenti che gli hanno fornito in alcuni casi solo una piccola idea. Il tumulo, per esempio, è un racconto dell’orrore che fa parte di una serie di tre racconti scritti in collaborazione con l’autrice Zealia Brown-Reed Bishop.


I racconti sono comparsi a nome della scrittrice, ma l’apporto di Howard Phillips Lovecraft è considerato così importante da far parlare di attività di ghostwriting. Di fatto, lo scrittore fantasma traduce in parole le idee del committente. Quest’ultimo può avere solo un’idea o una trama non scritta oppure può aver elaborato una traccia scritta. Spetta poi al ghostwriter organizzare il materiale trasformandolo in un racconto o in un libro.


Ebbene, è proprio questo il lavoro fatto da Howard Phillips Lovecraft con il racconto Il tumulo. L’idea fornitagli da Zealia Bishop era la seguente: “C’è un tumulo indiano che si dice sia abitato da un fantasma senza testa. Talvolta sembra una donna”.


Nel caso invece de Il diario di Alonzo Typer, il lavoro di ghostwriting è consistito nel rimaneggiare un manoscritto originale fornitogli dal suo committente. Il risultato finale è un racconto che ha mantenuto l’intreccio di base del suo cliente (William Lumley) e alcune sue invenzioni.


Il lavoro di Howard Phillips Lovecraft è sicuramente un perfetto esempio di come dovrebbe agire uno scrittore fantasma, mettendo in parole le idee del suo committente senza snaturarle, ma usandole per costruire romanzi, racconti, saggi e biografie usciti dalla penna di un vero scrittore. In fondo lui stesso dichiarava in una sua lettera a Zealia Brown-Reed Bishop:

Per il vero scrittore il linguaggio non è casualità o strumento utilitaristico, bensì la congiunzione del marmo e dello scalpello di uno scultore, per mezzo della quale scolpire oggetti di perfezione e bellezza assolute.

Rina Zamarra