L’avvincente storia della Apple Computer

Alzi la mano chi di noi non ha mai visto un dispositivo contrassegnato dalla celebre mela, il simbolo che ha dato il nome alla Apple e che rende questa azienda nota in tutto il mondo. Partendo dai primi computer, fino ad arrivare agli ultratecnologici lettori mp3, portatili, smartphone e tablet, possiamo davvero affermare che l’azienda californiana è riuscita ad affermarsi, se non in modo esclusivo al primo posto, sicuramente sul podio della classifica tra i colossi dell’elettronica mondiale. Il merito, oltre al talento fuori dal comune delle menti geniali al servizio della Apple, è da ricercare anche nella storia che ha reso questa azienda così importante nel corso degli anni, partendo proprio dall’intuizione del suo padre fondatore, Steve Jobs.

steve jobs

Gli albori della Apple sono legati alla collaborazione tra due grandi personalità, Steve Jobs e Steve Wozniak. Siamo negli anni ’70 e i due, che già hanno condiviso molte ore tra i banchi di scuola, cominciano a muovere i primi passi nel mondo dell’informatica.
Wozniak, giovane hacker squattrinato, non ha ancora abbastanza soldi per potersi permettere una CPU degna di essere chiamata tale, poiché gli unici modelli a disposizione, lanciati da Intel e Motorola, costano davvero troppo per le sue tasche. È così che decide di risolvere il problema in modo decisamente creativo, ovvero mettendosi a progettare da solo qualcosa di innovativo, ma soprattutto economico.

Nel giro di poco tempo viene al mondo il chip 6502, lanciato in commercio dalla MOS Technologies per la vantaggiosa cifra di 25 dollari. Al neonato chip, viene aggiunto un innovativo linguaggio di programmazione ed un vero e proprio computer sul quale installarlo, basandosi sostanzialmente sul modello già esistente della Motorola.
Durante una presentazione al pubblico più esperto dell’Homebrew Computer Club, Wozniak incontra il suo vecchio amico Steve, che, affascinato dal progetto, decide di prenderne parte. È così che i due cominciano a lavorare in modo sempre più concreto alla nuova macchina, fino a dare vita alla primissima Apple I, nel 1976.

Le novità introdotte da Wozniak e Jobs, rispetto ai computer già esistenti, riguardavano soprattutto la possibilità di visualizzare il contenuto della macchina attraverso uno schermo, oltre alla presenza di un lettore a cassette, per l’inserimento e il salvataggio di dati e software.
L’Apple I viene acquistato da un negozio locale di informatica per 500 dollari al pezzo, dietro un ordine di ben 50 computer. Per poterli realizzare tutti, i due amici si impegnano davvero moltissimo, sia in termini di tempo che di risorse economiche, arrivando ad assemblare il tutto nel garage degli Jobs con i pochi strumenti a disposizione. Per ridurre al minimo i costi, inoltre, decidono di non vendere il computer con il telaio di rivestimento, lasciando agli acquirenti il compito di alloggiarli all’interno di un telaio, scelto in base ai propri gusti e alle proprie tasche.

Tuttavia, l’estrema semplicità negli “ingredienti” non influisce in alcun modo sulla qualità della macchina, che riscuote un enorme successo. Il guadagno ottenuto dalla vendita dei 200 esemplari totali dell’Apple I consentono a Wozniak e Jobs di mettere a punto un nuovo modello, decisamente più innovativo.
All’inizio della progettazione della prima macchina, i due avevano già richiesto la collaborazione di un finanziatore esterno, il quale però decide di non accettare il passo in avanti. Ecco che l’informatico Mike Markkula, ex dipendente della Intel, elargisce ben 250.000 dollari nell’impresa dei due giovani amici, creando un marchio completamente esclusivo nel 1976, anno in cui nasce ufficialmente la Apple Computer.

apple

L’innovazione più grande offerta dalla nuova macchina è rappresentata dalla possibilità di visualizzare anche una grafica a colori in aggiunta al solo testo, tipico degli altri computer in circolazione. Inoltre, tutti i computer vengono venduti con una tastiera ed un telaio pronti all’uso.
Il taglio con il passato è evidente, non solo nelle caratteristiche del prodotto, ma anche nell’adozione di un nuovo logo, che rimarrà pressoché invariato nel corso degli anni. Parliamo della celebre mela morsicata, nata alla fine degli anni ’70 con i colori dell’arcobaleno invertiti.

A partire dagli anni ’80, la Apple Computer ha iniziato a rivestire un ruolo di grande importanza nella creazione dei primi personal computer, minacciata solo dall’entrata nel settore della macchina prodotta da IBM, altro colosso dell’informatica.
Nonostante l’effettiva superiorità del PC di Jobs e Wozniak, IBM riesce a conquistare una maggiore fetta di mercato, probabilmente per via della pregressa notorietà dell’azienda al grande pubblico. Per questo motivo, la Apple Computer decide di puntare al rilancio con un nuovo prodotto, con l’Apple III, che tuttavia si rivela nel giro di poco tempo un vero flop.

L’azienda, allora, decide di basarsi sul progetto moderno ed innovativo messo a punto dalla Xerox, chiamato Xerox Alto, in grado di sfruttare per la prima volta nella storia una connessione ethernet. Da questa decisione nasce così Lisa, il nuovo personal computer della Apple, dotato di un mouse e di innovative icone e finestre, in grado di semplificare l’utilizzo. Tuttavia, a causa del prezzo decisamente elevato e dell’estrema rottura rispetto alle macchine dell’epoca, Lisa non convince e la sua produzione viene abbandonata nel 1986.

Jobs, nello stesso periodo, inizia a lavorare su un progetto parallelo, chiamato Macintosh, che viene presentato ufficialmente il 24 gennaio 1984 durante il diciottesimo SuperBowl, evento seguitissimo dal pubblico americano. La rivoluzione annunciata dallo spot non tarda a mostrare i suoi frutti. Sempre più persone, infatti, scelgono di acquistare un computer anche per fini non espressamente lavorativi. Inoltre, un altro grande colosso dell’informatica, Bill Gates, acquista una licenza da Jobs per mettere a punto la prima versione di Microsoft Windows per le macchine IBM.

Con l’entrata nel settore commerciale della Microsoft, la Apple si avvia verso un momento di grande declino, finché nel 1985 Wozniak prima e Jobs subito dopo decidono di abbandonare l’azienda, a causa di profondi contrasti con l’amministratore delegato John Sculley.
Nel frattempo Steve Jobs fonda una nuova compagnia, la NeXT, contribuendo anche personalmente alla nascita degli studi di animazione digitale Pixar.
La Apple, invece, continua a collezionare un fallimento dopo l’altro, finché, nel 1996 decide di acquistare la nuova società di Steve Jobs per 400 milioni di dollari, sfruttando il sistema operativo NEXTSTEP sulle macchine Apple. È così che Jobs può finalmente ricominciare a lavorare ai suoi progetti originari, mettendo a punto l’innovativa linea di personal computer iMac.

La scelta si rivela incredibilmente azzeccata, tanto che la Apple risorge dal baratro, puntando soprattutto alla realizzazione autonoma dei dispositivi materiali e del loro contenuto informatico, fattore che ha sempre rappresentato una grande svolta per il mercato.
Il compromesso per tornare a galla è rappresentata soprattutto dall’accordo che Jobs sottoscrive con Bill Gates della Microsoft, cedendo all’azienda rivale il 7% delle azioni della Apple e chiedendo in cambio l’ottimizzazione di programmi come Internet Explorer e Office anche per le proprie macchine.

Nel 1997 Steve Jobs diventa il nuovo amministratore delegato della Apple, preparandosi ad apportare importanti modifiche nella gestione dell’azienda. Il primo passo è quello di abolire la fabbricazione e la progettazione di qualsiasi dispositivo che non fosse relativo al mondo dei personal computer.
Un’altra grande innovazione riguarda la messa a punto del sistema operativo Mac OS X, basato sul precedente NEXTSTEP.

Il nuovo millennio inaugura la stagione d’oro della Apple che si impone nel mercato mondiale con pochi ma eccellenti prodotti, partendo dall’intramontabile iMac, fino ad arrivare al primo smartphone, l’iPhone, e il più famoso lettore mp3, l’iPod, che vengono ancora oggi venduti negli Apple Store sparsi in tutto il mondo.
Tuttavia, proprio quando riesce finalmente a godersi il meritato successo, Steve Jobs muore all’età di 56 per un tumore al pancreas, il 5 ottobre 2011, lasciando le redini dell’azienda ai successori, che continuano a portare avanti in maniera eccellente il lavoro di una delle menti più geniali della storia dell’informatica.