Come funziona l’algoritmo di Facebook

E’ ormai un’abitudine quella di scorrere la home page del nostro profilo Facebook – e di molti altri social network – per poter leggere le ultime notizie pubblicate dagli amici e, perché no, per sbirciare sui loro profili personali, senza visitarle direttamente.
Il nome di questo utile strumento è News Feed, ovvero una carrellata di notizie più o meno recenti, introdotta nel 2006 da Zuckerberg. Ma vi siete mai chiesti sulla base di quale criterio vengono selezionati post ed inserzioni far comparire sulle nostre home?

Sicuramente non c’è nessun operatore disposto a smistare tutte le notizie visualizzabili da ogni singolo utente iscritto al social newtork. Dietro a tutto questo c’è invece un calcolo piuttosto complesso, denominato in origine EdgeRank, termine sostituito in seguito quando l’algoritmo di Facebook ha implementato nuovi e più elaborati parametri.

Ma al di là del nome, il modo in cui l’algoritmo del social ordina i contenuti è fondamentale per allestire strategie di Facebook Marketing efficaci.

facebook people

Nel corso degli anni questo delicato sistema non ha cambiato solo il nome, ma soprattutto le variabili sulle quali si basa la selezione delle notizie. Per comprenderne il funzionamento attuale, bisogna ripercorrerne, almeno un po’, la storia.

Le origini di Facebook: relazioni e partecipazione al centro di tutto

Nel 2008 Facebook era stato creato come strumento per mettere in contatto e facilitare le relazioni tra amici e parenti sparsi per il mondo. Il cuore del social erano quindi i rapporti tra persone a cui si tiene davvero per avvicinarle virtualmente.

Partendo dagli albori del social network più famoso del mondo, il numero degli utenti era abbastanza limitato, per cui anche le interazioni non erano poi così frequenti. Per questo motivo, ogni notizia veniva tranquillamente mostrata agli utenti al loro accesso, senza alcun tipo di selezione. Con il passare degli anni, Facebook ha ottenuto un numero sempre più elevato di iscritti, rendendo necessario uno smistamento delle interazioni da parte degli utenti.
EdgeRank, una passata versione dell’algoritmo di Facebook, è stato il promotore di questa innovazione, cominciando a selezionare in modo assolutamente personalizzato per ciascun iscritto quali post visualizzare nella home page. I fattori, meglio definiti come variabili, che influenzavano il sistema erano: affinità, peso e tempo di decadimento. I tre parametri di EdgeRank sono ancora oggi applicati assieme a molti altri nel più elaborato algoritmo attuale di Facebook.

Affinità può essere inteso come il risultato dell’intensità degli scambi e delle interazioni tra il proprietario del profilo e gli altri iscritti. Cercando di spiegare il significato dell’affinità in termini più semplici, pensiamo per esempio all’amico “virtuale” con il quale ci scambiamo più spesso “mi piace”, commenti e post. Maggiori saranno le interazioni con il profilo di questo amico, maggiori saranno le probabilità che le sue notizie compaiano sulla nostra home page. Un aspetto molto curioso di questa variabile è la sua unidirezionalità. Non è detto, infatti, che se i post di questo amico compaiono tra le nostre News Feed, al tempo stesso anche sulla sua pagina avvenga lo stesso.

Per quanto riguarda invece il peso, bisogna prima di tutto considerare che non tutti i post pubblicati hanno la stessa valenza dal punto di vista dimensionale. Un post costituito di sole parole sarà meno “pesante” di uno contenente un link, una fotografia oppure un video. Al tempo stesso, il numero di “mi piace”, commenti e condivisioni relative al post, vanno ad aumentare il peso.

Infine, dobbiamo parlare anche del cosiddetto “Tempo di decadimento”, ovvero il tempo trascorso dalla pubblicazione o dalle interazioni relative al post.
Il nuovo algoritmo di Facebook, invece, tiene conto di maggiori fattori, oltre a quelli appena elencati, che vanno notevolmente a migliorare il sistema di selezione dei post da visualizzare nella home page di ciascun utente.
In particolare, considera anche il tipo di post con i quali ogni iscritto è solito interagire. Questo vuol dire che se l’utente preferisce visualizzare, commentare o condividere dei video, le News Feed saranno costituite in maggior misura da post affini.

Allo stesso tempo, il nuovo algoritmo prende in esame il rapporto tra la quantità di utenti che realmente interagiscono con un post e quelle che lo visualizzano. Questi due aspetti, infatti, non sono necessariamente correlati, perché alcune persone possono scegliere di mettere “mi piace” ad una fotografia, senza effettivamente aprirne l’anteprima. Se molte persone che visualizzano un post interagiscono con un “mi piace”, un commento o una condivisione, ci sono maggiori probabilità che quel post compaia tra le notizie degli utenti.
Oggi Facebook è anche in grado di capire da quale tipo di dispositivo ci colleghiamo più spesso. Se usiamo con maggiore frequenza lo smartphone, magari con una connessione mobile, potrebbe evitare di far comparire tra le notizie recenti quelle troppo “pesanti” da sostenere con il nostro mezzo di comunicazione.

facebook

Avete mai sentito parlare di “story bumping”? Questa altra grande novità dell’algoritmo di Facebook consente agli utenti meno attenti di visualizzare alcuni post che magari non sono stati visualizzati al momento della pubblicazione. Chiaramente questo accade per quegli aggiornamenti che, nonostante siano passate ore o giorni, continuano a ricevere numerose interazioni.
Un altro termine interessante invece è “Last Actor”. Come suggerisce il nome, in pratica Facebook memorizza gli ultimi cinquanta utenti con i quali abbiamo interagito, mostrandoci nei giorni successivi soprattutto i loro post.

Infine, l’algoritmo tiene conto anche delle segnalazioni che un utente o i suoi aggiornamenti ricevono. Maggiore sarà il numero di segnalazioni, minore sarà la probabilità che le sue notizie compaiano nella home page degli altri utenti.
Nell’ultimo periodo, tuttavia, è stata introdotta una novità molto importante, che riesce a valutare anche il tempo che dedichiamo alla lettura di ogni post, anche senza aprirlo a tutti gli effetti. In questo sistema aiuta molto anche la possibilità di visualizzare l’anteprima di un video, senza realmente cliccarci sopra. Il nuovissimo aggiornamento dell’algoritmo permette al social network di calcolare quanto “sostiamo” su un post, prima di continuare a scorrere in basso verso altri contenuti.

Molte persone penseranno: “e se mi soffermo su un post solo perché ho la connessione lenta, che si blocca facilmente?”. Facebook tiene conto anche di questo fattore, perché riesce a distinguere anche il tempo “reale” di attesa su uno specifico aggiornamento, rispetto ad un banale blocco della connessione.
Un’altra novità riguarda l’esigua percentuale di utenti con pochi amici. Per evitare di ritrovarsi con una home page scarna, gli spazi vuoti verranno riempiti dalle notizie degli altri utenti più attivi sul social network, che postano notizie in misura maggiore.

Se pensiamo alla minuziosità di questi parametri, possiamo immaginare perfettamente come la macchina di Zuckerberg non lasci nulla al caso, cercando di migliorare sempre di più la qualità di navigazione degli utenti sul social network più famoso al mondo.

Facebook aggiorna l’algoritmo del newsfeed penalizzando brand e editori: la svolta del 2018

Il nostro caro Mark una ne fa e cento ne pensa. Zuckerberg, la mente di Facebook, ogni tot di tempo si fa venire un’idea brillante per movimentare la nostra vita sul social ed evitare la monotonia. Stavolta è toccato, di nuovo, all’algoritmo di Facebook e quindi alla priorità con cui vediamo apparire le notizie sulla Home. Cos’ha escogitato Mark per inaugurare il 2018? Lo scopriamo leggendo l’articolo di Adam Mosseri, Head of News Feed di Facebook o le parole pubblicate sul proprio profilo dallo stesso Zuckerberg:

L’Update del 2018: nuova priorità ai contenuti di amici e famiglia, meno news

Nel tempo il focus di Facebook si era spostato sempre di più verso le aziende, i brand e i media e il newsfeed si è andato riempiendo di post e video pubblicitari o di notizie a discapito degli aggiornamenti di tipo relazionale. Tale operazione aveva un evidente interesse commerciale anche per la piattaforma. Che sia stato un bene o un male lasciamo a voi il giudizio ma a Mark la cosa nel 2018 non piaceva più perché era finita con lo snaturare la sua idea di Facebook delle origini.

L’obiettivo dichiarato da Zuckerberg per nel post dell’11 gennaio 2018 è quello di rendere nuovamente importante la connessione tra persone per far sì che il tempo trascorso su Facebook sia (nuovamente) di qualità. Far apparire quindi nel Newsfeed più notizie da amici, famiglia e gruppi rispetto ai post di aziende, brand e media. Come farà quindi con l’algoritmo? Verrà data comunque priorità ai post che suscitano conversazioni e interazioni significative tra persone. In base al comportamento degli utenti verso i post di amici e parenti verranno mostrati più in alto nel feed i post che Facebook prevede tu possa condividere e commentare perché ti interessano di più. Ad esempio l’articolo che hai condiviso sulla bacheca di un amico, il consiglio che hai dato a tuo cugino sul viaggio in Honduras in risposta al post che aveva pubblicato, la mostra di street art che hai visitato con tua sorella. Facebook ne terrà conto e aggiornerà le notizie che appaiono sulla tua Home.

Quali sono state le ripercussioni su aziende e media?

Essendo lo spazio nel Newsfeed limitato, dare nuova priorità ai post di amici e familiari che suscitano interesse e conversazioni comporterà per forza di cose meno visibilità per i post e i video di brand, editori e media in generale. Durante l’aggiornamento, le pagine potrebbero veder diminuire la loro copertura e il traffico con un impatto variabile in base a diversi fattori: il tipo di contenuti prodotti e le modalità di reazione delle persone. Le pagine che pubblicano post che le persone generalmente commentano e condividono poco avranno penalizzazioni più forti rispetto alle pagine con una buona reazione da parte del pubblico. Le pagine i cui post incentivano conversazioni tra amici avranno quindi meno effetto negativi.

Le persone vedono ancora i post delle pagine che seguono in alto nel Newsfeed?

Se le persone vogliono vedere più post delle pagine che seguono hanno la possibilità di modificare le preferenze del Newsfeed per essere certe di non perdersi i post delle loro pagine preferite. In generale comunque – per quanto i post delle pagine che generano conversazioni tra le persone vengono mostrati più in alto nel Newsfeed – la visibilità dei contenuti delle pagine aziendali è letteralmente calata a picco dopo l’aggiornamento.

L’algoritmo di Facebook nel 2023: community e advertising

Le pagine Facebook oggi hanno ancora enormi problemi di visibilità organica non a pagamento. La situazione, in sostanza, non è cambiata in modo decisivo dal 2018. Molti dei followers delle pagine Facebook semplicemente non vedono scorrere nel proprio feed gli aggiornamenti cosa che porta la visibilità ad essere davvero molto bassa.

Tuttavia nel corso di questi anni la nostra agenzia di social media ha potuto più volte rendersi conto di come in effetti sia ancora possibile ottenere ottimi risultati organici su Facebook. Devono concorrere diversi fattori, tuttavia, molto rari. Primo fra tutti la pagina deve essere in un settore in cui è possibile creare una “community“. Le pagine Facebook che funzionano da un punto di vista di visibilità organica sono di fatto delle comunità virtuali che si confrontano a partire dai contenuti proposti dalla pagina.

La prima parola chiave del social media marketing attuale su Facebook è sicuramente community. Tuttavia, anche quando le pagine hanno delle community abbastanza attive, è quasi impossibile fare marketing su Facebook senza avvalersi dei Facebook Ads. L’advertising ha quindi attualmente una funzione strategica indispensabile sia per attivare e coinvolgere la community di riferimento, sia, naturalmente, per vendere.

La nostra ipotesi è che l’operazione fatta da Facebook nel 2018, ossia la radicale diminuzione organica della visibilità delle pagine, fosse finalizzata proprio a spingere le aziende ad attivare campagne a pagamento. Anche su Instagram, del resto, la visibilità organica è in calo da diverso tempo. In ogni caso, Facebook è ancora oggi uno strumento di marketing di primo piano, è può essere sicuramente utilissimo sia per le aziende che per progetti commerciali autonomi. Le chiavi per far funzionare una pagina sono la produzione di contenuti orientati alla creazione di una community e l’utilizzo strategico dell’advertising.

Se hai bisogno di una gestione professionale della tua pagina Facebook, puoi contattare Fabio, il nostro commerciale, al +39 3314261480, oppure inviarci una richiesta di preventivo compilando il modulo qui sotto.

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