Telecom Italia. Storia breve della più nota compagnia italiana di Telecomunicazioni

Ripercorriamo anno per anno le tappe di un’impresa che ha assunto un ruolo da protagonista nel processo di modernizzazione del nostro Paese.
Prima Stipel poi Sip, poi ancora Telecom Italia e infine Tim. Ecco la ‘travagliata’ storia di Telecom Italia che per i primi 70 anni vive un periodo di sviluppo in uno scenario tutto sommato sereno.

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  • 1925 – Nasce Stipel (società telefonica interregionale piemontese e lombarda)
  • 1965 – Stipel si unisce alle altre quattro società attive nelle altre zone della Penisola diventando Sip.
  • 1994 – In seguito al processo di liberalizzazione del settore delle Telecomunicazioni avviato dagli Stati Uniti ma molto sentito anche in Europa, nasce Telecom Italia. Quest’ultima ha origine dall’unione di Sip con altre società del gruppo Stet già operativo nel settore delle telecomunicazioni.
  • 1995 – Prende vita Tim, il primo operatore su scala mondiale a lanciare sul mercato le tariffe con carta prepagata.

Dal 1997 in poi sono anni complessi per Telecom…

Nel 1997 Stet e Telecom vengono definitivamente fuse e viene avviato un processo di privatizzazione in cui viene venduto il 35,26% della società. Lo Stato perde gran parte delle quote.

Lo scopo della vendita è quello di riunire un gruppo di azionisti che si facciano carico della società. E’ a questo punto della storia che si crea il famoso “nocciolo duro” con capofila gli Agnelli che riuniscono il 6,62%.

Poco prima degli anni 2000 entra in scena il gruppo Olivetti che con Tecnost (già nel settore delle telecomunicazioni con Omnitel e Infostrada) ottiene il 51% delle quote indebitandosi con le banche per 61000 miliardi di lire.

La crescita e l’orientamento allo sviluppo che avevano caratterizzato i primi 70 anni di storia iniziano a cedere il passo a tagli netti sulle spese, prudenza e cessioni.
Nel 2001 – la quota di Olivetti viene rilevata da Pirelli e da Benetton (qualche anno dopo entrano a far parte del gruppo anche Mediobanca e Generali). La situazione non migliora, tutt’altro, il debito cresce ed ogni azione da parte del gruppo è esclusivamente orientata a risanare il debito.

Marco Tronchetti Provera non riesce a trovare una soluzione e non ottiene dal governo l’appoggio promesso che doveva basarsi prevalentemente su alleanze internazionali. Nel 2007 molla le redini.

E’ a questo punto della storia che iniziano a farsi avanti stranieri interessati al gruppo Telecom ma il governo non tarda ad opporsi.
Si scende ad un compromesso: il controllo passa alla spagnola Telefonica e ad un gruppo di azionisti italiani (Intesa, Generali, Mediobanca e Benetton) che insieme creano una società denominata Telco spa che controlla il 23% di Telecom Italia.

Ma ancora una volta la situazione non cambia, il debito non accenna a ridursi e gli azionisti italiani lasciano il controllo a Telefonica.

Nel Luglio 2014 Telefonica riduce sotto il 10% la propria partecipazione in Telecom Italia.
Nell’ottobre 2015 il gruppo francese Vivendi porta la propria quota al 20% aumentando la propria influenza e nel marzo 2016 diventa il maggior azionista.

A partire da luglio 2015 Tim diventa l’unico marchio del gruppo e a Gennaio 2016 viene lanciato il nuovo brand Tim che va a sostituire quello di Telecom Italia.

Quella di Telecom Italia è una storia tormentata, la storia di una grande impresa messa a dura prova dalla privatizzazione e come altri colossi italiani, finita in mano a società straniere.

Stefania Velardocchia per Web Crew