Pantone. La storia dell’azienda che detta al mondo gli standard in fatto di colore

Pantone è una delle parole che non mancano nel vocabolario di base di chi si occupa di stampa, ma anche di tessuti, di abbigliamento, di grafica pubblicitaria, di design architettonico e industriale. Uno strumento che fin dal 1963 ha determinato uno standard e al quale ci si può riferire in modo inequivocabile quando si vogliono definire, controllare e riprodurre fedelmente colori in qualsiasi parte del mondo.

Al tempo una vera rivoluzione per tutte quelle industrie che trattavano varie tipologie di materiali, dalla carta stampata ai tessuti, dalla plastica ai pigmenti e ai rivestimenti, che grazie a questa organizzazione hanno potuto e possono tuttora “parlare la stessa lingua”. Uno standard che oggi riguarda anche il mondo digitale e che assicura così una pertinenza anche nell’ambito delle nuove tecnologie e per i diversi processi di progettazione.

Pantone

Il sistema Pantone per classificare i colori

La Pantone Inc. viene fondata nel 1962 da Lawrence Herbert a Carlstadt, nel New Jersey, e nel 1963 mette a punto il PMS – Pantone Matching System®, un sistema di catalogazione diventato stardard internazionale, ormai punto di riferimento per la gestione dei colori nell’industria e nella chimica.

Un sistema nato dall’ingegno di un dipendente part-time della M & J Levine Advertising, che mette a frutto le sue conoscenze in chimica per semplificare la produzione di inchiostri colorati dell’azienda, per poi acquistarla e trasformarla appunto nella Pantone Inc., diventata poi, a partire dal 2007, proprietà della X-Rite, colosso statunitense nella produzione di prodotti per la misurazione e la gestione del colore.

Messo a punto per soddisfare l’esigenza di “tradurre” i colori con un codice comprensibile a tutti, il sistema di classificazione Pantone nasce con quelle che da noi in Italia vengono comunemente chiamate “mazzette”, ovvero cartoncini legati tra loro che riportano su una faccia campioni di colore abbinati a numeri ed eventuali lettere. All’inizio si tratta di soltanto cinquecento colori, che andranno poi a estendersi entro gli anni Ottanta a più di settecento, fino ad arrivare a considerarne attualmente millecentoquarantaquattro, comprendendo anche i cosiddetti “Neon colors” e “Premium Metallica”.

Gli anni Ottanta vedono il sistema Pantone definire standard anche per soluzioni digitali, avvicinandosi all’allora emergente mondo del desktop publishing. Nel 1986 viene inoltre fondato il Pantone Color Institute, nato per supportare designer e aziende nella scelta e nell’applicazione strategica del colore e che, a partire dal 2000, definisce anche quello che viene considerato “colore dell’anno” (quello del 2018, tanto per soddisfare una curiosità, è l’Ultra Violet).

Il linguaggio del colore più conosciuto, dunque, a cui tutti possiamo riferirci per assicurarci che vi sia corrispondenza tra colori senza un diretto contatto tra loro e che ha permesso una sorta di comunicazione comune per quanto riguarda la progettazione.

Alessandra Buschi