Come ho superato il panico da partita iva

Diventare freelance e imbarcarsi in quest’avventura emozionante implica per forza l’apertura della partita iva. Probabilmente lo spauracchio più grande che blocca chiunque stia pensando di lanciarsi nella libera professione. In effetti la sola idea faceva paura anche a me per cui ho continuato per tanto tempo a procrastinare l’evento e a lavorare con la ritenuta d’acconto o senza. Rimanda rimanda però a un certo punto però ho deciso che era ora di cambiare e tentare il grande salto. Come ho fatto? Te lo racconto alcuni fattori che mi hanno aiutato.

Come ho superato il panico da partita iva

Voglia di una maggiore professionalità, di un’identità

Era venuto il momento di aprire il mio sito professionale per rendermi indipendente nella ricerca di clienti e darmi finalmente un’impronta chiara. Non potevo farlo però senza un’identità precisa e definita. Mi sono chiesta allora: cosa voglio essere? Voglio restare nel limbo senza provarci mai davvero? Che lavoro voglio fare “da grande”? L’apertura della partita iva si rendeva praticamente indispensabile per poter lavorare seriamente come copywriter e questa è stata una molla fondamentale. La voglia di crescita, di provarci e vedere se funziona.

Il commercialista, un grande alleato

La domanda che mi frullava sempre in testa era: ma ne varrà lapena? Sarò capace di gestire una partita iva? Spenderò in tasse tutto quello che guadagno? Insomma a farla da padrona era la paura, oltre che una bassa autostima diciamolo pure. Per far fronte almeno alla prima però l’unica soluzione è quella di fare domande, informarsi, chiedere il più possibile a colleghi e persone competenti. La cosa migliore da fare quindi è consultare un commercialista che si sieda lì con te e ti spieghi tutto nei minimi particolari con calma rassicurandoti. O almeno dandoti un quadro chiaro delle possibilità.

Regime dei minimi o regime forfettario, per cominciare in modo soft

Dalla chiacchierata col commercialista è emerso un elemento che mi ha tranquillizzato e mi ha aiutato a superare un po’ la paura. La possibilità del regime dei minimi per iniziare. Non starò qui a dilungarmi in spiegazioni perché non è il mio campo ma in sostanza se si sta entro la soglia dei 30.000 euro l’anno questo regime fiscale agevolato consente di pagare poche tasse e quindi di evitare brutte sorprese. Un aiuto per cominciare.

Se non provi non puoi mai sapere come andrà

Quello che mi ha convinto però in modo particolare è stata la necessità di darmi da fare, smuovere la situazione in cui eroe avere una mia professione (o comunque tentare di costruirla). La partita iva è un passaggio obbligato se si vuole crescere professionalmente in modo indipendente ma non è detto che sia il male assoluto e che si venga fagocitati dalle tasse senza la minima entrata. Considerate sempre che se proprio non va potete sempre chiuderla, non è una condanna a vita, e che si può comunque iniziare in modo soft senza troppi rischi. Ovviamente è un passo da ponderare, come tutte le decisioni importati, ma continuare a rimuginare nella paura non vi porterà a niente. Se è il modo per portare avanti da freelance la professione che volete, che vi appassiona e che avete scelto con consapevolezza allora ben venga. E in bocca al lupo!