Vera innovazione e propaganda

Corre una chiara differenza fra l’essere in grado di stabilire dei grandi passi avanti rispetto ad una data situazione economica, tecnica, culturale o scientifica, e limitarsi ad annunciare di averlo fatto. Dato che viviamo in una società dell’informazione dove si tende a ridurre al minimo il contenuto del messaggio in favore del medium stesso, questo presupposto ha un significato importante nel permettere di definire se qualcosa stia realmente creando innovazione o invece stia solo dichiarando un successo.

propaganda

Come si può capire, aldilà dell’ambito di riferimento, ci si muove qui nel campo della comunicazione che, sebbene accelerata e ipertrofica, si basa ancora su presupposti che conosciamo da quasi un secolo.

Nella prima metà del Novecento, infatti, si sperimentò ed attuò un modalità dualistica di gestione della comunicazione, che ancora oggi è alla base del nostro mondo sociale: si tratta dell’informazione di massa con un fine di innovazione sociale. I totalitarismi, in particolare il fascismo, fecero un uso sapiente e oculato di questa modalità. Venne infatti inventata la propaganda, cioè l’uso delle notizie con un fine prestabilito e con un ampio impiego dei mezzi di comunicazione disponibili.

Nello stesso periodo venivano definite le dottrine economiche destinate a diventare il riferimento per l’economia contemporanea. È qui che per la prima volta si parla di innovazione con un senso profondamente moderno, connesso alle pratiche di gestione dell’impresa e del suo management. In questo campo la prima e più importante voce fu senza dubbio quella dell’economista Joseph Schumpeter.

Oggi si è uniformemente concordi nel definire l’innovazione come il maggior fattore di crescita e benessere sia in ambito economico che tecnologico. Il termine “innovazione” quindi, ha assunto un significato legato ai vari processi che utilizzano nuovi saperi, tecnologie e sistemi per generare prodotti o idee nuove o migliorarne radicalmente le caratteristiche esistenti. Per essere considerata tale, l’innovazione deve però apportare un vantaggio reale in termini di aumento degli utili, abbattimento dei costi o miglioramento dell’efficienza.

La propaganda invece non giova in questo quadro: può forse apportare dei benefici momentanei, ma non riesce a garantirne la stabilità temporale, creando un fuoco di paglia. Essa vuole infatti modificare, senza far credere di forzarlo, il comportamento individuale utilizzando tecniche di persuasione. L’innovazione, invece, è in grado di creare i presupposti reali per un comportamento diverso ma naturale.