Bisogna usare le liste per formattare i post dei blog. Anzi, no

Tra le prassi che vengono indicate quando si redigono testi per blog e pagine web, è un classico sentirsi dire che è necessario tener conto di tutta quella serie di accorgimenti formali che si ritengono interessanti per catturare l’ attenzione degli utenti e che – soprattutto – sono necessari al fine di acquisire rilevanza agli occhi dei motori di ricerca. La formattazione è utile sia per valorizzare il copywriting che fondamentale come strumento di content marketing, basti pensare all’importanza degli h1 per la SEO.

Tra queste, l’inserire in un qualsivoglia contenuto di testo almeno una lista (numerata oppure, soprattutto, puntata). Si tratta di elenchi che talvolta sono in effetti utili all’utente e che hanno anche il vantaggio di non fargli trovare davanti “muri di testo” poco appetibili, che però non sempre sono così adeguati alla tipologia di contenuto e che talvolta possono anche risultare noiosi.

liste

Le liste nell’utilizzo comune, anche non digitale, sono infatti spesso accompagnate da un’aura di noia. Sono appunti funzionali, non letture appassionanti. Talvolta, basti pensare alle to-do list, possono essere quasi respingenti. Abusarne può essere un problema quando si vuole fare storytelling.

C’è da considerare, tra l’altro, che le azioni che si ritengono fruttuose per migliorare il posizionamento SEO di una pagina, non sempre sono efficaci al fine della migliore lettura di un testo; ma non solo: ormai infatti è per esempio accertato che inserire troppe volte le keyword in un contenuto, non solo infastidisce il lettore, ma non ha nessun impatto sulla valutazione da parte di un motore di ricerca. Allo stesso modo, c’è da chiedersi se altre prassi, come appunto le liste, siano davvero sempre così determinanti per valorizzare un testo.

content marketing

Un discorso, alla fine, che purtroppo non viene sempre preso con la dovuta considerazione e che si ferma all’aspetto “formale” di un contenuto testuale, quando invece vediamo che i criteri utilizzati dai motori di ricerca per la determinazione dei siti con maggiore rilevanza sono sempre più quelli che considerano altri elementi, quali il valore dei contenuti, la loro pertinenza, la loro diversità nell’ambito di un sito e – anche questo da non sottovalutare – la loro originalità. In generale, quindi, criteri che riguardano più la qualità complessiva che la formattazione o tantomeno la keyword density.

Questa “mania” degli elenchi puntati o liste come dir si voglia, andrebbe quindi un po’ rivista, considerando che la “densità” di un elemento formale non è un fattore determinante per la valutazione di un motore di ricerca e che anzi un sovraccarico di qualsiasi elemento può risultare addirittura penalizzante, oltre che rendere un testo troppo simile a una banale lista della spesa.

Alessandra Buschi