Siri, l’assistente digitale Apple e la ricerca vocale

Sono ormai alcuni anni che gli utenti iOS sono abituati a poter comunicare con Siri, l’assistente personale offerto da Apple. Ha fatto la sua apparizione per la prima volta con grandi fasti da parte dell’azienda di Cupertino in occasione del lancio del modello 4S ed è stata la prima assistente vocale nel campo della tecnologia smart. Col passare del tempo la sua intelligenza e capacità di relazione con gli utenti è migliorata molto, ma anche i principali concorrenti del mercato – vale a dire Google e Microsoft – hanno elaborato un modello di assistenza vocale per i propri terminali: rispettivamente Google Now e Cortana. Anche Amazon si è poi inserito nella competizione, producendo Echo.

siri

Per chi non ne avesse mai fatto uso, si tratta di un mezzo di controllo e interazione del proprio iPhone, iPad, iPod Touch o Apple Watch che funziona attraverso la comunicazione vocale, chiedendo informazioni o azioni che riguardano qualsiasi funzionalità del terminale. Ma non solo: gli assistenti vocali sono infatti uno dei principali mezzi di ricerca di informazioni sul web. Il passo successivo è naturalmente l’implementazione di questi servizi sui computer. In questo senso, Cortana e Google Now sono già da tempo disponibili per gli utenti di PC fissi.

Recentemente, però, Apple ha annunciato che Siri verrà implementata ai Mac con la prossima release del proprio OS, Sierra, che rappresenterà un aggiornamento gratuito a partire da settembre 2016.

Questo nuovo modo di interfacciarsi con la ricerca di informazioni sta producendo degli interessanti cambiamenti a livello di funzionamento dei motori di ricerca stessi. A tal proposito ricordiamo Steve Wozniak, che presentava la prima versione di Siri affermando che “Google è conosciuto per essere un motore di ricerca, ma io dico che i motori di ricerca dovrebbero essere sostituiti per dei motori di risposta”. In qualche modo, stava vedendo giusto.

I vari assistenti vocali, infatti, forniscono informazioni attraverso servizi proprietari: la ricerca di Cortana, ad esempio, è basata su Bing – di proprietà di Microsoft. Questo per un evidente interesse a portare traffico verso i propri servizi online. Ciò significa però che la competizione commerciale delle grandi aziende per quanto riguarda i motori di ricerca sta sempre più venendo influenzata non solo dalla qualità del servizio, ma anche dalla diffusione e dal successo commerciale di un certo terminale rispetto ad un altro.

logo Apple

Facciamo un esempio. Poniamo di voler affittare un appartamento, e chiedere a Siri dove si trovino i principali appartamenti liberi nella zona in cui ci troviamo. Cosa succederebbe se Apple stringesse un accordo direttamente con Booking.com o con Airbnb? Il motore di ricerca per come lo conosciamo smetterebbe di essere necessario, perché verremmo indirizzati direttamente sulla pagina del servizio che ci serve. Se la considera su una più lunga scala temporale, si tratta di qualcosa che con buone probabilità contribuirà alla fine del World Wide Web per come lo conosciamo ora. Una realtà che Google conosce bene e che, in effetti, sta producendo una sorta di parcellizzazione del mercato dei motori di ricerca.