Airbnb, la storia di due ragazzi squattrinati che hanno creato un’azienda da 25 miliardi

La storia di Airbnb ha inizio a San Francisco nel 2007, dove si trovavano a vivere Brian Chesky e Joe Gebbia, due coinquilini neolaureati in evidenti difficoltà economiche. Per cercare di pagarsi l’affitto, decisero di provare a pubblicare un annuncio per affittare alcuni posti letto a casa propria durante il meeting dell’Industrial Designers Society of America, che quell’anno si svolgeva proprio a San Franscisco e che aveva riempito tutte le stanze disponibili negli hotel della città.

Comprarono tre materassi gonfiabili, sistemandoli al meglio in una stanza e pubblicando i posti liberi su un semplicissimo sito internet, offrendo anche la colazione la mattina successiva: l’operazione venne battezzata Airbed & Breakfast e non faticò ad incontrare una richiesta da parte della clientela.

fondatori airbnb

L’esperienza e la semplicità della cosa li convinse che quella poteva rivelarsi un’idea vincente. Decisero di avvalersi dell’aiuto di un amico informatico, Nathan Blecharczyk e di avviare la prima piattaforma di lancio.

Naturalmente, per diventare una start-up mancava solo la liquidità disponibile. Il modo per procurarsela fu escogitato grazie ad un’altra coincidenza fortunata: lo svolgimento delle elezioni presidenziali. Per sostenere il finanziamento del sito, i tre fondatori crearono e vendettero delle speciali scatole di cereali per la prima colazione, che riportavano le immagini in caricatura dei candidati Barack Obama e John McCain: in due mesi ne vendettero 800 a 40$ ciascuna riuscendo a guadagnare più di 30 000 $ utili per avviare l’impresa. Nasceva airbedandbreakfast.com, poi abbreviato nel più conveniente airbnb.com.

Tuttavia, nonostante l’affiliazione di un nuovo partner che garantì ulteriore liquidità, il sito faceva fatica a generare utili sufficienti, restando fermo ad un guadagno medio di 200 $ a settimana per alcuni mesi. Il problema alla base del mancato decollo dell’impresa – e la relativa soluzione – potrebbe essere un monito a molti webdesigners: le foto delle stanze erano di cattiva qualità. La soluzione fu andare personalmente in ogni stanza in affitto per fare delle foto che risultassero accattivanti ed interessanti per i potenziali clienti. Fu sufficiente questo accorgimento – che in verità richiese un lavoro notevole – per raddoppiare gli introiti ed avviare una spirale virtuosa grazie alla quale AirBnB poté incontrare più pubblico e più investitori nei tempi a venire.

airbnb

Nella primavera del 2009 Airbed & Breakfast cambia nome e logo e si trasforma nel più agevole Airbnb che conosciamo ancora oggi. L’ufficio si espande e a fine 2009 conta già 18 persone al lavoro, con l’implementazione di protocolli che riguardano procedure di design delle singole inserzioni, interventi di pulizia delle stanze e, soprattutto, una oculata gestione delle tariffe e dei guadagni in percentuale del sito. In questo modo, nel 2011, Airbnb arriva a varcare la soglia del milione di notti prenotate attraverso la propria piattaforma, confermando chiaramente la validità non solo della proposta commerciale ma, in generale, del modello di business proposto dall’azienda.