Gli errori di scrittura più comuni sul web e sui giornali

La scrittura sul web e il giornalismo hanno un grande nemico: il poco tempo a disposizione per scrivere, leggere e controllare la correttezza degli articoli pubblicati. Sono ormai quindici anni che scrivo e commissiono testi per il web e devo dire che la ricorrenza di alcuni errori di scrittura è davvero rilevante. Ecco perché abbiamo reso questo articolo parte integrante della guida al copywriting di Web Crew.

Oltre al poco tempo a disposizione per redigere un testo, credo che la causa principale della ricorrenza di tali errori sia la loro ampia diffusione. Alcuni vizi nella scrittura sono talmente comuni da esser diventati normali; certe volte le proposizioni corrette ‘suonano peggio’ di quelle scorrette.

Copywriting

Ho approfittato delle vacanze di Pasqua per rileggere un buon numero dei testi che ho pubblicato nell’ultimo anno. Quest’opera di revisione mi ha in gran parte confortato. Siamo riusciti a formare un team di copywriter a mio parere validissimo. Tuttavia, ad essere sinceri, incappiamo talvolta anche noi in alcuni di questi errori (a cominciare da me!). Sono davvero tante le piccole sgrammaticature in cui si rischia di incorrere per mancanza di tempo…

E’ divertente notare come alcuni vizi nella scrittura si siano probabilmente diffusi a causa della tastiera dei pc. Le virgolette basse (« »), ad esempio, vengono utilizzate molto di rado. Il motivo credo sia semplice da capire: nella tastiera le virgolette basse non ci sono! Per inserirle bisogna utilizzare i caratteri speciali degli editor di testo, cosa decisamente fastidiosa. Per lo stesso motivo ormai tutti scriviamo la terza persona presente del verbo essere in maiuscolo utilizzando il tasto dell’apostrofo (“ E’ ”). Penso davvero che questa sia la prima volta in vita mia che scrivo: “ È ”.

😀

Per un copywriter scrivere è un lavoro, ancora prima dovrebbe essere una vocazione. Quando si scrive un testo pubblicitario, un titolo, uno slogan, può capitare che la fretta o l’abitudine faccia incappare in qualche errore grammaticale che può compromettere l’efficacia del messaggio. Capita anche ai migliori di finire nella rete dei più comuni errori di grammatica della lingua italiana.

La fretta, la velocità, la seconda lettura data un po’ troppo velocemente, ecco le cause degli errori grammaticali nascosti fra le righe. A volte impercettibili, altre volte invece madornali, quasi imperdonabili.

errori-di-sintassi

La scrittura corretta è condicio sine qua non di un’ottima comunicazione.

L’italiano è una lingua in continuo cambiamento. Si è evoluta a grande velocità negli ultimi cinquant’anni e lo fa sempre di più grazie (o a causa?) dell’uso massiccio dei social e di internet. Ci si può giocare, si può sperimentare, ma non possiamo dimenticarci di seguire i principi base della grammatica. Se scrivere è il tuo mestiere devi essere ovviamente attentissimo nella stesura e rilettura ma devi metterci grande cura anche se scrivi comunicazioni o report per il tuo lavoro, se invii un curriculum, se mandi una mail per presentare te o il tuo progetto a qualcuno. La correttezza della parola scritta parla di te e permette a chi ti legge di farsi subito una prima impressione. Un curriculum con imprecisioni ed errori grammaticali è, ad esempio, un curriculum che in molti casi viene subito cestinato. Un gran peccato, no?

Tutti ci atteggiamo a grandi censori della lingua, siamo lì col dito puntato da bravi grammarnazi a scovare e far notare errori agli altri. Ma poi quanti ne facciamo noi? Probabilmente molti. Alcuni per distrazione, altri perché abbiamo delle lacune mai colmate o convinzioni errate, spesso nate alle scuole elementari e mai corrette perché “beh, ma lo aveva detto la maestra”. Vediamo allora alcuni degli errori di scrittura più comuni.

Gli errori grammaticali più comuni

  1. Né me né lei: ne come congiunzione negativa richiede l’accento acuto, se invece è avverbio o pronome non vuole l’accento.
  2. Accento acuto e accento grave, questi sconosciuti: facciamo un po’ di chiarezza sugli accenti. Quello grave va dall’alto verso il basso e si usa per le parole tronche (cioè quelle in cui l’accento cade sull’ultima sillaba) che terminano per a, i, o, u e per e aperta. Per le parole che terminano con la e chiusa si usa invece l’accento acuto (quello che va dal basso verso l’alto). Hanno l’accento grave quindi parole come però, perciò, servitù, città, colibrì, così, lunedì (e tutti i giorni della settimana), è, cioè, caffè, piè, tè, bebè e tutte le parole di derivazione francese. Si scrivono invece con l’accento acuto perché, affinché, dopodiché, granché, cosicché, poté, batté, scimpanzé, ripeté e tutti i multipli di tre come ventitré, ottantatré. Memorizzare il tipo di accento che sulla “e” di tutte le parole italiane è impossibile per questo ognuno utilizza il suo stratagemma. Il mio è di ascoltare il suono della “e” da accentare. Se la parola suona come “è” ha l’accento grave, se suona come “perché” ha l’accento acuto.
  3. Sé stesso: se come pronome si scrive con l’accento acuto ma è accettata anche la versione senza accento.
  4. Sì, lo voglio: si come avverbio affermativo richiede sempre l’accento.
  5. Un po’ di questo e un po’ di quello: uno degli errori più diffusi è scrivere pò al posto di po’. Po non richiede l’accento ma l’apostrofo perché si tratta del troncamento della parola poco. In linea generale le parole troncate infatti non vogliono mai l’accento.
  6. Va, fa, sto, qui, qua non hanno bisogno dell’accento. Invece “lì” e “là” vogliono l’accento grave.
  7. Qual è?: scriverlo con l’apostrofo è un altro degli errori più diffusi. Trattandosi di troncamento della parola quale – e non di elisione poiché esiste la forma autonoma – non va utilizzato l’apostrofo. La versione con l’apostrofo è comunque un vero errore, grave per di più. Discorso simile può essere fatto per “suol”, termine sempre meno usato. Gli altri errori che si fanno con l’apostrofo sono solitamente il frutto della fretta nello scrivere. Perché tutti sanno benissimo che l’apostrofo non si deve mettere fra le parole maschili. Vale comunque la pena di ricordare che non vogliono mai l’apostrofo nessun altro, qualcun altro, tal uno, tal altro, tal uomo.
  8. Gli errori con le ‘q’ e le ‘c’ sono forse anch’essi sintomo di fretta eccessiva e confusione. Eppure ogni tanto si nota un ‘promiscuo’ scritto con la ‘q’ e un ‘innoquo’.
  9. Piuttosto che: ecco una crociata che tutti dovremmo iniziare. Quella contro l’uso indiscriminato del piuttosto che, ormai dilagante. Dire “per pranzo potremmo mangiare un panino piuttosto che un piatto di pasta” vuol dire che escludiamo di mangiare un piatto di pasta non che l’alternativa è tra tutte e due le scelte. “Piuttosto che” ha infatti un uso disgiuntivo: cioè separa due elementi, per cui uno esclude l’altro.

Questi sono solo alcuni dei tanti errori di grammatica in cui tutti cadiamo ogni giorno. La lista completa sarebbe molto lunga! Per qualunque dubbio o domanda – sempre sani e ben accetti – consulta ogni volta il sito dell’Accademia della Crusca che è anche molto attiva sia su Facebook che su Twitter per rispondere velocemente agli utenti. Oppure, naturalmente, consulta un buon dizionario Treccani che ha anche una versione online.

content marketing

Gli errori di sintassi più diffusi sul web e sui giornali

Gli errori di sintassi sono tanto diffusi quanto quelli grammaticali. Incomincio da quello, nella mia esperienza di lettura, più diffuso:

  1. L’uso delle virgole
    Gran parte degli errori contenuti nei testi che leggo quotidianamente è legata all’uso delle virgole.
    Può sembrare scontato ricordare che in italiano la virgola non possa separare soggetto e predicato di una proposizione. Eppure tale errore è diffusissimo. Forse meno diffuso, ma comunque frequente, è l’inserimento della virgola tra predicato e complemento oggetto.

    Nessuno scriverebbe mai: “Maria, ha mangiato un panino” né “Maria ha mangiato, un panino”. Basta però una frase leggermente più complessa per rischiare di cadere in questo comunissimo errore. Ecco un esempio di separazione scorretta tra soggetto e predicato:

    In Italia ci sono degli scrittori davvero straordinari, moltissimi copywriter però, utilizzano male la punteggiatura, soprattutto le virgole!

    I nostri maestri delle elementari avrebbero segnato l’errore a matita rossa. Questa frase però non ‘suona male’ proprio perché siamo, credo, molto abituati ad errori di questo tipo.

  2. Concordanza dei tempi
    Sono davvero molti gli articoli che utilizzano concordanze temporali assai creative. Anche in testi brevi sono frequenti gli slittamenti temporali ingiustificati, in particolare tra presente, imperfetto e passato remoto.
  3. Punto e a capo
    Una mia appassionata lettrice mi segnala, giustamente, i troppo frequenti ‘a capo’ che utilizzo quando formatto i testi. E’ impossibile naturalmente seguire una regola definitiva a riguardo, bisogna orientarsi a senso. L’abuso di paragrafi e a capo però – ha ragione la mia lettrice – è diffusissimo sul web.
  4. Il congiuntivo
    Vero convitato di pietra dell’italiano giornalistico. Ho poco da dire su questa annosa tematica: tutti ne ipotizzano l’esistenza, nessuno lo usa.
  5. Il partitivo e il pronome relativo ‘che’
    Non di rado il complemento partitivo è seguito da ‘che’ relativo. In questi casi il verbo deve accordarsi con il partitivo. Tale regola è talmente disattesa nell’uso quotidiano da risultare ‘strana’. E’ quindi un errore:

    Facebook è uno dei social network che ha guadagnato di più

    Corretto è invece il verbo al plurale (“hanno guadagnato”) poiché si accorda al plurale del partitivo (“dei social network”).

Ho sempre pensato che conti più la sostanza di un testo che la sua forma. Pignolerie lessicali sono spesso malcelati esorcismi sul contenuto dei testi. Dobbiamo però anche ammettere che giornalisti e copywriter spesso bistrattano la nostra lingua. Si può tranquillamente continuare a scrivere senza particolari ansie grammaticali evitando di seminare i propri testi con virgole casuali.

Se hai bisogno testi scritti o anche solo revisionati da copywriter professionisti – anche in regime di ghostwriting – puoi contattarci tramite il form qui sotto. Ti invieremo un preventivo di spesa con il dettaglio dei costi.

    Il tuo nome (richiesto)

    La tua email (richiesto)

    Hai un sito internet?

    Il tuo numero di telefono

    La tua richiesta

    Dichiaro di aver letto l'informativa sulla privacy e autorizzo il trattamento dei dati personali ai sensi del regolamento (UE) n. 2016/679 (GDPR):
    Questo sito è protetto da reCAPTCHA e si applicano le privacy policy e i termini di servizio di Google.