Come fanno i soldi le grandi aziende della digital economy

La varietà e la diversità delle aziende della digital economy è nota a tutti. L’innovazione funzionale e il continuo sviluppo tecnologico hanno reso in pochi anni questo settore uno dei più importanti al mondo. Se c’è un ambito in cui effettivamente la ricerca viene fatta in ambito aziendale ed è direttamente connessa con la creazione di servizi e prodotti quello è proprio la digital economy.

guadagnare

Questa nuova e florida economia è caratterizzata dalla necessità strutturale di innovazione e ricerca. Proprio per queste peculiarità intrinseche l’economia digitale appare dinamica, variopinta e divertente. Ed in parte lo è davvero.
Anche dal punto di vista della monetizzazione l’ICT è un campo abbastanza articolato e pieno di sperimentazioni interessanti. Se però volgiamo lo sguardo a come guadagnano i più importanti player del settore ci rendiamo conto di quanto in fondo i modi con cui si fanno veramente i soldi sono pochi ed abbastanza antichi. O meglio, sono in effetti la versione 2.0 del commercio tradizionale.
Tutte le grandi aziende che citerò nell’articolo guadagnano in realtà in molti modi diversi, tuttavia legano le loro sorti fondamentalmente all’andamento del canale principale di monetizzazione.

Vendita di hardware

Gli esempi più importanti sono naturalmente Apple e Microsoft la cui sfida agli albori della silicon valley è divenuta leggenda.
Sostanzialmente l’invenzione dei computer ha aperto un mercato immenso in cui alcune aziende sono riuscite a ritagliarsi un ruolo di leader. E’ quello che è accaduto per ogni invenzione tecnologica tanto utile da diventare di massa, dalle auto al telefono, dagli smartphone alla radio.
La crescita di una azienda in grado di trovare, perfezionare e vendere prodotti del genere è ‘esplosiva’ e prosegue nel tempo. Anche se, naturalmente, non è infinita, tende anzi a diminuire negli anni man mano che il nuovo mercato si satura.

Le aziende costruite attorno alla vendita di hardware devono, ad un certo punto, inventare nuovi prodotti o quantomeno riuscire a far credere al mercato che li hanno inventati anche se non è vero.
Sono proprio le società attive in questo settore ad alimentare il mito dell’innovazione continua dei propri prodotti, cosa che naturalmente non sempre corrisponde al vero.

E-commerce e marketplace

La vendita di beni e servizi tradizionali è invece stata reinventata in ambito digital grazie alla nascita di efficaci e-commerce e marketplace. La novità in questi casi è tutta nella dinamica di vendita che da diretta diventa online. Diviene perciò possibile la nascita di ‘rivenditori universali’ (che vendono tutto a tutti, o quasi) e che mettono a disposizione degli utenti e dei venditori ‘solo’ una piattaforma, sicura e facile da usare. Gli esempi principali sono Amazon e eBay.

L’intermediazione online si è diffusa inevitalbilmente anche nei settori in cui l’intermediazione era già sviluppata ma non avveniva sul web (le OTA, ad esempio). Anche molte piccole e medie aziende hanno aperto i loro e-commerce, ma parliamo naturalmente di economie diverse.
Uber è invece un esempio interessante di marketplace in cui non c’è vendita di beni o servizi già noti ma viene proposta una tipologia di servizio non ancora diffusa (l’intermediazione tra passeggeri e autisti privati).
Un altro caso interessente è il gruppo Alibaba che pur guadagnando tantissimo come e-commerce sembra orientarsi verso un modello di monetizzazione strutturalmente ‘misto’. Del colosso cinese avremo comunque sicuramente modo di parlare più diffusamente.

Advertising

Le aziende simbolo della web economy, Google e Facebook, fanno i soldi in modo molto diverso. Come è noto entrambe le società guadagnano soprattutto dall’advertising, ossia dalla pubblicità. E come loro molti altri.
Da questo legame con l’advertising è veramente complesso prescindere quando si parla di piattaforme che mettono gratuitamente a disposizione il proprio servizio. La sfida tra i grandi competitors che propongono sistemi di advertising è serrata ed anche siti di grandi dimensioni, come Twitter, rischiano di rimanere schiacciati tra Google e Facebook. E’ una sfida quotidiana sulla capacità di profilazione, sui formati degli annunci, sulla quantità di utenti complessiva…
E’ interessante notare come dal punto di vista dei ricavi queste grandi aziende ragionino come dei mass media. Le televisioni private guadagnano con la pubblicità da anni ed anche quasi tutti i giornali non riescono a sopravvivere con i ricavi delle sole copie vendute.