Video verticali contro video orizzontali. Chi vincerà?

Il verticale è il futuro. Sembra proprio che i video classici orizzontali o rettangolari con risoluzione 16:9 dovranno cedere il passo a quelli con risoluzione 9:16.

I primi a intuire il potenziale del verticale sono stati Snapchat e Facebook, seguiti poi a ruota da Instagram (IG TV) e YouTube. Ebbene sì, la piattaforma video di Google è stata l’ultima ad adeguarsi. Probabilmente, il processo è stato più lungo perché YouTube è quasi una sorta di sostituto del televisore in cui li formato per eccellenza è quello rettangolare.

produzione video

Nell’estate 2018, però, è stato annunciato un aggiornamento YouTube grazie al quale è possibile vedere i video verticali senza le due bande nere laterali che distraggono la visione e danno una falsa impressione di amatorialità. L’utente che guarda il video con le bande e incline cioè a pensare che si tratti di una produzione fai da te con scarse qualità tecniche.

Tra l’altro, il lancio è stato seguito da una serie di lamentele tecniche degli utenti che hanno messo in evidenza come YouTube sia corsa subito ai ripari senza effettuare, forse, i dovuti test preliminari. Questo proprio a dimostrazione di quanto i video verticali stiano diventando importanti.

YouTube ha poi lanciato gli Shorts, brevi video verticali molto simili a quelli di TikTok e ai Reel di Instagram.

Video verticali: la supremazia degli smartphone

La rivoluzione è avvenuta grazie agli smartphone, che impongono la visione di immagini e video in verticale. Il numero di utenti che si collegano e navigano da desktop è notevolmente diminuita con l’avvento degli smartphone.

La maggior parte delle persone preferiscono leggere e navigare con il cellulare e si sono abituate a una fruizione verticale che, tra l’altro, è quella classica dei libri. Secondo una ricerca americana (MOVR – Mobile Overview Report – dicembre 2014), il 94% degli utenti usa il telefono in posizione verticale.

Non solo, l’uso dei social media avviene prevalentemente tramite smartphone. Sempre negli Stati Uniti (U.S. Cross – Platoform Future in Focus), solo il 21% degli utenti accedeva nel 2015 ai social da PC mentre il 61% accedeva dalle applicazioni sullo smartphone.

Sono tutti dati che non potevano essere trascurati dalle piattaforme social e, infatti, Snapchat ha subito lanciato i video verticali, che pare diano risultati migliori in termini di marketing. In base ai dati ricavati dalla piattaforma, il miglioramento è di circa il 9% rispetto agli stessi contenuti promozionali realizzati nel formato standard orizzontale.

Sono proprio questi i numeri che hanno innescato la rivoluzione, nonostante le proteste degli addetti ai lavori e di quanti non amano questo formato.


In fondo YouTube stesso ha finito per adeguarsi, eliminando le bande laterali e rendendo migliore la fruizione del verticale, altrimenti avrebbe dovuto cedere il passo senza lottare alle piattaforme rivali. Una su tutte la IGTV di Instagram, che al momento accetta solo il formato verticale. E non è un caso che Instagram abbia deciso di lanciare la sua sfida dopo aver raggiunto il miliardo di iscritti, le cui abitudini di visione possono influenzare le scelte degli altri colossi del web.

Perché usare i video verticali?

Le nuove generazioni vedono il 40% in meno di televisione tradizionale. Questo è il dato divulgato da Instagram durante l’evento di presentazione della IGTV, tenutosi nell’estate 2018. Questo significa che i giovani sostituiscono il televisore con i video sul cellulare. Se dunque la audience del proprio canale YouTube, del proprio profilo Instagram o della propria pagina Facebook è prevalentemente giovane, i video verticali vanno assolutamente testati.

Certo, bisogna considerare un altro aspetto. Non tutto si presta al formato verticale. Eventi sportivi, manifestazioni pubbliche, spettacoli non sono adatti perché l’utente ne vedrebbe solo una parte e sarebbero tagliati fuori elementi assolutamente indispensabili. Al contrario, i video verticali funzionano a meraviglia nel caso di tutorial o di lezioni con un esperto, un influencer e così via.

Nella scelta dei formati, molto dipende anche dal device che utilizzano gli utenti per guardare i video. Se un canale YouTube registra visioni quasi solo da smartphone contro una piccolissima percentuale di utenti da desktop, sarebbe bene pensare a dei video verticali che i propri utenti vedrebbero ancora meglio.

L’ondata in favore del 9:16 si sta muovendo, ma non è ancora chiaro se produrrà una sostituzione completa del formato orizzontale o un semplice affiancamento. I due formati potrebbero rimanere entrambi in auge; scomparirà  però, probabilmente, quell’atteggiamento negativo nei confronti dei video verticali diffuso fino a poco tempo fa.


In attesa di capire cosa accadrà, si può fare un’altra semplice valutazione di ordine pratico. Se il video da realizzare va su tutte le piattaforme (Instagram, Facebook, e YouTube), sarebbe il caso di valutare il verticale. In questo modo si semplifica notevolmente il lavoro perché non c’è bisogno di modificare il video orizzontale. Si realizza il video una sola volta e poi si esporta il progetto sulle varie piattaforme.

Ai creatori di contenuti video ora l’ardua sentenza tra verticale e orizzontale.

Rina Zamarra