Cos’è l’eco-chamber e che effetti ha sulla nostra vita digitale

L’eco, come tutti sappiamo, è un fenomeno acustico che si verifica in particolari situazioni, in cui le onde sonore incontrano un ostacolo, rimbalzano su di esso e restituiscono il suono.

Questo fenomeno è stato preso in prestito dal mondo digitale per definire, partendo da una metafora, una particolare condizione legata all’informazione. Avete mai sentito parlare di eco-chamber? E’ probabile che la vostra risposta sia no, ma sappiate che è altrettanto probabile che vi sia capitato, magari inconsapevolmente, di trovarvici dentro.

La domanda più difficile a cui rispondere è: mi trovo in un eco-chamber? Ma andiamo a scoprire di cosa si tratta e a capire perché è così difficile comprendere se si è in balia di questo fenomeno.

Eco Chamber

Cos’è un Eco Chamber

Un’eco-chamber, espressione che tradotta letteralmente significa camera dell’eco, è uno spazio virtuale in cui convergono tutte le notizie su un determinato argomento, ma dove la critica o il dubbio non sono ammessi.

Un luogo in cui non è contemplato un contraddittorio e dove le uniche notizie che sono consentite sono quelle a favore della tesi che si sostiene. In questo ambiente virtuale le idee dei partecipanti si acutizzano e si rafforzano sempre di più per la loro continua ripetizione. In una sua raffigurazione visiva potremmo immaginare una stanza con una pallina magica che rimbalza da un muro all’altro in continuazione. La pallina rappresenta il tipo di informazione, sempre la stessa, che viene trasmessa a tutti coloro che sono presenti nella stanza.

In questa situazione le idee e le credenze si amplificano e si rafforzano, sino ad arrivare alla piena convinzione di possedere una ragione quasi assoluta. Per fare un esempio concreto, alcuni gruppi di Facebook sono una perfetta dimostrazione dell’esistenza delle eco-chamber.

Eco-chamber nei social e il confirmation bias

In un documento chiamato “Echo Chambers on Facebook”, alcuni scienziati sociali, Walter Quattrociocchi, Antonio Scala and Cass Sunstein, hanno studiato il fenomeno affermando che le eco-chamber esistono nei social network e che possono essere pericolosamente responsabili della nascita di gruppi polarizzati.

Con polarizzazione si intende quel fenomeno secondo cui all’interno di un gruppo omogeneo l’opinione e le idee dei membri tendono a diventare più estreme e assolutiste rispetto all’orientamento precedente. Va da sé che i risultati di questa ricerca risultino fortemente allarmanti.

Siamo tutti convinti che i social abbiano portato una maggiore libertà di informazione. Si è infatti passati da una situazione in cui le notizie venivano gestite e filtrate solo da professionisti del settore, i giornalisti in primis, ad un luogo, seppur virtuale, in cui tutti i giorni abbiamo a che fare con una quantità immensa di news.

Ma se da una parte questo potrebbe sembrare il paradiso dell’informazione libera, dall’altra i dati dimostrano il contrario. Il crescere del numero delle fonti a disposizione non ha portato una maggiore apertura mentale e una rafforzata capacità critica. Le persone nel mondo digitale tendono ad affiliarsi e ad avvicinarsi solo a ciò che rafforza il loro punto di vista e le loro idee.

Alla possibilità di avere il maggior numero di informazioni possibile per riuscire a creare una propria opinione basata su dati e fatti concreti, si preferisce prendere in considerazione solo le informazioni più vicine al proprio punto di vista per confermarne la ragionevolezza.

Questo fenomeno, che si acutizza all’interno del mondo digitale, è conosciuto come Confirmation Bias o bias cognitivo, un processo cognitivo che porta le persone a cercare sempre solo prove favorevoli alle proprie credenze e alle proprie idee.

Che effetti ha l’eco-chamber nella nostra vita digitale?

I social media possono facilmente diventare delle eco-chamber di informazioni, anche perché gli algoritmi che li strutturano e li fanno funzionare sono predisposti proprio per riproporre agli utenti gli argomenti più in linea con i loro interessi.

Lo sappiamo, i nostri gusti sono oggetto di interesse e possono diventare preda di algoritmi e strumentalizzazioni, tanto che alcuni studiosi hanno accusato il fenomeno dell’eco-chamber di essere in parte responsabile della vittoria del Presidente Trump negli Stati Uniti e della Brexit in Gran Bretagna.

Che si sia consapevoli o meno di trovarsi all’interno di un eco-chamber, qui è facile cadere preda di fake news. Per molti districarsi tra notizie reali e false non è per niente semplice, soprattutto in una condizione in cui si è costantemente bombardati dallo stesso genere di contenuto. Leggere continuamente la stessa notizia, riportata da diverse fonti, porta a far credere che questa sia certamente vera.

Uno dei risultati della presenza dell’eco-chamber nei social network è l’estremizzazione delle idee, con una conseguente disinformazione. Ed ecco che trovano campo fertile idee prive di qualunque conferma scientifica, come la teoria del terrapiattismo o le tante teorie cospirative che raccolgono sempre numerosi proseliti in giro per la rete, che possono ritrovarsi alla mercé manipolazioni e inganni.

Ma non solo, le interazioni online, che hanno caratteristica di anonimato, sono anche il luogo ideale in cui si sviluppano e acutizzano sentimenti di odio e violenza, che partono proprio dalle estremizzazioni delle idee e delle credenze.

Diventa sempre più importante, quindi, verificare costantemente le notizie che ci appaiono a ripetizione nei feed dei social e, se necessario, andare a ricercare la fonte di tali notizie. Uscire dall’eco-chamber diventa fondamentale per essere certi di avere le informazioni più imparziali e veritiere e questo è possibile solo attraverso un’apertura nei confronti di idee differenti dalle nostre.

E ora sapreste rispondere? Voi vi trovate in una eco-chamber?

Monica Curreli