Come funziona l’algoritmo di YouTube

L’algoritmo di YouTube è diventato importante come quello che governa il posizionamento su Google. Di solito, YouTube non comunica i propri aggiornamenti e non fornisce grandi informazioni sul proprio algoritmo. Un problema non da poco per chi utilizza questa piattaforma come base per la propria promozione online.

Una cosa è nota, l’intento principale di YouTube – e di molti altri social network – è aumentare il tempo di permanenza degli utenti nel portale. Per farlo si utilizzano, ad esempio, i video raccomandati, dai quali sembra provenire il 70% del tempo di visione.

Secondo un ex-dipendente della società, Guillaume Chaslot, questo obiettivo avrebbe minato il livello di qualità dell’algoritmo. Chaslot ha iniziato a lavorare per la piattaforma nel 2010 ed ha abbandonato YouTube dopo essersi reso conto che i video suggeriti erano caratterizzati dai cosiddetti titoli acchiappa-click. L’algoritmo non premiava cioè i video migliori e più autorevoli ma quelli più sensazionalistici, spesso contenenti teorie senza fondamento nella realtà.

Chaslot ha così creato un progetto, denominato Algotrasparency, per il monitoraggio dei risultati dell’algoritmo e a suo dire ci sono stati dei cambiamenti in positivo nel funzionamento della piattaforma. Incidenti e illazioni a parte, un dato è certo: l’algoritmo di YouTube studia il comportamento degli utenti per poter suggerire i cosiddetti “video consigliati”.

YouTube Marketing

L’analisi del comportamento degli utenti

La fruizione dei contenuti su YouTube avviene con la ricerca tramite il motore interno del sito e con la visualizzazione dei video suggeriti direttamente dalla piattaforma.
Ma come fa YouTube a selezionare i video da proporre? Analizza il comportamento degli utenti e verifica in particolare:

  • cosa fanno gli utenti
  • quanto tempo trascorrono nella visione di un determinato video
  • quanto tempo passano nel portale ogni volta che vi accedono
  • come interagiscono con i video (commenti, like e condivisioni)

L’algoritmo tiene conto di tutti questi elementi per posizionare i video. Il tempo di permanenza, per esempio, è molto rilevante. YouTube preferisce un video che ha la capacità di mantenere viva l’attenzione per un tempo più lungo rispetto a un video sullo stesso argomento che viene abbandonato dopo pochi minuti.

Di solito, l’attenzione viene catturata/persa nei primi secondi. Se l’utente rimane sul video per almeno 50/60 secondi, quel contenuto diventa rilevante per YouTube. L’algoritmo percepisce cioè un interesse che aiuta il successivo posizionamento. Se poi l’utente guarda altri video suggeriti dopo aver concluso la visione del primo, la risposta dell’algoritmo è ancora più favorevole.

Un’altra variabile legata al tempo è quella che considera le visualizzazioni ottenute nelle 48 ore successive alla pubblicazione. In questo lasso di tempo è bene spingere il video per ottenerne il posizionamento, sopratutto se l’argomento trattato è legato a eventi appena accaduti.

La SEO è chiaramente molto importante in situazioni di questo tipo.
La durata stessa del video diventa rilevante dal punto di vista dell’algoritmo. I video della durata compresa tra i 7 e i 16 minuti ottengono generalmente il 50% di visualizzazioni in più rispetto a quelli più brevi o più lunghi. L’algoritmo sembra cioè preferire i video della durata media intorno ai 5/8 minuti.

Non basta però il tempo di visualizzazione. L’algoritmo verifica anche le interazioni. I “Non mi piace” non influenzano negativamente il posizionamento, ma i commenti e le condivisioni sono in grado di influenzarlo. Per questo motivo, un video di risposta a un quesito suscitato da un altro video favorisce il posizionamento. Gli utenti interagiscono guardano entrambi i video e l’algoritmo percepisce un interesse che favorisce il posizionamento per quel dato argomento.

Il massimo dell’interazione è l’aggiunta di un video nella lista dei preferiti degli utenti. L’algoritmo non può che premiare quel contenuto favorendone il posizionamento.

youtube

Playlist, sottotitoli, qualità video, titolo, descrizione e tag

L’algoritmo di YouTube non tiene in considerazione solo le interazioni degli utenti, ma tutta una serie di elementi. Primi fra tutti, il titolo e la descrizione. Tutti questi elementi devono essere ottimizzati in ottica SEO per ottenere un posizionamento migliore. Il nome del file, ad esempio, funziona come una sorta di secondo titolo.

In realtà, l’algoritmo verifica anche elementi come i sottotitoli e l’inclusione del video all’interno di una playlist. I sottotitoli sono un elemento utile per favorire il posizionamento perché ampliano il bacino di eventuali utenti del contenuto video in questione. Possono essere visionati, infatti, da utenti non udenti, da utenti con problemi di udito e da utenti che parlano una lingua diversa da quella utilizzata nel video.

Questo tipo di contenuti sono accompagnati dall’etichetta CC (Closed Captions), che aumenta le probabilità di visualizzazione e favorisce il posizionamento da parte dell’algoritmo.

Per quanto riguarda invece le playlist vengono lette come una operazione di Internal Linking, che l’algoritmo di YouTube tende a premiare dando al contenuto una maggiore rilevanza.

Rina Zamarra