Se la pubblicità fa rima, spesso vendi prima

È molto interessante analizzare l’ambito pubblicitario sotto il punto di vista linguistico e per varie ragioni.
Se infatti ci si addentra nell’argomento, è inevitabile constatare quanto la pubblicità attinga dalle strutture linguistiche, ci “giochi”, le utilizzi, le trasformi a suo uso e consumo, e quanto, viceversa, questa penetri nel linguaggio comune.

Un esempio di questo tipo è dato dall’impiego della rima nel copywriting, uno degli artifici letterari più antichi, strumento privilegiato in poesia, che rientra tra le figure retoriche basate sulla ripetizione e che in pubblicità costituisce un ottimo espediente per “far entrare in testa” qualcosa che si vuol far ricordare a un fruitore.

Rime che, nello specifico, danno musicalità a uno slogan, a un payoff, nelle quali spesso – ma non necessariamente – partecipa il nome del prodotto o del brand, e che si imprimono nella mente con particolare efficacia grazie alla reiterazione di un suono e che ci rendono più facilmente ricordabile quel dato prodotto o quella data marca.

pubblicità crodino

Esempi di rime in pubblicità ce ne sono innumerevoli, e altrettanto innumerevoli sono gli slogan costruiti in questo modo che – basta farci mente locale – ci ricordiamo e che ci portiamo dietro per anni e anni.

Un espediente che certo non è esclusivo in lingua italiana, ma che viene impiegato in ogni dove. Eccone un paio di esempi calzanti: “NationWide is on your side” (Nationwide), “This kids’ smoothie has zing, ping and probably some ker-din” (Innocent).

Per quanto riguarda la pubblicità autoctona, possiamo attingere a vecchie e nuove pubblicità, molte delle quali appartengono alla nostra infanzia e che, anche per questo motivo, è il caso di dire non possiamo non ricordare: “Ava come lava!” della Mira Lanza è un esempio classico per chi è stato bambino negli anni Sessanta, quando a questo detersivo a base di scaglie di sapone venne associata la figura animata di Calimero, il pulcino nero icona del Carosello.

Rime che spesso vanno ad attingere anche da altre figure retoriche e che, grazie anche a personaggi e motivetti accattivanti, riescono ad andare a “toccare” vari meccanismi di memorabilità, ottimi sotto il punto di vista della persuasione, come per esempio la pubblicità dell’acqua minerale “Altissima. Purissima. Levissima”, che gioca anche sul fatto che va via via ad aumentare il grado di intensità del testo per arrivare al nome del marchio (climax) e sul fatto che sia da considerasi anche un’iperbole, vista l’esagerazione dei suffissi.

Alcuni esempi di pubblicità in rima

Altri esempi di successo? “Crodino. L’analcolico biondo fa impazzire il mondo” della Campari; per il prosciutto cotto: “Crudo o cotto? Granbiscotto”; “Io? Clio” della Renault; “La morale è sempre quella: fai merenda con Girella” per lo snack della Motta; l’indimenticabile “Più lo mandi giù, più ti tira su” del caffè Lavazza recitato da Nino Manfredi; “Rowenta: per chi non si accontenta”, che fa leva sulla qualità della nota marca di elettrodomestici; “O così. O Pomì” per la passata di pomodoro; “Mitsubishi, mi stupisci”; “La Coop sei tu. Chi può darti di più?”; “Fido Gatto: ogni gatto ne va matto”; “Al sapor di cioccolato, rende il latte prelibato” per il Nesquik.

Alessandra Buschi