Quattro dinamiche strutturali del web

Il web appare come uno spazio virtuale in continuo movimento popolato da mode e tendenze continuamente cangianti, difficile da definire. Tuttavia l’utilizzo del web, dalla sua “invenzione” nel 1991, è ormai un fenomeno storico che permette a chi ci lavora di identificare trend e costanti di lungo periodo. Elementi, insomma, meno volatili e stocastici di quanto sembrerebbe ad uno sguardo non approfondito.

Identificare andamenti di medio/lungo periodo – dinamiche, ossia, che in qualche modo possono essere definite strutturali – permette di fare ragionevoli ipotesi sul futuro. Cogliere o intuire dinamiche caratterizzanti il futuro non è, per noi di WebCrew, un esercizio teorico interessante sotto un profilo meramente gnoseologico. E’ un atteggiamento metodologico che permette di creare vantaggi competitivi per i nostri clienti e di relativizzare le mode del momento utilizzandole strumentalmente, solo qualora esse siano commercialmente utili per un lasso di tempo consistente.

Quattro dinamiche strutturali, in particolare, mi sembrano particolarmente evidenti.

dinamiche-strutturali del web

1. L’evoluzione dei social network di successo segue un ciclo simile

I social network – il cui concetto è ancora oggi spesso accompagnato da un’idea di novità (i “nuovi” mezzi di comunicazione) – sono entrati nelle nostre vite quantomeno dai tempi di Friendster, ossia venti anni fa. Hanno cioè una vita più lunga di molti degli utenti che li popolano.

In questi vent’anni l’evoluzione dei vari social ha seguito una linea tendenzialmente simile. I social hanno cioè una prima fase in cui, se riescono, diventano di moda (altrimenti chiudono), una seconda fase in cui diventano di massa e una terza fase in cui diventano dei mass media a tutti gli effetti. Ognuna di queste fasi ha caratteristiche e utenti specifici.

Quando si organizzano campagne di social media marketing vale la pena di tenere conto di questa tendenza di fondo, in modo da avere chiaro a che punto di sviluppo è la piattaforma su cui si va ad investire il budget dei clienti.

2. I contenuti tendono ad aumentare

L’immagine che da subito si è affermata per descrivere internet è quella della rete. Internet è un filo che mette in comunicazione vari punti, i server.
La stessa immagine ha poi caratterizzato il web, con i siti al posto dei server e i link al posto dei cavi fisici.

rete-internet

Quello che era chiaro a tutti sin dagli ‘Anni 90 era che questa rete sarebbe andata espandendosi coinvolgendo un numero di punti (siti web) sempre maggiore. E così in effetti è stato.

Quando ho messo online il primo sito, negli Anni 2000, era però in moto un fenomeno che per noi di WebCrew è diventato evidente già prima dell’inizio del nuovo decennio. Non era solo la rete a espandersi, ma i singoli punti della rete. I siti che non si espandevano erano destinati a diventare irrilevanti. Il web 2.0 (2004), al di là della definizione tecnica, fu la presa di coscienza degli addetti ai lavori della tendenza all’espansione di ogni singolo nodo della rete.

Questa tendenza caratterizza il web da sempre e non si vede attualmente motivo per cui dovrebbe interrompersi. E questo ha un impatto sul modo di ideare ogni singolo sito, ogni singolo profilo social.

3. La diminuzione della visibilità organica

La terza dinamica strutturale è quasi un corollario della seconda. Già nei primi anni in cui facevamo solo SEO divenne evidente che la visibilità organica su Google che ogni sito riusciva ad ottenere spontaneamente era sempre più bassa. Motivo per cui, tra l’altro, la SEO divenne di moda ed oggi è un prerequisito imprescindibile del web design.

Anche Google è uno dei punti della rete del web. E in un modo tutto particolare anche Google si è ingigantito, in primo luogo indicizzando sempre più siti, fino ad indicizzarli tutti. Ciò comporta un aumento di concorrenza e una diminuzione di visibilità.

E Google ha costruito per questo la sua micidiale forma di guadagno: l’advertising. In mancanza di visibilità organica, per essere visitato devi pagare.
La stessa identica dinamica si sta riproducendo su tutti i social network. Con la differenza che Zuckerberg ha imparato talmente bene la lezione di Google da anticipare il calo naturale della visibilità organica. Su Facebook – verso metà degli Anni dieci – la visibilità organica delle pagine è stata artatamente diminuita dal fondatore di Facebook per spingere gli utenti verso la pubblicità a pagamento. Stessa identica cosa avviene e – probabilmente – avverrà su tutti i social di successo.

Anche questa è una cosa che è bene tenere a mente quando si pianificano campagne di marketing.

4. La semplificazione

Il web è uno strumento tecnologico, condivide perciò una caratteristica intrinseca della tecnica tutta: tende alla semplificazione. Tecnologia è infatti ciò che facilita una certa operazione. Anche il web e ogni elemento che lo costituisce tende a questo.

Lo sviluppo di un sito internet ancora nei primi Anni duemila era appannaggio di webmaster e webdesigner. La diffusione di Joomla e WordPress ha fatto sì che ogni addetto ai lavori potesse, più o meno bene, sviluppare un sito. Molte piattaforme permettono oggi, ad utenti senza nessuna competenza, di creare un sito.

La tendenza alla semplificazione ha fatto sì che i CMS siano diventati lo standard. La competenza dei programmatori è stata marginalizzata ai casi di sviluppo più complessi.
I siti creati direttamente dagli utenti non sono però, ancora oggi e forse a questo punto in definitiva, efficaci come quelli sviluppati da chi ha le competenze per customizzare i CMS.

Nel webdesign, quindi, la tendenza alla semplificazione ha cambiato il mercato, ma si è comunque arrestata.

Ogni singolo elemento di ciò che compone il web ha seguito la stessa logica. Pensiamo ai video. Nel 2017 già Fabio rifletteva sull’impatto dei video nella comunicazione pubblica. Oggi i social sono in piena “guerra dei video”.

Fare un video di decente qualità era, fino a pochi anni fa, molto complicato. Impossibile senza una videocamera e una conoscenza almeno di base di un programma per il montaggio. Oggi chiunque gira e pubblica video.

Anche in questo caso, la tendenza potrebbe arrestarsi, a un certo punto, per colli di bottiglia tecnici o di convenienza del mercato. Non necessariamente ognuno di noi potrà diventare regista di lungometraggi.

Ma la tendenza è chiara e stabile. Ciò che oggi è complicato, domani sarà più semplice.