Cos’è la brand simplification?

Semplificazione è la nuova parola d’ordine che dovrebbe regolare i rapporti tra aziende e cliente. E la brand simplification si muove proprio in questa direzione, con l’intento di semplificare la comunicazione dell’identità del marchio, a partire da elementi come il logo.

In effetti, l’agenzia americana Siegel+Gale ha condotto negli ultimi anni una serie di ricerche che dimostrano come le aziende più premiate dai clienti siano quelle che hanno operato verso la semplificazione.
L’agenzia di brand identity ha intervistato diversi clienti per stabilire una sorta di indice della semplificazione. Nel 2015, per esempio, le aziende che hanno conquistato i posti migliori nel giudizio degli intervistati sono state Google, Netflix, Amazon, Burger King, KFC e Pizza Hut. Si tratta di aziende di cui è stata apprezzata la semplicità nella fornitura dei servizi.

I brand in questione hanno usufruito di una ricaduta importante di questo giudizio, capace di influenzare il processo di fidelizzazione dei clienti. Questi ultimi, infatti, si sono dichiarati disposti a spostare la loro attenzione dai prezzi in cambio dell’esperienza facile che desiderano.
Secondo la ricerca del 2015, il 63% dei consumatori sarebbe propenso a pagare di più pur di avere un’esperienza più semplice con le aziende.
Alla luce di dati come questi, la brand simplification diventa una modalità comunicativa da tenere assolutamente in considerazione nell’ambito di una strategia di marketing.

Mirò - Painting of a white background for the cell of a recluse
Joan Mirò, Painting of a white background for the cell of a recluse.

Brand simplification: in cosa consiste

Il processo di brand simplification riguarda la totalità della comunicazione di un marchio, anche se spesso il termine viene riferito solo alla semplificazione del logo.
Non è possibile, però, creare un nuovo logo e pensare di essersi avviati verso un iter di semplificazione, che aumenti la percezione positiva da parte dei futuri clienti e di quelli già esistenti.
Nella brand simplification sono inclusi tutti gli step che si seguono per la definizione della brand identity. Bisogna cioè pensare al proprio cliente tipo e alla propria filosofia aziendale in una nuova ottica di semplicità, ponendosi domande come:

  • come il mio prodotto semplifica la vita dei clienti?
  • in che maniera il mio servizio semplifica le attività e le sfide della quotidianità?
  • come posso semplificare il processo di acquisto/utilizzo?
  • come posso comunicare in maniera semplice il marchio?
  • come è possibile rendere più semplice il reperimento delle informazioni e il contatto con l’assistenza clienti?

Ovviamente in questo processo di brand simplification rientra anche l’analisi dei competitor. Molti brand si sono mossi in questa direzione e analizzare i cambiamenti apportati alla loro comunicazione e la relativa accoglienza dei consumatori è un ottima modalità per studiare gli effetti della semplificazione.
La predilezione digitale per i contenuti brevi, inoltre, ha ulteriormente favorito la semplificazione. Se il brand vive nell’universo digitale dei social media, per esempio, i messaggi brevi e chiari e le comunicazioni immediate risultano davvero vincenti.

La semplificazione dei loghi

Il visual branding è uno dei passaggi fondamentali nella definizione dell’identità di un brand. Il logo, per esempio, comunica subito la filosofia del marchio e si presta molto bene al processo di semplificazione, costituendone di fatto il primo passaggio.

Basti pensare al logo di Apple e alle trasformazioni che ha subito nel corso degli anni. Inizialmente, infatti, rappresentava Newton sotto l’albero di mele da cui cadde il frutto che consentì la formulazione della legge della gravitazione universale. Non solo, il logo riportava persino la dicitura: Newton, una mente sempre in viaggio attraverso strani mari di pensiero… da sola.

La Apple voleva sottolineare in questo modo il proprio carattere di azienda innovativa. Di fatto, però, il logo era troppo complesso. Apple decise così di adottare una nuova strategia indirizzata verso una versione decisamente più semplice del logo, che prima è diventato una mela con i colori dell’arcobaleno e la scritta Think Different e poi è diventata la semplice mela nera con il morso.
Apple è uno degli esempi più riusciti di brand simplification del logo che, di solito, perde le scritte e diventa un semplice pittogramma.

Negli ultimi anni, molti marchi hanno percorso questa strada tra cui Spotify, Airbnb e Nike. In Italia, per esempio, lo stesso processo è stato messo in atto da Cesare Paciotti che, nel 2018, ha semplificato il propio logo diventando semplicemente Paciotti.
L’azienda ha attraversato un periodo di difficoltà, da cui sono riusciti a uscire. Per iniziare il nuovo corso, la casa di moda ha deciso di adottare un processo di brand simplification, con l’intento di conquistare un tipo di utente più moderno.

Per spiegare il perché del restyling semplificativo del brand, il responsabile della supervisione amministrativa ha dato una motivazione che si può considerare quasi una definizione di brand simplification: “Per far fronte al futuro il brand deve essere più diretto e riconducibile a un mondo in modo chiaro e preciso”.

Rina Zamarra