Less is more – Quanto è complicato fare un sito semplice

Il motto che offre il titolo a questo post è divenuto ormai assai noto, ed abusato anche in ambito digital, ma affonda le sue radici su un terreno di ricerca formale tutt’altro che banale.

Padre della sintesi è Ludwig Mies van der Rohe, esponente di quel Movimento Moderno che ha avuto il merito di innovare profondamente l’architettura e il design a cavallo fra le due guerre mondiali, influenzando in seguito ampia parte delle scelte stilistiche del resto del secolo, in settori attigui come appunto l’urbanistica e l’architettura ma anche in campi diversi che coinvolgono la produzione industriale in genere e il mondo della moda e dell’alta tecnologia in particolare.

mies van der rohe

Nel divenire dei significati Less is more è divenuto il simbolo di una ricerca di sintesi votata all’eliminazione del superfluo.

Proprio come sosteneva Mies va der Rohe, asciugare un’opera dei suoi dettagli inessenziali è un’arte piuttosto complicata, molto più di quanto potrebbe sembrare superficialmente.

design minimal

La ricerca di pulizia nel design è divenuta nel tempo sinonimo di studio dell’essenziale: questo approccio, di tanto in tanto, affiora anche nella realizzazione di siti web, ovvero nel webdesign, dove le mode del gusto si intervallano alle oggettive innovazioni tecniche, che ovviamente tendono a sovvertire ogni volta l’ordine delle priorità cambiando le urgenze in funzione delle evoluzioni della Rete.

Ogni tanto il design digitale ritrova la sua strada verso lo stile minimalistico – ma ordinato, asciutto, pulito – che torna sotto diverse forme ogni volta, imponendo periodiche rivisitazioni del concetto del Less is more, vero tormentone sempreverde.

Ultimo in ordine di tempo è il responsive design quello che ha avuto il merito – e l’onere – di riprendere il vecchio adagio per applicarlo alla nuova tecnologia.

Siti che si adattano ad ogni device e che cercano di offrire tutto ciò che serve senza stracaricare gli schermi di orpelli ingombranti, e quindi aggiungendo o levando dettagli a seconda delle economie spaziali a disposizione nei display dei vari dispositivi che si connettono al sito.

La ricerca di pulizia ed ordine è oggi quanto mai doverosa ed appagante, fatemelo scrivere.

Ma anche straordinariamente impegnativa, se si considera che l’accoppiata CSS 3 e HTML 5 ha ampiamente contribuito a complicare ed arricchire le possibilità espressive su pagina, concedendoci effetti, funzionalità e sintassi che un tempo ci saremmo letteralmente sognati.

Ben venga comunque l’eterno ritorno di moda del Less is more, ottimo nel web design ma validissimo anche in diverse altre circostanze della vita.

In suo omaggio vale la pena di chiudere rapidamente questo post, dunque.

Post che si poteva scrivere in mille altri modi diversi.
Post che non vi ha detto nulla di nuovo ma che può offrirvi infinite suggestioni illuminanti; provare per credere.
Post che voleva essere molto più corto di così, in ogni caso; ma come sempre non sono abbastanza bravo da essere sintetico, non abbastanza scaltro per risultare asciutto e stringato ma comunque esaustivo.
Insomma un post che voleva dire tutto e non vuole dire niente; quindi un post come dovreste leggerne più spesso.

Ma less is more, appunto; quindi anche meno, se possibile.

less is more