Come progettare un marchio: alcuni consigli utili

Viviamo in una società in cui i brand hanno un’esposizione globale costante, 24 ore su 24, e su molteplici canali comunicativi differenti. Per questo motivo, quando un’azienda decide di progettare un marchio o di fare un rebranding, è fondamentale valutare con attenzione ogni passo da compiere, affidandosi a professionisti della comunicazione.

La costruzione di un’identità avviene necessariamente attraverso alcune fasi imprescindibili, che includono elementi diversi. Ognuno di loro, però, agisce in sinergia per definire il marchio. Stiamo parlando di:

  • Naming, ovvero il processo con cui si identifica il nome
  • Scelta di logo e colori, che traducono il nome in forma
  • Ideazione dello slogan, rappresentato da poche parole che evocano subito la mission dell’azienda

Questi tre elementi, in particolare, sono le fondamenta sui cui elaborare poi il packaging e tutte le attività che vengono svolte per rendere il bene o il servizio disponibile. Sono parte integrante del marchio, perché nella maggior parte dei casi sono legati indissolubilmente uno all’altro. Solo in alcune fortunate eccezioni, come per il Just Do It della Nike o il doppio arco dorato di McDonald’s, lo slogan o il logo arrivano addirittura a sostituire il nome vero e proprio.

Progettare un marchio

Il magico potere del logo

Il logo, così come ogni altro elemento grafico, interpreta l’essenza di un prodotto o di un’azienda, diventandone lo strumento essenziale per il branding. Chiaramente, tale efficacia si plasma su fattori chiave come l’unicità, la qualità e l’attrattiva nei confronti dei clienti.

Secondo uno studio dei ricercatori del MIT, un buon logo ha un potere eccezionale sulla predisposizione all’acquisto. Basti pensare a multinazionali come Apple, Starbucks e Michelin, il cui nome viene spontaneamente associato al logo corrispettivo: la mela, la sirena o il Bibendum, l’omino fatto di camere d’aria.

La ricerca ha dimostrato come il logo sia capace di aiutare i manager a tradurre in immagini i benefici offerti da un servizio o da un prodotto. In poche parole, è la sintesi più immediata di un’azienda, in grado di trasmettere associazioni positive e identificative. L’impatto generato da un logo efficace si traduce così in consensi e performance di vendita positive.

Ogni dettaglio è importante

Un brand non diventa forte solo per un logotipo particolare e facilmente riconoscibile, ma deve essere anche innovativo e sorprendente. Prima di iniziare a progettare il marchio, è quindi consigliabile lavorare su un brief, ovvero su una strategia chiara e ben delineata che permetta di canalizzare le idee creative.

Meglio non affidarsi troppo all’intuizione folgorante, ma costruire un’identità scrupolosamente, come se fosse un grande puzzle da comporre con cura e precisione. Studiare la cultura aziendale serve per comprendere a fondo l’ambiente in cui ci si sta muovendo: la sua storia, l’etica e le persone che l’hanno aiutato a crescere, ma non solo. È importante capire anche il target di mercato a cui si fa riferimento, concetto alla base di ogni piano di marketing.

Il logo è chiaramente importantissimo, ma è preferibile considerare la brand identity come un organismo simbiotico. Tutte le informazioni che si vogliono comunicare sono importanti per presentare al meglio un’azienda. Una volta osservato il quadro generale, è il compito di chi progetta il brand scoprire quel dettaglio speciale che rende l’azienda diversa dalle altre. Identificato quel “plus”, si è già a metà strada: basterà mettere in campo l’immaginazione.

L’erba del vicino è davvero più verde?

Fare ricerca, ovvero prendere ispirazione da chi ha già saputo progettare un marchio in maniera innovativa, è un momento chiave per il branding. In questa fase cruciale vanno osservati i colori, i font e gli stili utilizzati dai competitor, cercando di capire il motivo del loro successo. Cosa spinge i consumatori a preferirli ad altri?

Non esiste una regola generale per stabilire gli ingredienti segreti nascosti in un marchio. L’unica cosa certa è che dietro c’è sempre il lavoro certosino di un team di professionisti. Ispirarsi significa quindi analizzare il processo creativo e soprattutto non copiare. Una cosa è infatti certa: i brand più famosi al mondo sono unici, sotto ogni aspetto. Parafrasando il comune detto, se l’erba del vicino sembra più verde, allora piantiamo tanti fiori colorati.

La semplicità vince sempre

Soprattutto nel caso in cui si desideri un marchio in cui nome, logo, colori e slogan possano interagire tra di loro, il fil rouge da seguire sarà la semplicità. Ciò non significa che il brand debba essere banale, anzi, tutt’altro. Ci vogliono grandi doti creative per trasformare un’idea geniale in un progetto grafico che sia facile da riconoscere e pulito.

Tutto deve essere perfettamente bilanciato, per creare un’armonia di colori e segni che trasmetta un’immagine chiara e precisa. Chi compie questo tipo di lavoro ha un senso estetico molto spiccato, che in un certo senso si avvicina a quello di un artista. E forse è proprio questo che permette a un marchio di diventare famoso: in esso deve essere rinchiuso un piccolo mondo speciale, che ricordi subito al consumatore tutti i motivi per cui continuare a sceglierlo e ad amarlo.

Grazia Berva