In ricordo di Milton Glaser, il creatore del logo I love New York

Il 26 giugno scorso (proprio nel giorno del suo compleanno) ci ha lasciato, a novantuno anni, Milton Glaser, uno tra i maggiori esponenti della grafica contemporanea.
Se a qualcuno il nome non dice molto, di sicuro “parlano” di lui i suoi tanti e noti lavori, primo fra tutti il celeberrimo logoI Love New York”, a lui commissionato nel 1976 dal Department of Commerce della Grande Mela per promuovere il turismo nella metropoli statunitense, “I Love N Y” è infatti diventato una vera e propria icona, riportata su innumerevoli capi di abbigliamento e gadget, ma anche utilizzato in tutte le salse in moltissimi contesti e anche “copiato” da moltissime altre città per la loro promozione.

Logo - I Love New York - Glaser
Il logo “I love New York” di Milton Glaser.

Non è questa, però, l’unica opera che ha reso famoso il grafico e illustratore newyorkese che si è sempre impegnato in una vasta gamma di discipline di design. Ricordiamo infatti anche il famosissimo poster del 1966 che ritrae Bob Dylan, utilizzato poi come copertina di un Greatest Hits del cantautore statunitense (l’immagine della silhouette nera su fondo bianco di Bob Dylan con i capelli a onde fluorescenti, stile “figli dei fiori” tanto per intenderci, ispirato all’autoritratto bicromatico di Marcel Duchamp), anch’esso divenuto un simbolo, e nello specifico della gioventù e del pop degli anni Sessanta e Settanta.

poster bob dylan - glaser
Il celebre poster di Bob Dylan realizzato da Milton Glaser.

Tra le sue creazioni più conosciute, anche il logo per la casa editrice di fumetti statunitense DC Comics, utilizzato fino al 2005, conosciuto come “Bullet Logo” o “DC Bullet”.

the bullet - Milton Glaser
Il logo DC Bullet di Milton Glaser

Immagini che restano e che hanno creato un impatto visivo che va ben oltre il loro tempo, che simboleggiano un’intera cultura e che hanno il potere di portare subito il pensiero da un segno grafico a un concetto, facendo diventare oggetti comuni (manifesti, stampe, copertine di libri e dischi, ma anche articoli di cancelleria, segnaletica ecc.) oggetti d’arte.
Un grande impatto, quindi, sull’immaginario visivo moderno per il fondatore, assieme a Clay Felker, del “New York Magazine” (del quale Glaser è stato presidente e direttore del design fino al 1977) e che ha avuto una frequentazione assidua anche del nostro Paese.

Negli anni Cinquanta, infatti, Glaser studia anche a Bologna, all’Accademia di Belle Arti, con maestri quali Giorgio Morandi, e per diverso tempo, negli anni Settanta, dal suo genio nascono molti celebri manifesti per note aziende (Olivetti, Campari Soda…), materiale pubblicitario per diverse città italiane e la collaborazione a riviste quali “L’Espresso”.

Docente in moltissimi istituti (è stato anche membro eletto della Pinacoteca di Bologna) e insignito nel corso della sua vita di un gran numero di premi e riconoscimenti, Glaser è stato anche curatore di molte tra le maggiori esposizioni mondiali, compresa la Biennale di Venezia, ed ha partecipato a moltissime mostre, anche in Italia.

Tratti essenziali e puliti, i suoi, che hanno avuto il potere, nella loro apparente semplicità, di diventare universali, globali (“I Love N Y” è tra l’altro esposto al MoMA), che si discostavano dallo stile grafico più comune al tempo, ma che hanno tratteggiato in modo potente un’intera epoca e che in breve tempo hanno conquistato tutti e gli hanno dato fama, rendendolo una delle figure più influenti nel mondo del design e dell’illustrazione.

Alessandra Buschi