Alka, l’Agenzia delle Entrate e i dubbi del freelance

Sveglia imbrunita stamane. Cerco nel caffè quell’entusiasmo che non hanno portato i sogni. Il caffè mi riprende un po’, entusiasmo comunque zero.

Il mio cane, che poi non è esattamente il mio cane, invece è fomentatissimo. Mi assale, fa le feste, salta. Sono tipo le 8. Mi lascio contagiare dall’euforia canina. Va bene, andiamo.

mindi
Mindi che zozza la copertina appena lavata. Foto d’archivio.

Il menù del giorno prevede una visita all’Agenzia delle Entrate. Niente di impegnativo, penso. Una gita di piacere a Trastevere. Trastevere è sempre bello.

Entro ed è cambiato qualcosa nell’Agenzia. Non ci sono più i numeretti. Meglio, almeno non prendo quello sbagliato. C’è la fila, due ragazze distribuiscono i numeretti giusti, a mano.

Mi metto in coda. Mi guardo intorno. Roba di tre quarti d’ora almeno. Per forza, guarda quanta gente…

Sono cambiato, penso. Qualche anno fa mi sarei subito innervosito per la coda. Invece no, sono calmo. E faccio bene, tutto sommato la fila scorre.

Nella mia immaginazione l’Agenzia delle Entrate ha un duplice ruolo. Da una parte è un monstrum minaccioso che può decidere di sua sponte di divorarti, un giorno, così, senza motivo. Un Leviatano light, diciamo. Dall’altra è però anche un luogo vitale. Il luogo di riferimento dell’imprenditoria romana. Per questo, forse, mi fa piacere stare in coda. Mi guardo attorno, cerco di capire come sono gli imprenditori romani. Che poi lo so come sono. Però non li conosco mica tutti.

Ma poi è tutta fantasia. Ché intorno sono quasi tutti stranieri. Devono fare qualcosa coi permessi di soggiorno, così dice quello davanti a me. Che è argentino, mi sa. Vabbè comunque ho fatto bene a stare calmo. Un’oretta e mezza e sono fuori, vivo, coi due fogli che mi servivano.

Tornando alla macchina penso a cosa devo fare durante il giorno. Allora…vediamo…devo sicuramente alzare il budget della campagna Adwords di Rodrigo.

Fa il medico Rodrigo, non si chiama Rodrigo, e ci ha contattato perché vuole lavorare come medico a domicilio.

E’ un medico serio Rodrigo. Serio nel senso che è bravo, lavora in ospedale e fa tutto quello che ti aspetteresti da un bravo medico…Mi domando perché abbia deciso di fare il medico a domicilio. No perché comunque ha una certa età. Chi glielo fa fare?

Ma va bene. La gente ha risorse inaspettate. La campagna Adwords comunque funziona. E’ andata sempre bene, da sola, mica è merito mio. Tanto che appunto Rodrigo vuole alzare il budget.

L’advertising funziona, c’è poco da fare. Chissà se alla fine è meglio l’advertising o la SEO. Non si è mai capito. Vanno fatti tutti e due. Certo. Ma se uno dovesse scegliere?

Appena lo vedo glielo chiedo a Fabio.

Una ragazza si domanda se è meglio la SEO o l’advertising.

Ah ma poi oggi devo anche fare un’altra campagna adv. Solo su Facebook, non su Google. Per Carmela, che non si chiama Carmela ed è in realtà un negozio d’abbigliamento. Piccolo ma serio, credo. Serio nel senso che lavora da anni, non è fallito. Anzi, ha aperto pure l’e-commerce. Solo che l’-commerce non vende. E allora mi ha chiamato per vendere online. Che poi è il mio lavoro alla fine. La gente mi chiama per quello.

Io le ho detto, va bene facciamo un test di adv su Facebook. Mi pareva giusto. Un test, vediamo. Come andrà? Ho sbagliato?

Quando vedo Fabio glielo chiedo.

Non lo so mica come andrà. Perché l’abbigliamento…L’abbigliamento è complicato. Se hai un negozio, hai un numero di competitor limitato. Se hai un e-commerce, competi con tutta Italia.

Certo se vendi una cosa particolare…Che ne so, le scarpe di canapa. Allora sì che vendi. Perché le scarpe di canapa le vendi solo tu. Sempre che le scarpe di canapa piacciano a qualcuno, che è un altro problema mica da poco.

Ma Carmela comunque non vende cose particolari, vende vestiti…che deve fare un consulente di marketing? Forse deve dire a Carmela che no, deve vendere le scarpe di canapa, basta vestiti normali. Deve vendere la “mucca viola”, il prodotto viola.

Però a lei il negozio funziona. Funzionerà pure l’e-commerce, no?

E’ che online c’è Amazon che è maledetto. Vende tutto, sempre. A prezzi bassi. Come lo superi Amazon? Ehhh…lo superi con la selezione dei capi, con la fiducia nel piccolo negozio…lo superi magari no. Ma diciamo riesci a fare una cosa. Qualche vendita. Massì dai, ci riesci. Ci riesco.

Mettici la faccia, le ho detto a Carmela. Amazon non è che abbia questa bella faccia. Mettici la tua. Magari è meglio. Secondo me è meglio. Avrò fatto bene a dirle questa cosa?

Mah…quando lo vedo glielo chiedo a Fabio.

Poi a parte Rodrigo e Carmela devo postare su Web Crew, come sempre. Che posto?

Mi sa che posto l’ultimo articolo di Alessandra. Sì dai, l’ultimo di Alessandra, andata. E’ proprio brava Alessandra. Poi da quando fa l’editor a tempo pieno… Non devo mai correggere niente. Tutto perfetto, pulito. Zero errori. Quasi sto in difficoltà a scrivere io da quando Alessandra fa l’editor a tempo pieno.

Che tipo l’altra volta mi dice: “Io poi levo tutti questi ‘ma’ a inizio frase. Non mi piacciono”. E in effetti c’ha pure ragione. Ma a me mi piacciono i ‘ma’ a inizio frase.
Cosa avversa il ‘ma’ a inizio frase? Mah…In effetti…Vabbè diciamo che se scrivo per un cliente il ‘ma’ a inizio frase non ce lo metto. Ma adesso è sera, sul blog di Web Crew, siamo tra amici…

Un’altra volta Alessandra mi fa: “Basta con tutti questi scrittori che si credono chissà chi. Scrivono testi pieni di errori pensando che tanto le trame spaccano. E invece fanno schifo, le trame”.

Ma infatti. C’ha ragione. Pure io che continuo con questi ‘c’ha’. E’ un testo pieno di errori, e fa schifo pure la trama.

E niente, è così. Se hai la collega editor non scrivi più, c’è poco da fare.

Va bene. Postare l’articolo di Alessandra su Web Crew. Poi?

Capirai devo rifare quell’altro sito del network. Quel sito è una crosta immane da anni. Va rifatto. Mi vergogno pure a linkarlo tanto sta messo male. C’avrebbe pure il profilo Instagram plausibile quel sito. M’immagino la gente che va sul profilo IG caruccio e magari pensa “chissà questi chi sono? Sembrano bravi…” clicca sul sito e…niente, la crosta immonda.

Sì, sì. Oggi mi ci metto e lo rifaccio.

Così pensavo.

Poi invece niente, non l’ho rifatto. Mi son messo a scrivere questo pezzo. Mi sa che ho sbagliato, era meglio se rifacevo il sito.

Era meglio?

Appena lo vedo glielo chiedo a Fabio.