Cos’è il crowdfunding e perché se ne parla tanto

Il crowdfunding, ovvero un “finanziamento collettivo” di un gruppo di investitori che, con il proprio denaro, contribuiscono a sostenere iniziative e cause di vario genere.
Piccoli contributi, dunque, che se sommati possono davvero aiutare la realizzazione di un’idea, di un progetto o di un’iniziativa che possono avere carattere economico, ma anche sociale, culturale o benefico.
Un fenomeno che, così come lo intendiamo oggi, ha trovato notevole impulso grazie al web, partendo dall’Australia e dagli Stati Uniti, di cui però si hanno esempi già in pratiche che risalgono al Settecento e all’Ottocento e, sotto forme simili, anche in epoche più lontane.

Una fonte di finanziamento che sembra destinata a una forte ascesa e che si è diffusa in modo particolare nel momento in cui Barack Obama è riuscito, proprio con una raccolta fondi di questo genere, a sostenere parte della sua campagna elettorale.
Una pratica che contempla diverse tipologie di finanziamento collettivo. Tra queste, la raccolta fondi rappresentata dalla classica donazione, in genere promossa da organizzazioni senza scopo di lucro, e anche il reward-based crowdfunding, che prevede una ricompensa non monetaria in cambio di una donazione in denaro. Tra le altre tipologie c’è il cosiddetto finanziamento collettivo civico, di cui si avvalgono talvolta comuni e altri enti per intervenire in opere pubbliche o per progetti di interesse sociale, i microprestiti a persone o imprese e il finanziamento sotto forma di capitale di rischio, il cosiddetto “equity crowdfunding”, che dà diritto a chi dona di acquisire un vero e proprio titolo di partecipazione in una società.

È quest’ultima la sola forma di crowdfunding regolamentata in Italia, disciplinata con il decreto n. 179/2012, convertito poi nella legge n. 221/2012 e per il quale nel 2013 Consob ha emanato un apposito regolamento con lo scopo di creare un ambiente affidabile e di fiducia per gli investitori. Il D.L. 3/2015 ha poi esteso la possibilità di crowdfunding alle PMI innovative e, con il successivo D.L. n. 50 del 2017, tutte le PMI costituite sotto forma di S.p.A e di S.r.l. possono avvalersene.

Il web sembra quindi essere un ottimo luogo per far sì che privati e piccole e medie imprese possano accedere a somme di denaro per sostenere i propri progetti. Qui l’incontro tra la domanda di finanziamenti e utenti disposti a sostenere economicamente una causa è realizzato tramite piattaforme o portali web, come Patreon, che si pongono quali intermediari tra i promotori del progetto e i donatori, in particolare nell’ambito dei social network. Piattaforme che possono essere di varia tipologia, a seconda siano specializzate in un particolare settore o prodotto, oppure destinate a finanziare progetti di tipo diverso.

Un sistema oggi sempre più utilizzato, quello di chiedere aiuto alla “folla” del web, di cui in Italia abbiamo come esempio significativo la campagna lanciata per la ricostruzione della “Città della Scienza” a Napoli, distrutta nel 2013 da un incendio doloso, ma che in generale sembra aver assunto le caratteristiche di una forma di finanziamento alternativo ai classici canali di accesso al credito per molti privati, aziende e organizzazioni, in linea in effetti con i cambiamenti legati al nostro modo di essere in comunicazione e di poter raggiungere un numero molto esteso di possibili finanziatori.

Alessandra Buschi