Report sull’influencer marketing pubblicato dall’ONIM

In Italia qual è la situazione dell’influencer marketing? Ha provato a spiegarcelo il primo report stilato dall’ONIM, l’Osservatorio Nazionale sull’Influencer Marketing, uscito a luglio dello scorso anni. I dati sono stati ricavati dallo studio sul duplice fronte influencers e marketers, 400 in totale. Da rilevare che si tratta della prima analisi di questa portata della situazione in Italia.

Le statistiche del report

Quello dell’influencer marketing è un mercato economico a tutti gli effetti, con una parte che vende i propri servizi e un’altra interessata ad acquistarli. Il quadro restituito dall’ONIM palesa che quello italiano è in fase più acerba rispetto ad altre nazioni, ma con decisi segnali di crescita.
I committenti più numerosi, un 66,7% hanno sfruttato l’IM solo per 1-3 campagne a basso budget nell’ultimo anno, ma con un alto grado di soddisfazione. Una percentuale analoga si propone infatti di alzare il budget. Ancora modesto però il numero di aziende e professionisti che vi si rivolgono in modo massiccio, solo il 13%.

Obiettivi e settori

Perché rivolgersi all’influencer marketing? Il report dell’Onim ci rivela che i committenti sono interessati a:

I settori in posizione predominante sono fashion a quota 17% e food&beverage con analoga percentuale. Forte crescita per il settore travel.

La scelta degli influencer e i pagamenti

Individuare il soggetto adatto è una delle priorità in ambito influencer marketing. Il rapporto dell’ONIM mostra che la fase di outreach è ancora largamente basata sul “fiuto” dei committenti anziché su analisi e tool appositi. Su cosa basano le loro valutazioni? In particolare su engagement e capacità di produrre contenuti di qualità.
La maggior parte di loro punta soprattutto ai micro influencer, che tra l’altro consentono il contenimento del budget. I pagamenti medi si attestano infatti sui 3-600 €, sotto forma di denaro, prodotti o servizi. Difficilmente potrebbero motivare Chiara Ferragni… In una percentuale non irrilevante, circa il 10% anzi, non vengono neppure contemplati.
Il pagamento a contenuto è la forma pattuita in oltre la metà dei casi, mentre quello a percentuale sui risultati e quello misto si spartiscono la quota rimanente, 14% il primo e 28% il secondo.

I canali utilizzati per l’IM e la trasparenza

Social network e influencer marketing vanno a braccetto, con re Instagram a svettare su tutti. Come detto i più ingaggiati sono i micro influencer: oltre all’economicità risultano migliori sotto il profilo credibilità. La trasparenza è in ottima crescita anche se litiga proprio con il fattore reliability. Gli hashtag #sponsored e #ads stanno diventando sempre più numerosi, difatti il 58% li usa sempre e solo un 8% mai.

Conclusioni

Il report dell’ONIM sull’influencer marketing svela una realtà di potenzialità sottostimate, ancora parzialmente “artigianale” specie riguardo ad analisi e selezione degli influencer. La fase attuale è comunque di crescita. Il consiglio è affidarsi a professionisti del digital marketing in grado di occuparsi efficacemente di tutte le complesse fasi dell’IM, raggiungendo l’obiettivo ultimo di ottimizzare il ROI.