Il personal branding funziona. Ma ne vale sempre la pena?

Con lo sviluppo di internet e dei social media in particolare, il personal branding si è affermato come concetto di marketing. La ‘promozione personale’ è passata dalla stampa di un semplice biglietto da visita con il proprio nome alla creazione di un vero e proprio “marchio di se stessi” da comunicare agli altri.

Cos’è un personal brand? Forse è anche più che un marchio: è la somma dei modi con cui ci si presenta online e offline verso i potenziali clienti.

personal branding

La costruzione del proprio brand non ha molto in comune con la vendita di un prodotto. Si tratta piuttosto di rendersi disponibili verso gli altri, che siano clienti o colleghi, magari attraverso account come Facebook, Twitter e LinkedIn, ma non esclusivamente attraverso questi canali. Anche l’interazione con la gente al di fuori della sfera online è una componente importante e in un certo senso contribuisce a confermare ciò che si propone attraverso i social media.

L’esperienza sul lungo periodo insegna che questa strategia di posizionamento sociale funziona, e quindi – soprattutto negli ultimi anni – si è vista una vera rincorsa alla costruzione del brand personale da parte di moltissime persone.

In particolare, sembra che dopo l’elezione di Donald Trump alla presidenza degli Stati Uniti il concetto di personal branding abbia conosciuto una crescita costante: cosa che non stupisce visto che l’intera carriera di Trump è caratterizzata dalla creazione di un fortissimo marchio personale. Ciò che andrebbe però sottolineato è che questa strategia funziona se c’è un valore reale alla base del branding.

Il problema è che spesso il concetto di personal branding viene recepito in modo errato da chi lo dovrebbe mettere in pratica. Spesso, ad esempio, viene usato come un mero sinonimo del termine visibilità, elemento che invece dovrebbe esserne solo una componente. Il vero scopo del personal branding, infatti, è comunicare e consegnare valore agli altri. Se alla base non c’è questo valore, il personal branding è in definitiva inutile. Anzi, dannoso.

Del resto, chi vorrebbe davvero avere a che fare con una persona che nasconde le proprie carenze ed i propri difetti attraverso la costruzione oculata di un’immagine di sé? Purtroppo, l’impressione è proprio che il concetto di personal branding sia utilizzato più per nascondere dei vuoti che per colmarli. Ed in questo senso non vale la pena perdere molto tempo per promuovere sé stessi se di fatto non si è in grado di sostenere la responsabilità personale che ne deriva. È meglio saper coscienziosamente coltivare la propria personalità piuttosto che costruire un marchio con cui tentare di affermare sé stessi.