La scrittura con la ‘s’ minuscola

Dai reperti ritrovati sappiamo che la scrittura per esprimere il linguaggio con lettere o altri segni è stata preceduta da quella dei numeri, o meglio dalla loro rappresentazione grafica. Un’esigenza, per l’essere umano, quella di “tenere i conti”, che ha portato a cercare un sistema di registrazione che andasse oltre la trasmissione orale.

In generale si può dire che la scrittura – a partire dalla proto-scrittura, venuta prima della scrittura vera e propria – nasce dall’esigenza di trasmettere informazioni, e ha acquisito via via valori diversi nel tempo. Si pensi per esempio a come essa abbia rappresentato, in molte culture ed epoche, qualcosa di esclusivo per determinati ceti e ranghi, assumendo quindi un valore di status.
Contenuti diversi, valori diversi, forme diverse, dunque.

Copywriting

I nostri tempi, fortemente caratterizzati dalla scrittura, vedono degli adeguamenti del tipo di scrittura rispetto al suo impiego. Qualcosa che ci tocca da vicino e che va di pari passo con l’evoluzione dei media, con il passaggio dall’utilizzo dei mezzi di comunicazione di massa più classici all’impiego dei cosiddetti “new media”, ovvero tutte quelle innovazioni tecnologiche che in un tempo molto breve hanno rivoluzionato non solo il copywriting, ma tutta la nostra quotidianità.

Ed ecco così, per esempio, che oggi anche quella “scrittura commerciale” che comunque detiene un ruolo di “serie B” rispetto alla scrittura che potremmo definire “artistica”, deve adeguarsi a una sempre più sentita tendenza di immediatezza e di brevità.

Un ruolo secondario, quindi, quello della scrittura commerciale rispetto alla sua sorella “più colta”, che viene amplificato dalla necessità di ridurre le dimensioni dei testi che devono adeguarsi a contenuti non solo testuali, ma anche di altro genere (podcast, video, immagini…), che oggi caratterizzano il modo di fare comunicazione sui nuovi media. Sappiamo infatti quanto sia di maggiore effetto toccare più canali comunicativi, soprattutto il visivo, in quanto questo stimola con più immediatezza rispetto a un testo scritto, al quale viene invece destinato soprattutto il ruolo di mantenere l’attenzione.

Se quindi da una parte il testo continua a essere parte della comunicazione commerciale, esso è diventato uno dei diversi elementi con cui la comunicazione viene messa in atto e deve pertanto essere adattato negli spazi e nella forma perché continui a rappresentare uno strumento efficace.

scrittura minuscola

Copy quindi che devono essere convincenti, d’effetto, persuasivi, ma in spazi brevi; che vadano a toccare il lato emozionale in modo immediato, che stimolino il pubblico e favoriscono potenziali clienti con l’impiego di poche parole, rendano interessante ciò che si propone con frasi più che mirate, sia si tratti di una lettera o di una e-mail, di una pagina web, una newsletter o la comunicazione in una mailing list.

Per far sì che la scrittura commerciale sia oggi efficace, quindi, è necessario che vengano utilizzate strategie che non annoino, stimolino una risposta – meglio ancora se riescono addirittura a precedere una domanda – invitino ad agire. Il tutto nel minor tempo possibile.

Ed ecco così anche il fiorire di molta pseudo-informazione, che può rasentare le notizie “bufala” per attrarre il pubblico e i titoli sensazionalistici che non mantengono le promesse, a discapito di una scrittura che, seppur definita “con la s minuscola” e seppur ridotta nelle dimensioni, abbia comunque cura dei dettagli, non sia un corredo tutto teso a colpire, si basi sulla trasparenza e l’attendibilità e non faccia sentire l’interlocutore un’indistinta potenziale fonte di guadagno, bensì una persona con un proprio pensiero e una propria capacità di valutazione.

Alessandra Buschi