La Domain Authority non esiste, parola di Google

Da diversi anni la SEO si nutre di infinite supposizioni, che trovano talvolta riscontro reale sugli effettivi algoritmi di Google ma che molto spesso rimangono suggestioni tutt’altro che verificabili.

Il fatto che esistesse un punteggio specifico che fosse misura della Domain Authority attribuita da Google a ciascun sito era un’idea talmente vecchia e ripetuta ad ogni angolo di web da darsi ormai quasi per scontata, come acquisizione comune ormai assodata tra i consulenti e le agenzie SEO di ogni latitudine.

Ma naturalmente era una forzatura derivata solo dalla rappresentazione semplificata che molto spesso abbiamo bisogno di farci nel momento in cui tentiamo di decifrare il complesso algoritmo di Google, algoritmo che ovviamente è segreto e su cui Google stesso è abbastanza restio a condividere informazioni puntuali e specifiche.

L’idea era sicuramente frutto dell’evoluzione del ruolo del Trust Rank per come si era andato affermando negli anni a ridosso del 2010, nel dibattito pubblico sui fattori seo.

Si riteneva che fosse possibile ed utile per Google attribuire un punteggio specifico per misurare l’autorevolezza relativa di ciascun dominio.

Ma se è vero che l’idea originale che animava il brevetto del Trust Rank agiva senz’altro al livello di pagina, ma anche site-wide grazie a quella semantica latente espressa dal dominio sul cumulo dei suoi contenuti, questo non avrebbe dovuto autorizzare moltissimi seo ad accogliere senza riserva l’idea che tale ‘autorevolezza’ fosse poi sintetizzata da un punteggio specifico capace di influire per sé stesso nella valutazione complessiva esercitata da Google.

Al contrario, a distanza di qualche giorno l’uno dall’altro, le due maggiori ‘voci’ di Google del momento, Gary Illyes e John Mueller, hanno seccamente sonfessato tale ipotesi.

Non esiste un punteggio specifico atto a misurare la ‘Domain Authority’ di un sito.

La scoperta va attribuita a Barry Schwartz su SERoundTable.com, che ha avuto il merito di notare entrambe le dichiarazioni in mezzo all’enorme flusso di comunicazione cui ormai ci ha abituato Google.

Quella di John Mueller era emersa già il 18 ottobre da un hangout in streaming dal vivo sul canale YouTube di Google Webmasters, poi riportata da SERoundTable.com.

john mueller
John Mueller

Verso il minuto 42 e 55 Mueller dice che Google non ha “qualcosa come un punteggio di autorevolezza del sito web [N.d.r. “website authority score“]”, mentre invece si affida ad una serie di segnali di tipo site-wide nella valutazione dei contenuti del dominio (in quel contesto l’argomento di discussione coinvolgeva anche il funzionamento di Google Panda).

La seconda dichiarazione raccolta da SERoundTable.com deriva invece da un tweet del 27 ottobre di Gary Illyes, Webmaster Trends Analyst di Google che sempre più spesso si occupa di supportare John Mueller nelle mansioni di quello che per anni è stato il ruolo di Matt Cutts, ovvero quello di interfaccia pubblico di Google sulle questioni più propriamente connesse con la SEO.

Gary Illyes
Gary Illyes

Anche secondo Illyes Google non calcola un punteggio complessivo sulla ‘Domain Authority’ di un sito web.

domain authority

La ‘scoperta’ è utile per mettere da parte le ormai stratificate mitologie SEO sul concetto di autorevolezza di un dominio online, gonfiate da anni di propaganda priva di verifiche, e invece concentrarsi su quei fattori site-wide che davvero possono fare la differenza nel medio-lungo periodo, ma che allo stesso tempo possono influenzare le perfomance di brevissimo periodo del singolo contenuto pubblicato, almeno per ciò che concerne il suo processo di prima indicizzazione, prima valutazione e ranking iniziale in Serp.

La semantica latente e le metriche interne al dominio sono quei fattori davvero insostituibili quando si guarda agli indicatori che coinvolgono il dominio nella sua stratificazione interna, e ciò che conta sul serio è quindi comprendere come questi fattori possano influenzare le performance soggettive dei singoli documenti pubblicati su web.

Mentre invece non serve – anche perché è ormai sconfessata da fonti ufficiali – concepire l’idea che esista un punteggio complessivo sulla Domain Authority a livello di sito, punteggio che in alcun modo come tale potrebbe giustificare – nel bene o nel male – la resa concreta del sito stesso su Google.