Il “diamante” di Porter. Un modello per capire la competitività delle nazioni

Quello di Michael E. Porter è sicuramente uno dei nomi più interessanti nel campo dell’economia.
Economista, ricercatore, autore, consulente, relatore e professore alla Harvard Business School, Porter, durante la sua carriera, ha sviluppato teorie e strategie utili per affrontare molti dei problemi che possono presentarsi in ogni tipo di economia e società.

michael porter

Notevoli i suoi contributi, oggi materia di studio in quasi tutte le università del mondo, relativi alla concorrenza sul mercato e alla strategia aziendale, allo sviluppo economico e alla competitività, all’ambiente, alla responsabilità sociale delle imprese e all’economia dell’assistenza sanitaria, con principi che oggi sono largamente applicati sia da governi sia da professionisti dello sviluppo economico a livello globale.

Tra questi, il modello delle “cinque forze competitive” da lui proposto, che rappresenta un valido strumento per analizzare e migliorare la capacità di ogni tipo di economia valutandone i concorrenti diretti e potenziali, nonché il potere contrattuale di fornitori e clienti.

Nel 1990 Porter ha proposto nel suo The Competitive Advantage of Nations (in Italia pubblicato da Mondadori nel 1991 con il titolo Il vantaggio competitivo delle nazioni) un modello economico conosciuto poi come “il diamante di Porter”, basato sullo studio di cento settori in dieci nazioni.

Ciò che Porter sostiene è che la chiave per il vantaggio e la ricchezza di una nazione sia rappresentata dalla produttività delle imprese e dei lavoratori e che l’ambiente nazionale e regionale può supportare tale produttività.
Un modello, il suo, che sottolinea quindi che la prosperità di una nazione deve essere creata al suo interno.

La sua proposta è quella di un modello in cui vengono individuati quattro fattori tra loro collegati che determinano il vantaggio competitivo di una nazione e che possono portarla al successo in un settore industriale:

  • dotazione dei fattori: la posizione di un paese rispetto ai fattori di produzione, ovvero fattori di base (le risorse naturali, il clima, la localizzazione geografica e gli aspetti demografici) e fattori avanzati (comunicazioni, lavoro qualificato, ricerca, tecnologia, istruzione);
  • condizioni della domanda: una forte domanda interna crea consumatori sofisticati ed esigenti, stimola il miglioramento della qualità e la produzione di prodotti che saranno poi apprezzati anche dai consumatori esteri, mantenendo un vantaggio competitivo;
  • industrie correlate e di supporto: si creano gruppi (cluster) di industrie che permettono il miglior coordinamento della produzione e favoriscono l’innovazione, stimolando la crescita;
  • strategia di impresa, struttura e concorrenza: le condizioni che regolano il modo in cui vengono create, organizzate e gestite le imprese e la concorrenza interna, la quale svolge un ruolo determinante nel guidare l’innovazione, stimolando il settore.

Porter prende inoltre in esame nel suo modello anche il ruolo del governo, che può favorire la domanda e le imprese, incoraggiandole ad aumentare le loro prestazioni, con conseguente beneficio economico interno e una maggiore esportazione.

Da considerare inoltre il “caso”, ovvero quell’insieme di eventi casuali che possono provocare il successo o il fallimento di un settore indipendentemente dall’operato delle singole aziende.

Alessandra Buschi per Web Crew