La crescita esponenziale del traffico dei nuovi siti non è infinita

Uno dei fattori che indiscutibilemente influenza il traffico in ingresso e il posizionamento di un sito internet sui motori di ricerca è la quantità di contenuti che vengono pubblicati su tale sito internet. Ed anche, come è noto, il ritmo con cui i contenuti vengono pubblicati.

Tale fenomeno, abbastanza banale, è noto da anni e viene spesso riassunto nella formula ‘Content is king‘ che segnala anche quanto sia importante la ‘qualità’ di questi contenuti.

I publisher più avvertiti e addentro al settore hanno nel corso del tempo metabolizzato questa formula. E perciò – giustamente – iniziano nuovi progetti web garantendo ai propri siti internet buoni ritmi di pubblicazione dei contenuti.

E gli effetti sono evidenti sin da subito. La curva del traffico organico in ingresso al sito cresce nei primi mesi in modo esponenziale.

Se dunque un sito internet ‘sfrutta’ bene gli articoli postati sul proprio dominio nei primi mesi, il grafico delle visite testimonierà aumenti di traffico e tassi di crescita assolutamente notevoli.

crescita

Tuttavia, quello che spesso mi è capitato di riscontrare è che tale tasso di crescita tende ad affievolirsi nel tempo, anche in casi in cui i siti vengono complessivamente ben gestiti. Perché avviene questo fenomeno?

Sintetizzando, potremmo dire che in ogni sito web agiscono variegati fattori. Alcuni tendono a far aumentare il traffico, altri a farlo diminuire.
Menziono brevemente quattro di questi fattori, che ritengo importanti (ce ne sono naturalmente molti altri):

  1. Aumento quantitativo dei contenuti: se aumentano i contenuti pubblicati su un sito internet, le visite tendono naturalmente ad aumentare.
  2. Trust del sito web su Google: se aumentano i contenuti pubblicati con un buon ritmo di publishing, il sito internet tende a migliorare la propria autorevolezza complessiva agli occhi di Google. Soprattutto se un buon ritmo di posting viene mantenuto nel tempo.
    Il semplice scorrere del tempo, da questo punto di vista, gioca a favore dei publisher online. Con ciò intendo dire che Google apprezza siti che postano con costanza un buon quantitativo di articoli. E questo, al di là del punto uno, ha un effetto moltiplicatore.
    Le visite non aumentano quindi solo sugli indirizzi dei nuovi contenuti ma anche sulle ‘vecchie’ pagine (sempre e solo se si lavora bene).
  3. Aumento percentuale dei contenuti: se un sito è composto, nel momento della prima messa online, da dieci pagine istituzionali, pubblicando dieci articoli in un mese il gestore del sito farà aumentare del 100% la quantità complessiva dei propri contenuti. E ciò ‘spingerà’ ad un aumento del traffico.
    Se il mese dopo il gestore del sito postasse altri dieci contenuti, l’aumento proporzionale dei contenuti complessivi sarà però del 50%. Al decimo mese, altri dieci contenuti, porteranno ad un aumento percentuale dei contenuti del 10%.

    Va quindi sottolineato che la crescita esponenziale del traffico nei primi mesi non dipende solo dai primi due punti, ma anche dall’aumento percentuale della quantità complessiva dei contenuti. Restando fermo il ritmo di publishing, nel tempo, l’aumento percentuale dei contenuti tende a diminuire.

  4. La ‘nicchia’ e la concorrenza: la quasi totalità dei siti internet rivolge la propria comunicazione, i propri prodotti e i propri contenuti ad una più o meno ampia ‘nicchia’ di persone.

    Tale nicchia è inoltre un ambiente in cui si muovono, nella stragrande maggioranza dei casi, anche altri siti internet. Gli utenti potenzialmente interessati a determinati tipi di contenuto sono perciò comunque limitati e vanno comunque ‘divisi’ tra i vari competitors del settore.

    Facciamo un semplice esempio immaginario: in un determinato settore ci sono solo 100 persone potenzialmente interessate ad un certo tipo di contenuti e solamente due publisher che provano a fornire tali contenuti. Uno dei publisher raggiungerà facilmente 10 persone. Se lavora bene potrebbe con semplicità raggiungerne anche 30, o 50, o anche 70. Ad un certo punto faticherà però di più, rispetto all’inizio, a conquistare nuovi lettori. Questo quarto punto spinge perciò, nel tempo, a far diminuire il tasso di crescita dei siti internet. Tale problematica è tra l’altro molto sentita anche nella carta stampata.

In buona sostanza quindi potremmo dire che nei primi mesi i fattori che spingono alla crescita del traffico sono quasi sempre superiori a quelli che spingono alla stabilizzazione. Ad un certo punto però – assai difficile da individuare all’inizio – il numero di visite tende a stabilizzarsi.

Per superare questa impasse, qualora si verifichi, si può comunque provare ad aumentare la percentuale di nuovi contenuti postati rispetto al totale dei contenuti (cosa che però con siti di grandi dimensioni diventa estrememante costoso), oppure si può provare a variare il target di lettori a cui ci si rivolge. Cosa anch’essa possibile, ma comunque complessa, perché la variazione del target può portare sì ad un aumento dei lettori, ma anche ad una loro diminuzione.

Qualora il fenomeno qui descritto si verificasse, bisogna avere ben chiaro che esso non dipende necessariamente da errori commessi nella gestione del sito. Potrebbe, tutto sommato, non verificarsi o verificarsi quando si sono già raggiunti i propri obiettivi commerciali. Cosa che, naturalmente, auguro a tutti.