Intervista a Lucia Isone sulla SEO per e-commerce

In dieci anni di carriera nell’industria seo io e Giovanni ci siamo occupati di posizionare siti in diversi settori, dalla multinazionale fino alla piccola e media impresa.
Le motivazioni per assumerci sono state le più diverse, ovviamente: dal posizionamento di brand per puro prestigio aziendale, nel caso delle multinazionali o dei grandi hotel che seguivamo all’inizio, fino ai posizionamenti commerciali che ovviamente interessano più da vicino le imprese che in qualche modo commercializzano direttamente i propri servizi o prodotti.
La nostra agenzia seo si è sempre mantenuta aperta alla sperimentazione e pronta ad accettare le sfide dei clienti, che in un decennio si sono fisiologicamente avvicendati spaziando davvero in lungo e in largo in vari settori dell’economia e del mondo produttivo e professionale.
Ma per qualche motivo – probabilmente casuale, ma non troppo – abbiamo lavorato molto raramente per siti di tipo e-commerce.

Eppure sappiamo benissimo che ci sono qualità specifiche che sono necessarie per gestire la seo di un progetto e-commerce votato al successo.
La pazienza editoriale e la cura per i dettagli nell’organizzazione e nell’ottimizzazione dell’offerta pubblica dei prodotti, in primo luogo.
La creatività necessaria per integrare alla SEO di base diversi altri strumenti di digital marketing che possano incidere positivamente sul conversion rate, in seconda istanza.
Ma soprattutto la capacità di pianificare un percorso di crescita votato alla commercializzazione diretta, dove la strategia di web marketing viene probabilmente prima di ogni altra considerazione tecnica o editoriale.

Insomma la SEO per e-commerce è sicuramente un tema che volevamo approfondire sul nostro blog, perché sappiamo che può offrirci orizzonti professionali stimolanti e proficui.
Per farlo nel modo migliore abbiamo quindi pensato di scambiare due parole con Lucia Isone, consulente seo ed esperta di e-commerce che proprio l’anno scorso ha pubblicato un volume per Hoepli dedicato all’argomento [L.Isone, Strategie SEO per l’e-commerce. Guida completa per ogni tipo di piattaforma, Hoepli 2017].
La sua lunga intervista è davvero carica di spunti e suggerimenti essenziali per chi si vuole fare SEO per e-commerce in modo professionale: non posso quindi che ringraziarla per aver condiviso la sua esperienza con noi.

lucia isone

Ti occupi di web da parecchi anni e ora sei autrice di una ‘Guida completa’ per chi vuole applicare strategie seo al proprio sito e-commerce.
Offri la tua professione come freelance per le aziende che vogliono far decollare il proprio e-commerce. Fino a che punto la sola SEO può determinare il successo di un sito ecommerce, proprio oggi quando esistono piattaforme come Amazon che sembrano voler cannibalizzare ogni spazio di vendita in ambiente digitale?

I grandi marketplace hanno rapidamente conquistato una grandissima fetta del mercato ma i piccoli e medi rivenditori possono ancora dire la loro se adottano una strategia vincente sul web, che passa inevitabilmente attraverso la SEO. Mi duole, però, riscontrare che attualmente sono pochissimi coloro i quali la utilizzano nei loro e-commerce, tralasciandone completamente l’importanza. Così come viene impiegata per la promozione di un sito di informazione o di un qualsiasi sito di promozione turistica dovrebbe essere utilizzata anche in ambito e-commerce. La SEO è cruciale per il posizionamento nei motori di ricerca, quindi per amplificare la visibilità dei propri prodotti e, di conseguenza, aumentare le potenzialità di vendita. Stiamo vivendo in un momento storico in cui ci si lascia facilmente spaventare dai colossi mondiali della vendita, invece di capire che, il più delle volte, non sono loro che inibiscono le vendite dei piccoli rivenditori ma sono le strategie (o non strategie) adottate a causare gran parte del blocco alle vendite.

Se immaginiamo il mondo del web come un grandissimo mercato all’aperto in cui chiunque può entrare per proporre le sue merci, ad avere maggiore successo non è necessariamente chi ha la rivendita più grande ma chi ha esposto meglio i suoi prodotti. Ecco, lo stesso vale per quanto riguarda gli e-commerce. Per esperienza, posso dire che teoricamente conosco poche cose semplici come vendere online, perché basterebbe davvero curare pochi aspetti (ma in modo professionale e puntuale) per ottenere riscontri positivi.

Ovviamente, la SEO è una parte di un insieme, un elemento fondamentale ma non l’unico che serve per determinare il successo di un e-commerce. Sarebbe sbagliato considerare le strategie SEO come l’unica strada da percorrere per aumentare le vendite ma bisogna guardare la questione nel suo complesso, è solo così che si può ottenere un riscontro positivo dalla rete. Nel mio libro mi concentro sulle strategie SEO che, però, vanno abbinate a tutto il corollario: è come costruire un grande puzzle, dove ogni pezzo dev’essere incastrato solo con il suo complementare affinché si possa arrivare alla conclusione.

Se prendiamo come esempio (molto generico) un grande marketplace come Amazon ci accorgiamo che sebbene la strategia di questo colosso sia un’altra, la SEO resta un elemento imprescindibile anche per un gigante come il marketplace di Jeff Bezos che, per assurdo, ad oggi non avrebbe certo bisogno di utilizzarla per guadagnare visibilità e accessi al suo sito! Ai miei clienti dico sempre che senza la SEO non ci può essere nulla ma è spesso un’iperbole per spiegare l’importanza di questo elemento: ovviamente, ci tengo a precisare che non può esistere una strategia SEO unica per tutti i siti ma è fondamentale che ciascuno diversifichi la sua strategia sulla base dei suoi obiettivi e delle sue capacità.

Quando devo lavorare su un negozio virtuale in cui si vendono prodotti di nicchia, il lavoro è molto più semplice perché l’utenza è targettizzata in maniera definita ed è quindi più semplice indicizzare e fare in modo che domanda e offerta si incontrino. Più complicato è il posizionamento di e-commerce generici, dove la concorrenza è più elevata: difficile ma non impossibile e, ovviamente, è necessario utilizzare un’altra strategia per raggiungere il risultato. Nel mio libro spiego questo nel dettaglio, anche perché ho voglia che chi ha un e-commerce capisca che ha in mano un diamante che va lavorato con cura e attenzione affinché splenda in tutta la sua bellezza. 

Sicuramente hai seguito casi di successo come anche casi meno felici. Cosa distingue un e-commerce che vende online da uno che non lo fa?

Questa è una domanda difficile a cui rispondere, perché sono tanti gli elementi che possono concorrere nel successo e nell’insuccesso e, in alcuni casi, non dipendono esattamente dalla strategia applicata ma da una serie di concause fortunate che ne decretano la diffusione. Attenzione, però: la fortuna non arriva mai da sola ma dev’essere incentivata e stimolata. Aspettare che siano gli eventi a portare noi e non il contrario è un errore che riscontro in tantissime persone che gestiscono un e-commerce senza avere la minima idea di quello che stanno facendo e che potrebbero ottenere con la loro creatura.

Tornando alla domanda che mi hai posto, il primo elemento che distingue un e-ecommerce che vende da uno che non lo fa è una linea di mercato. Nel momento in cui si decide di entrare nel mercato virtuale bisogna avere ben chiaro in testa un progetto da portare avanti: nel corso del tempo può essere modificato, dev’essere modificato se ci si accorge che non porta ai risultati desiderati, ma partire all’arrembaggio per vedere poi dove si può arrivare, senza avere nemmeno un minimo di programmazione, lo trovo incosciente e non utile per raggiungere un risultato. Questo modus operandi lo ritrovo in alcuni venditori che pensano di avere tra le mani dei prodotti di interesse mondiale, che sono convinti che solo con il fatto di metterli online andranno a ruba: quei prodotti lì, nella maggior parte dei casi, non verranno venduti. Da che mondo è mondo esiste la pubblicità ed esistono le strategie di mercato, esistono le tecniche di vendita e i piccoli trucchi per aumentare la visibilità, che devono solo essere adattati e visti in chiave web.

La SEO è uno di questi, perché permette all’e-commerce di avere una struttura appetibile per il web, un aspetto che attiri prima i motori di ricerca e poi gli utenti, che se tutto è stato fatto correttamente si trasformano facilmente in clienti. Io sono dell’idea che i risultati si possono raggiungere solo con il duro lavoro, solamente con la fatica e l’impegno ed è questo che cerco di trasmettere alle aziende e ai clienti che richiedono la mia consulenza. Nella mia lunga carriera quasi ventennale nel mondo dell’e-commerce ho incontrato tantissime persone diverse e questo mi ha aiutato a capire tanti meccanismi di questo mondo. Io sono dell’idea che nel momento in cui pianifichi una strategia che tenga conto di tutti gli aspetti prevedibili e lo fai in maniera ponderata e consapevole, prima o poi i risultati arrivano: certe volte ci può volere più tempo, altre meno, ma prima o poi il traguardo si raggiunge.

L’e-commerce che non vende è quello campato per aria, come si suole dire: nel mio libro do ampio risalto all’importanza di un programma ben definito di vendita che fa della SEO una delle sue chiavi di successo principali. Partire dalle basi per realizzare una struttura stabile: tutti sanno che un palazzo senza fondamenta è destinato a durare poco, allo stesso modo un e-commerce senza progetto non ha nessuna possibilità di resistere. Molti sono i casi in cui, per le imprevedibili ondate di fortuna inaspettata, un e-commerce ottiene un buon riscontro nel primo periodo di apertura senza aver fatto nulla per raggiungerlo, se non trovare il giusto prodotto da vendere che, per diversi motivi, è diventato virale. Le strade che si percorrono in questo caso possono essere due: si può sfruttare l’onda del successo e godere dei risultati ottenuti cullandosi sugli allori o si può sfruttare l’onda per creare in corso d’opera un progetto per il futuro. Chi sceglie la prima strada non è destinato a sopravvivere e il suo e-commerce, dopo il primo exploit, è destinato a spegnersi senza lasciare traccia nel web mentre, chi sceglie la seconda, ha ottime probabilità di durare nel tempo e di trasformarsi in un vero e-commerce di successo. Con le mie consulenze ho realizzato interessanti progetti con persone a cui gli e-commerce sono esplosi in mano, travolti da un inaspettato successo arrivato quasi per caso e ho dovuto lasciare in corso d’opera degli e-commerce che, con il mio aiuto erano riusciti a ottenere il successo, perché i clienti erano convinti che, una volta raggiunto, si sarebbe mantenuto senza altro impegno. Credo che alcuni di questi abbiano chiuso o, comunque, non navighino in buone acque, purtroppo. 

isone

In che modo il consulente SEO può interagire positivamente con altri strumenti promozionali (Adwords, strategie content e/o social, newsletter o altro) per capitalizzare gli investimenti fatti dall’azienda che vuole far decollare il proprio e-commerce?

La SEO è la chiave di risoluzione di gran parte dei problemi di un e-commerce che non decolla. Quando si parla di SEO, infatti, bisogna fare un discorso molto ampio che va a toccare diversi punti di uno stesso discorso. Come dico sempre, non si può parlare di SEO come strumento utile a se stesso ma dev’essere sempre e comunque contestualizzato in un più ampio insieme di strategie che vengono messe in pratica per raggiungere un risultato specifico, che in questo caso è l’incremento delle vendite di un e-commerce. Quando mi rapporto con i miei clienti faccio solo un rapido accenno sulla SEO e sulla sua importanza specifica, perché concentro il discorso prevalentemente sui suoi utilizzi pratici, ovvero su quello che si può raggiungere mettendo in pratica una strategia SEO vincente. Quindi devo parlare di Adwords, della creazione dei contenuti ottimizzati sul sito e sui social, dell’importanza delle newsletter (anche se in tanti hanno colpevolmente dimenticato questo strumento) e di tutto quello che può essere utile per mettere a frutto l’investimento fatto per promuovere l’azienda. Se prendiamo ognuno di questi singolarmente non otterremo mai ciò che vogliamo ma, come nella vita reale, i migliori risultati si raggiungono con il lavoro di squadra.

Il consulente SEO utilizza gli strumenti promozionali per amplificare l’azione della SEO e migliorare il posizionamento nei motori di ricerca: come spiegato in precedenza, infatti, l’indicizzazione di un sito è la prima tappa verso il successo. Tutti noi navighiamo nel web e, anche se non siamo esperti, conosciamo alcune sue logiche proprio attraverso le nostre esperienze di vita vissuta. Vi faccio un esempio: quando facciamo una ricerca su un motore di ricerca, quante volte andiamo a cercare i risultati oltre la seconda pagina? Quante volte ci fermiamo alla prima? Eppure, se guardiamo in basso, notiamo che nella maggior parte dei casi ci sono centinaia di pagine da visualizzare, eppure noi non li guardiamo. Questo per dire che tutti i siti internet che non vengono indicizzati nelle prime pagine sono pressoché invisibili agli occhi degli utenti e, quindi, non generano visite: l’e-commerce non viene visitato e quindi le vendite non vengono effettuate. Questo è il primo problema che devo risolvere quando avvio una consulenza con un negozio virtuale, ossia migliorare la sua posizione: parto sempre dalla SEO, perché con questa costruisco la base del sito e lo ottimizzo per la migliore lettura da parte dei motori di ricerca, che sulla base dell’architettura del sito valutano la sua efficacia e, quindi, lo premiano o lo penalizzano.

La SEO riguarda anche il posizionamento delle parole chiave, ossia quelle combinazioni di parole che servono agli spider dei motori di ricerca per individuare i migliori risultati sulla base di una determinata ricerca sul web: il consulente SEO ottiene questo risultato generando dei testi in ottica SEO, ossia in cui sono presenti le parole chiave in un determinato modo e in una determinata posizione, che migliorano la “leggibilità” del sito stesso. Ecco perché in tantissimi siti a livello mondiale (ad esempio Zalando o Dalani, per citarne due che calzano perfettamente) vengono spesso utilizzati blog e testi in aggiunta all’e-commerce. I testi possono essere nel blog, certo, ma ci sono anche le meta-description e i meta-title, che sono elementi non visibili all’utente ma solo ai motori di ricerca, che svolgono il 70% del lavoro di indicizzazione del sito. Il consulente SEO studia l’ambito di riferimento dell’e-commerce e il mercato in cui opera per trovare le keywords più attinenti e su quelle lavora per sviluppare una struttura e un progetto valido.

Il posizionamento dei nostri contenuti può essere anche supportato da Adwords, lo strumento a pagamento di Google che aiuta le aziende a finire tra i primi risultati per una determinata ricerca: Google è il cervellone del nostro tempo, il motore di ricerca più importante e utilizzato, quindi è evidente che io spinga soprattutto per l’indicizzazione su questo web engine per i miei clienti e con un investimento ben assestato i risultati si possono apprezzare già in breve tempo, anche se è tutto relativo. La newsletter, invece, la reputo uno strumento fondamentale di fidelizzazione: la maggior parte degli acquisti che vengono effettuati sugli e-commerce di modeste dimensioni sono spot, ovvero l’utente acquista una singola volta per non tornare più. Questo non perché non si sono trovati bene ma perché hanno trovato quello che cercavano e hanno raggiunto il loro obiettivo. Programmando l’invio di una mail periodica in cui si presentano i nuovi prodotti e le nuove attività dell’e-commerce si può spingere quel cliente a tornare, dandogli quindi modo di fidelizzarsi.

Da consulente e-commerce consiglio sempre la presenza sui social fondamentale per generare CTR, in quanto essi contano miliardi di iscritti e quindi di potenziali clienti. È importante sapere come comunicare attraverso una pianificazione dei contenuti, sia in relazione al social su cui ci si trova, sia in relazione alla nicchia di utenza a cui ci si rivolge. Per comunicare bene sui social sono necessarie figure professionali che realizzino un vero e proprio ‘piano editoriale’ per lo studio della pubblicazione di contenuti senza puntare sulla quantità ma sulla qualità.
Esistono numerosissimi social nati con delle esigenze ben specifiche e quindi esiste la necessità di comunicare in modo diverso a seconda della tipologia di piattaforma e della gente iscritta. Ad esempio social in cui l’utente mostra il suo lato professionale (linkedin, google+), in altri condivide contenuti per mezzo di immagini attraverso cui racconta delle storie (instagram, flickr), in altri ancora con poche parole esprime il suo punto di vista (twitter), e infine in alcuni segue attraverso foto, video o immagini le ultime tendenze in alcuni settori d’interesse (pinterest).
È l’insieme di questi strumenti a decretare il successo di un investimento secondo me ma, come sempre, alla base di tutto c’è la SEO con le sue infinite forme a cui ho dedicato insieme a un team di professionisti esperti nel loro specifico settore un portale di servizi di web marketing digitale rivolto alle medie e grandi aziende www.webmarketingdigitale.it.

strategie seo ecommerce

Conviene (ancora) aprire un sito e-commerce? Quali sono i fattori che dovrebbero scoraggiare – o al contrario incoraggiare – un imprenditore dal tentare la strada della vendita online?
Ci sono settori o prodotti che hanno opportunità da cogliere, nel nostro Paese, o al contrario settori che sono ormai saturi e congestionati dalla presenza di piattaforme più organizzate e troppo forti per sperare di batterle?
In poche parole esiste un discrimine, secondo te, tra chi dovrebbe abbandonare l’idea di aprire un e-commerce e chi invece al contrario dovrebbe affrettarsi per ‘sbarcare online’ con un suo autonomo punto vendita digitale?
O forse non conta il settore in cui l’e-commerce opera, ma più che altro la strategia di marketing con cui si tenta di far ‘ingranare’ il flusso di cassa?
Insomma quali sono i concept cardine da analizzare per chi vuole vendere con un e-commerce?

Questa domanda è un po’ il Sacro Graal della vendita online. Andando con ordine, alla tua domanda se convenga o meno aprire un sito di e-commerce oggi la mia risposta è sì, assolutamente sì. Devi considerare il fatto che sebbene oggi ci consideriamo come una società evoluta e avanzata, in realtà sfruttiamo il mondo di internet appena per il 10% delle sue potenzialità e questo ti fa capire che abbiamo ancora tantissime strade vergini da percorrere per colonizzare il web e, quindi, ottenere un ricavo dalle vendite.

Certamente l’approccio non può essere uguale a quello dei pionieri dell’e-commerce che iniziarono nella loro attività già vent’anni fa e più ma sicuramente ci sono ancora territori da esplorare e strategie da attuare per costruire un e-commerce di successo. Certamente sarebbe sbagliato buttarsi all’avventura senza aver preso le dovute precauzioni e, quindi, senza aver effettuato un’analisi di mercato per capire se ci può essere un vantaggio dall’apertura di uno store online. Così come quando si apre un negozio sul territorio si deve necessariamente controllare cosa offra la zona, per capire se la concorrenza può essere elevata o meno in base al proprio progetto, altrettanto si deve fare quando si opera online.

Tuttavia, per esperienza posso dire che il concetto di concorrenza online è diverso rispetto a quello tradizionale, perché se sul web ci sono tanti e-commerce specializzati in una determinata classe merceologica, significa che anche la domanda è molto elevata. Allora in quel caso o ci si butta nel mercato con un progetto che, però, si differenzia da tutto il resto, quindi si offrono al cliente i prodotti di quel tipo ma in una veste diversa, oppure si evita, perché a meno di prezzi sconvolgenti o di proposte davvero diverse, l’utente del web è abitudinario e tende a rivolgersi al conosciuto piuttosto che all’ignoto.

Se mi chiedi di fare un esempio concreto di settore che nel nostro Paese in questo momento ha grandi opportunità da offrire a chi desidera aprire un e-commerce, il primo che mi viene in mente è quello del second-hand: l’usato di seconda mano sta trovando nuova vita anche grazie al web, dove gli scambi organizzati prolificano e offrono soluzioni d’eccellenza a prezzi convenienti. È un business in espansione che si basa su organizzazioni che gestiscono gli scambi tra domanda e offerta, diventando intermediari la cui funzione è anche spesso quella di riportare ai fasti gli oggetti. Funzionano così: il venditore vuole cedere un oggetto che non usa più (sia questo un prodotto tecnologico, d’abbigliamento o altro) e lo propone a un’organizzazione che opera online, che glielo compra per un tot nello stato in cui è. L’organizzazione ci mette il suo lavoro, quindi revisiona i device elettronici, per esempio, o deterge e igienizza i capi di abbigliamento, per garantire all’acquirente finale un prodotto perfettamente funzionante o un capo di abbigliamento pulito. Al prezzo d’acquisto, quindi, si aggiunge quello del lavoro e si ottiene il prezzo finale di vendita, che solitamente è circa la metà di quello del prodotto nuovo.

Allo stesso modo stanno funzionando nel nostro Paese gli e-commerce di prodotti artigianali, quelli di eccellenze gastronomiche del territorio e quelli di manufatti particolari, tutti prodotti che è impossibile (o molto difficile) trovare nella grande distribuzione virtuale. Ecco perché l’apertura di un e-commerce di elettronica, per esempio, non è sconveniente ma difficilmente può portare un grande risultato all’imprenditore, perché questo è un mercato saturo, così come quello dell’abbigliamento, a meno che non si tratti di capi molto particolari che non possono essere reperiti sui grandi marketplace, che possono inevitabilmente offrire prezzi migliori, visto l’ampio volume di vendita.

Premesso questo, voglio però fare una considerazione secondo me molto importante: se è vero che il settore in cui affacciarsi è importante per mettere le basi per un e-commerce di successo, è altrettanto vero che niente si vende da solo e che, quindi, la strategia di marketing è sempre alla base del successo del negozio virtuale. Come consulente SEO ed esperta di e-commerce sono spesso chiamata a dare consigli agli imprenditori che vogliono proporre sul web esattamente lo stesso negozio che hanno sul territorio o che desiderano imitare un competitor di successo. Le copie non possono avere successo sul web: l’e-commerce può essere un buon modo per incrementare i flussi di cassa, anche perché il suo costo di gestione è relativamente basso, ma va usato con intelligenza e con metodo per riuscirci. 

Fare e-commerce nell’era di Amazon. Quali sono le parole chiavi che consentiranno ai piccoli (e medi) esercenti di sopravvivere nel prossimo futuro, resistendo allo stradominio imposto dal gigante americano?

La presenza di Amazon nel mercato del web è senza dubbio ingombrante, è inutile negare che con l’avvento del gigante di Jeff Bezos siano cambiate tantissime cose: sarebbe sbagliato e pericoloso affermare il contrario. Amazon ha portato sul web una formula nuova, una ventata di innovazione ed è stata premiata da un successo straordinario, capace addirittura di oscurare un altro gigante come Ebay, che ha subito un duro contraccolpo a causa delle strategie di Amazon.

Ecco: strategie. La parola chiave che muove il mondo dell’e-commerce a tutti i livelli. Portando il discorso su un piano più umano, riferendoci quindi alle piccole e medie attività che operano sul web con i loro e-commerce, le parole chiave che dico sempre ai miei clienti quando espongo loro la mia idea di successo sul web sono: immediatezza, originalità, eccellenza e convenienza.

Partendo dalla prima, l’immediatezza è fondamentale nella società di oggi. Immediatezza dev’essere intesa a 360 gradi, quindi facilità di comprensione e di navigazione del sito, semplicità nella conclusione dell’acquisto e, soprattutto, rapidità nella consegna. A meno che non si tratti di prodotti customizzati per cui è richiesta una certa tempistica di preparazione, infatti, l’utente che acquista su internet al giorno d’oggi desidera ricevere entro 24/48 ciò che ha acquistato, perché è stato abituato così dai grandi colossi. L’originalità è ovviamente alla base, perché per avere successo o si offre nel proprio e-commerce qualcosa che gli altri non hanno o lo si propone in maniera diversa rispetto a tutti gli altri; uniformarsi alla massa è il primo passo verso il fallimento di un e-commerce. L’eccellenza gioca un ruolo fondamentale, soprattutto per il mondo degli acquisiti online nel nostro Paese: abbiamo la fortuna di avere un patrimonio sconfinato dal punto di vista dell’eno-gastronomia e dei manufatti artigianali, i prodotti della nostra industria sono amati in tutto il mondo e richiesti ovunque. Made in Italy è sinonimo stesso di eccellenza, pertanto entrare nel web con un e-commerce di prodotti progettati e realizzati in Italia, in qualunque settore (o quasi) è di per sé una garanzia di successo se si cura a dovere l’e-commerce, soprattutto perché i grandi colossi non trattano questi prodotti, perché concentrano le loro energie strategiche sulla quantità e non sulla qualità. Ovviamente, benché si tratti di prodotti d’eccellenza, mai fare l’errore di vendere a prezzi eccessivi, perché altrimenti dov’è la convenienza di concludere un acquisto online? L’utente torna nel mondo reale e si rivolge al negozio sul territorio dove ha il contatto umano e l’acquisto immediato tra le mani, prova tangibile del suo investimento.

Fare e-commerce nell’era di Amazon è quanto mai possibile e non è un’impresa persa in partenza: serve intelligenza, strategia e tanta passione. Questo è quello che dico a chi mi chiede una consulenza per la sua attività, perché potenzialmente tutti gli e-commerce possono avere successo ma solo quelli curati con amore, intelligenza e professionalità lo raggiungono davvero.