Conversational copywriting: cosa, come e quando

In senso generale “promuovere” significa far progredire, dare impulso e, per quanto riguarda un’attività, fare in modo che si avviino processi che portino a un aumento dell’interesse e, nel caso di impresa economica, di introiti.

Promuovere, quindi, sia perché si possa avviare qualcosa, sia perché qualcosa si possa mantenere ed anche migliorarsi.
Oggi, quando parliamo di un’attività, il canale promozionale che più spesso viene utilizzato è quello digitale tramite siti, blog e ogni altra forma di comunicazione che viene veicolata dai nuovi media.

In questo senso, il tono con cui operare la comunicazione è frutto di vari fattori e scelte, che in ogni caso non possono prescindere da un obiettivo fondamentale: quello di coinvolgere.

Cos’è il conversational copywriting

Tra gli strumenti oggi utilizzati da molte attività nell’ambito del copywriting, soprattutto per il web, il cosiddetto “conversational copywriting”. Si tratta di quella sorta di testo redatto in modo discorsivo con il quale si intendono veicolare quegli elementi che possono far leva per ottenere migliore visibilità, maggiore affiliazione dell’utenza e crearne di nuova.

Una strategia quindi per rendere più avvincente e convincente il proprio messaggio, utilizzando un tono di scrittura che ricordi una vera e propria chiacchierata e che, rivolgendosi in modo diretto all’utente, può essere recepita da chi legge proprio come se se ne fosse il diretto interlocutore.

Una scelta di comunicazione che sicuramente ha i suoi effetti, in quanto abbatte quelle barriere che possono presentarsi tra chi propone e chi fruisce e che mira a coinvolgere e a far sì che chi legga “reagisca” a quanto esposto, ovvero ne venga coinvolto e “si muova” in direzione degli obiettivi prefissi da chi scrive.

Come utilizzare il conversational copywriting per promuovere un’azienda

Stabilire una comunicazione informale, colloquiale, diretta con l’utente, spesso può portare i suoi frutti. Ciò, ovviamente, seguendo modalità e utilizzando una terminologia e una struttura che non lascino intendere poca professionalità o che risultino addirittura controproducenti.

Utilizzare un tono amichevole, infatti, dovrebbe far sentire l’utente coinvolto in prima persona, dandogli però nel contempo anche la possibilità di comprendere che il contenuto è comunque “serio” e professionale.

“Scrivere come se si chiacchierasse con qualcuno”, si potrebbe dire, anche se non è esattamente così. Vanno comunque considerate sempre le “regole” e modalità proprie della scrittura.

Un utilizzo quindi “sapiente” della scrittura, che sicuramente lascerà spazio al “tu”, “noi”, “io” e che potrebbe ricorrere anche a domande retoriche (dosandole, è il mio consiglio) e, a seconda dei casi, anche a espressioni parlate e gergali, ma che in ogni caso deve mantenere come sfondo la qualità dell’informazione.

Quando utilizzare il conversational copywriting

Benché l’impiego di un tono colloquiale per il copywriting venga talvolta scambiato come indicatore di poca professionalità e quindi non sempre preso in considerazione da chi vuol svolgere attività di promozione e vendita, in realtà, è una delle tipologie di copy più adatte per il mondo del web e delle vendite online.

Perché questo dia buoni risultati, indispensabile comunque che il tono si adatti al marchio aziendale e che, pur utilizzando un tono semplice e diretto come nella conversazione a voce, non vada a discapito della professionalità e della qualità di ciò che si intende promuovere.

Banditi quindi gli approcci “hard-sell” con esagerate esclamazioni e continue ripetizioni, ma una scrittura che, secondo il mio parere, può essere utilizzata, soprattutto se parliamo del web, per promuovere qualsiasi tipo di prodotto, servizio e attività, partendo da quel “parlato” che è proprio dell’antica forma del mercato ma che deve principalmente e sempre infondere fiducia e saper informare.

Alessandra Buschi

Preventivo per conversational copywriting

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