Un clamoroso caso di content marketing: l’Almanacco del Povero Richard di Benjamin Franklin

Ci sono personalità che dimostrano in modo chiaro come ogni vita sia unica e ricca e incredibile.
Ne è esempio Benjamin Franklin il cui nome è legato a talmente tanti fatti e avvenimenti della nostra storia che sembra impossibile possa aver concentrato in una sola vita talmente tante attività, intuizioni e contributi.

Protagonista della Rivoluzione americana, considerato fra i padri fondatori degli Stati Uniti, ma anche scienziato, inventore, editore, giornalista, pubblicista, autore, tipografo… A Franklin si legano molteplici attività, invenzioni e passioni (per citarne alcune: dal parafulmine alle lenti bifocali, dall’armonica a bicchieri alla stufa che prende il suo nome, dalle pinne al contachilometri, dalla proposta dell’ora legale all’istituzione della prima biblioteca pubblica statunitense, dal primo dipartimento dei Vigili del Fuoco volontari della Pennsylvania alla sua attività di istruttore di nuoto, dalla grande passione per gli scacchi all’attività come compositore di quartetti per archi, nonché convinto sostenitore della dieta vegetariana).

Benjamin Franklin

Una persona, insomma, la cui esistenza potrebbe essere presa come esempio di estrema poliedricità e le cui azioni in vita hanno poi influenzato l’evoluzione di vari ambiti.
È ad esempio riconducibile a Benjamin Franklin uno dei più clamorosi casi di content marketing della storia della pubblicità e che vede protagonista il suo Poor Richard’s Almanack, l’almanacco che Franklin iniziò a stampare a partire dal 28 dicembre 1732 per ben venticinque anni e che gli valse sia la notorietà sia un ottimo successo economico.

L’Almanacco del Povero Richard: una pubblicazione annuale scritta sotto pseudonimo da Franklin che si presentava come un insieme di previsioni meteorologiche, astronomiche e astrologiche, consigli pratici, indovinelli, aforismi, citazioni, proverbi, poesie, giochi matematici, contenuti dal taglio ironico e accattivante talmente apprezzati dai lettori dell’America coloniale, che le tirature raggiunsero le diecimila copie all’anno.
Questa pubblicazione è davvero molto interessante sotto un punto di vista commerciale, o per meglio dire come riuscitissimo tentativo di strategia di marketing, soprattutto perché, con il suo Almanacco, Franklin riuscì nel suo intento (e cioè promuovere la sua attività di tipografo) focalizzandosi su ciò che il pubblico desiderava.

Franklin aveva strutturato il suo progetto (rifacendosi anche a precedenti letterari e “prendendo a prestito” nomi e fatti) in modo tale che i suoi lettori fossero invogliati a continuare ad acquistare il suo Almanacco anno dopo anno.
Creando e animando le vicende del “Povero Richard”, infatti, Franklin dava voce tramite il suo personaggio a parole e fatti che incuriosivano il pubblico, facendogli fare riferimenti anche al suo stampatore (ovvero Franklin stesso), oppure – come nelle ultime pubblicazioni – facendolo parlare attraverso la voce di tal “Padre Abraham”.

In pratica, un riuscito tentativo di notizie in formato seriale (un “tormentone”, insomma, che invogliava i lettori a riprenderne la lettura anno dopo anno per sapere come andavano a finire le vicende lasciate in sospeso dall’autore) e di predizioni strategicamente geniali, come ad esempio quella della presunta data di morte di un amico dell’autore, a cui fece seguito, l’anno successivo, una confutazione del presunto moribondo, e così via e così via, in modo da creare un effetto suspense per “incollare” i lettori alle vicende e spingerli ad acquistare l’edizione successiva.

Un vero e proprio best-seller che ispirò e influenzò molte altre pubblicazioni a venire, che non soltanto mette in evidenza le doti pratiche e commerciali di quel prolifico self-made man che è stato Benjamin Franklin, ma che rappresenta un concentrato di utili lezioni di content marketing a cui tuttora è possibile attingere.

Alessandra Buschi per Web Crew