Abolizione del parity rate, la risposta delle OTA al Governo italiano

L’abolizione della parity rate avvenuta il 6 ottobre 2015, prodotta dalle forti pressioni di Federalberghi, è stata ufficializzata dall’approvazione del cosiddetto Ddl Concorrenza. Il test del decreto legge recita:

è nullo ogni patto con il quale l’impresa turistico-ricettiva si obbliga a non praticare alla clientela finale, con qualsiasi modalità e qualsiasi strumento, prezzi, termini e ogni altra condizione che siano migliorativi rispetto a quelli praticati dalla stessa impresa per il tramite di soggetti terzi, indipendentemente dalla legge regolatrice del contratto.

sfida

In altre parole, la legge ora dice che una struttura turistica può offrire sui propri canali delle offerte pari o migliori a quelle dei grandi portali online. La decisione è stata accolta con un sospiro di sollievo dalle piccole imprese turistiche, che stavano venendo letteralmente soffocate dalla pervasività delle grandi OTA e dalle clausole vincolanti imposte dai contratti con queste.

La risposta delle principali OTA, come prevedibile, non si è fatta attendere. Mentre in Francia, dove è stato adottato lo stesso provvedimento, la questione è chiusa in maniera definitiva, da noi le posizioni sono ancora poco chiare. Secondo l’ETTSA (European Technology and Travel Services Association), una delle principali voci avverse al nuovo regolamento, sono mancate le consultazioni degli operatori di settore, insieme a degli studi che avvalorassero l’impatto della nuova normativa e soprattutto ci sarebbe una violazione dei trattati UE e delle regole sulla concorrenza nell’Unione Europea.

In verità la stessa decisione in merito alle parity rate è stata presa già da tempo da Francia e Germania e, appunto, la questione è chiusa. Se non c’è violazione di norme comunitarie in questi Paesi, è evidente che non ci dovrebbe essere neanche nel caso nostrano. È anche poco realistico pensare che ci sia un danneggiamento dell’interesse dei consumatori, dato che il Ddl in definitiva opera aumentando le possibilità di concorrenza sui prezzi e, quindi, si produce più facilmente un abbassamento ulteriore degli stessi.

Quando si parla di ETTSA è bene ricordare che dietro l’acronimo si riuniscono i più potenti attori del settore OTA, ad esclusione di Booking.com: Expedia, Sabre, Skyscanner, TripAdvisor fra gli altri. Il vero timore di tutte queste imprese è che per la prima volta si sta sviluppando, in questo settore, un ripensamento a livello comunitario delle regole di gestione dei servizi e di prenotazioni online in campo turistico. Sebbene non esista ancora una normativa UE, è chiaro che nel momento in cui i principali stati europei hanno optato per scelte di questo tipo si stanno ponendo i presupposti per un’abolizione della parity rate condivisa dall’intera Unione Europea.