Tre libri che hanno cambiato la mia vita. E il modo in cui scrivo…

I grandi romanzi, scriveva Sartre, sono come i fenomeni naturali. Col passare del tempo ci si dimentica del loro autore e si assumono come un evento che esiste a priori, che c’è e che diventa parte del vissuto condiviso dell’uomo.

È estremamente difficile dire quali letture influiscano più di altre sul modo di vedere la vita, il mondo e sulle maniere per narrarlo, perché spesso col passare del tempo si scopre che anche testi apparentemente innocui, a cui si è data poca importanza, sono in grado di mostrare prospettive diverse. Altri invece, sono delle vere e proprie folgorazioni e non lasciano spazio a dubbi circa il grande arricchimento che portano nella vita di chi li legge.

libri importanti

Un libro che ha prodotto in me questo effetto è stato sicuramente La casa degli spiriti di Isabel Allende. Come tutti i grandi libri ha molti diversi livelli di significato che si sovrappongono e che possono essere letti isolatamente o colti nel loro insieme. Innanzitutto è una grande narrazione della storia del Cile dell’ultimo secolo, con i grandi cambiamenti sociali e politici che l’hanno contraddistinta, mostrati attraverso le loro conseguenze sulle relazioni umane che intercorrono nella famiglia della protagonista. Ma è anche un modo per mostrare come la narrazione del magico e del soprannaturale può aiutare a comprendere il reale e concreto mondo, o le reali e concrete emozioni e passioni umane.

Un altro romanzo che mi ha profondamente segnato è Il nome della rosa di Umberto Eco. La cura dei dettagli operata durante la ricostruzione del contesto storico e culturale in cui avvengono i fatti è sorprendente e merita al libro e all’autore la fama che gli è stata riconosciuta a livello internazionale. Eco è stato un grande osservatore ed interprete della cultura umana ed è riuscito a mostrare al grande pubblico il valore che la cultura assume rispetto alla vita dell’uomo, facendo uso di uno stile cristallino e mai pedante anche nel descrivere concetti complessi.

Per quanto riguarda invece i saggi, il libro che più mi ha segnato è certamente il poco conosciuto Il mulino di Amleto di Giorgio de Santillana. Si tratta di un testo di difficile accesso, perché qui invece lo stile di scrittura è affatto criptico e strutturato. Ma i concetti che dischiude al lettore sono di una tale portata e fascino che non è possibile resistere dal costruirsi gli strumenti mentali necessari ad addentrarsi nella lettura.

Il mulino di Amleto è un libro che cambia letteralmente il modo di vedere il mondo e la storia umana. Mostra il modo in cui i miti, cioè le grandi narrazioni epiche, le leggende, e le immagini archetipiche che sono alla base della cultura di tutte le civiltà umane non siano altro che l’evoluzione di uno stratagemma antichissimo di trasmissione del sapere. I popoli antichi, in epoche che ancora non conoscevano la scrittura, potevano trasmettere di generazione in generazione conoscenze complesse relative all’osservazione delle stelle, dei pianeti e della natura.