Talk to books: navigare grazie all’intelligenza artificiale

Chi vuol avere un’idea di dove si sia arrivati con il “machine learning”, ovvero con l’allenamento a cui può essere sottoposta una macchina dotata di intelligenza artificiale, può oggi sperimentare una delle applicazioni offerte da Google e che mostra in modo chiaro il progresso fatto dalle attuali ricerche nel campo della comprensione del linguaggio.

Google Talk to books

Quello verso cui ci si è mossi e che rappresenta attualmente una delle vie di ricerca che sembrano aprire prospettive applicative piuttosto interessanti è l’apprendimento “semantico”, ovvero un tipo di apprendimento che consente agli algoritmi di una macchina di riconoscere le relazioni tra parole in base a esempi di utilizzo effettivo della lingua, ovvero sul linguaggio naturale umano. È a seguito di questi nuovi traguardi che Google ha realizzato “Talk to Books”, che rappresenta un esempio di come si possa, in modo completamente nuovo, esplorare i libri.

Corredato di esempi che danno modo di comprendere come funzioni questo tipo di apprendimento automatico e quali modelli siano stati utilizzati per mettere a punto questa applicazione, “Talk to Books” è messo a disposizione della comunità del web in demo e Google dà la possibilità di sperimentarlo.

L’addestramento al riconoscimento da parte dell’intelligenza artificiale si basa su modelli linguistici entro i quali la stessa va a cercare elementi in relazione, dando quindi risposte che si basano sul significato di blocchi di linguaggio (frasi complete e piccoli paragrafi) che “Talk to Books” è in grado di riconoscere in base a un utilizzo “naturale”, effettivo, della lingua e che quindi riesce a rintracciare fra i libri che ha a disposizione (centomila per ora, nella demo messa a disposizione degli utenti).

Un modo diverso, quindi, di esplorare i libri e che può rappresentare anche un nuovo modo di utilizzare il web, partendo da una domanda o da una frase che, inserita in un campo di ricerca, non tiene conto, come finora è stato, della corrispondenza a una parola chiave, bensì può dare risposte in base a un concetto o un’idea, “pescando” quindi da un repertorio di dati entro i quali la macchina intelligente si muove per affinità e relazione semantica tra parole.

Per quanto riguarda “Talk to Books” in particolare, la ricerca, che non si basa quindi su titolo o autore ma dà risposte in relazione a corrispondenze semantiche, può rappresentare ad esempio un modo nuovo per capire se un libro può interessarci o meno.

Un esempio di applicazione dell’intelligenza artificiale che ben ci mostra i progressi fatti fino a questo momento nel campo dell’apprendimento automatico e che dà prospettive applicative piuttosto interessanti che già stanno facendo discutere il mondo dell’editoria digitale e che potrebbe influire sul modo in cui in futuro si navigherà su internet.

Alessandra Buschi