La storia di Android. Google nel settore mobile

Sono passati quasi dieci anni dal debutto di Android nel mondo dei sistemi operativi mobili. A distanza di tempo, ci si rende conto che è stato proprio Google a determinare la grande svolta in questo campo, contribuendo a diffondere enormemente il cambiamento introdotto da Apple con il primo iPhone.

android

I telefoni diffusi a metà degli anni 2000 erano molto semplici ma, dal punto di vista tecnologico, rappresentavano una miniera d’oro per gli sviluppatori. Allo stesso tempo, però, gli interessi delle compagnie produttrici le rendevano gelose delle proprie innovazioni, rendendo i software incompatibili fra di loro e chiudendosi rispetto agli altri.

Android venne concepito in modo totalmente contrastante rispetto a questa visione. Andy Rubin, assieme ad un ristretto team di ingegneri, aveva già immaginato un software in grado di adattarsi alle preferenze del proprietario del telefono molto più di quanto potessero fare le grandi case produttrici. In effetti, soltanto una ricerca indipendente poteva portare ad un risultato così interessante, essendo libera dai vincoli di bilancio tipico di aziende enormi e ben piazzate sul mercato. Nel 2005 l’azienda di Rubin, che si chiamava già Android, venne acquistata da Google, che aveva giustamente visto nel progetto una possibilità unica: permettere a moltissimi utenti di poter effettuare ricerche direttamente dal proprio terminale mobile.

primo telefono android
Il T-Mobile G1 (HTC Dream), il primo smartphone commerciale ad utilizzare Android.

Il primo telefono basato su Android fu il famoso G1 di T-Mobile, distribuito negli Stati Uniti nel 2008. Rispetto agli smartphone che conosciamo oggi stiamo parlando di un antenato, ma era pur sempre il primo passo nella direzione delle grandi innovazioni che seguirono nel giro di pochissimo tempo. Non era certo l’hardware a determinare il successo del G1 – questo anzi era piuttosto banale – quanto il software. Ci volle del tempo per comprendere quali elementi fisici rimanevano essenziali per l’utente rispetto alle potenzialità offerte dal nuovo software: nel caso del G1 c’era una tastiera con lettere, numeri e tasti funzione, oltre ad un tasto per rispondere e riagganciare. Del resto, nel 2008 c’erano ancora moltissimi utenti che pensavano di non poter rinunciare ad una tastiera; e la caparbietà del Blackberry nel mantenere il layout hardware con i tasti dimostra quanto questa convinzione fosse radicata.

Ma è stato solo nel 2010 che l’affare di Android si è rivelato su scala mondiale, ed è coinciso con il rilascio del Nexus One, prodotto da HTC. Per essere il 2010, era un telefono straordinario: un display AMOLED da 800×480, un processore Snapdragon 1GHz 8250, 512 Mb di memoria ed il supporto per una microSD, oltre ad una videocamera da 5 megapixel. Era il primo telefono “Pure Google”, che determinò il successo universale di Android.