L’apprendimento continuo dell’intelligenza artificiale collettiva

Intelligenza artificiale: un argomento che sta interessando e interesserà sempre più il nostro futuro, di cui stiamo iniziando a vedere le applicazioni in molti campi e che, benché non ne siamo ancora pienamente consapevoli, ben presto coinvolgerà buona parte delle nostre abitudini quotidiane.

Un impatto, quello che si prospetta con l’attuale studio delle “macchine intelligenti”, che per adesso interessa in particolar modo la meccanica e tutti quegli ambiti in cui può venir “delegato” a un robot lo svolgimento di una certa operazione a un robot.

intelligenza artificiale collettiva

Uno dei concetti legati alle tante soluzioni cui sembra l’intelligenza artificiale potrà in futuro venirci in aiuto – o meglio coinvolgerci, perché, come per ogni nuova frontiera, le implicazioni sono tante, talvolta inimmaginabili, o comunque non esclusivamente positive – è quello legato all’apprendimento continuo collettivo.

L’immagine può essere quella di quando un bambino, dopo aver preso coscienza che con le mani può afferrare oggetti, inizia con delle prese casuali e poi, grazie proprio ai suoi maldestri tentativi, riesce ad affinare il movimento fino a poterlo controllare e infine prevederne l’esito.

È questo ciò che riguarda i robot dotati di intelligenza artificiale, i quali, con tentativi che all’inizio non portano a buoni risultati, proprio come accade per noi esseri umani grazie alla nostra rete neuronale, possono analizzare i dati delle loro performance e dunque avviare un vero e proprio processo di apprendimento.

Ma non è tutto qui: quella che ci sembra già una gran conquista e che, nel bene e nel male, ci stupisce e ci affascina, va oltre al “semplice” processo di apprendimento che finora ritenevamo così legato alla nostra natura umana.

Ciò che è possibile fare per migliorare in modo sorprendente in poco tempo l’intelligenza artificiale è quella di sviluppare un processo di apprendimento collettivo, ovvero, come illustra il video che proponiamo, poter far acquisire a vari dispositivi l’apprendimento a cui ognuno è “arrivato”, di modo che tutti – appunto collettivamente – possano ripartire nel loro apprendimento da un livello di “saggezza collettiva”.

Processo che, per quanto possa riguardare in parte anche l’essere umano (impariamo anche dall’esperienza altrui, così come possiamo trasmetterci informazioni per migliorare le nostre azioni) va al di là di ciò che noi possiamo fare. Ovviamente, tutto ciò in un ambito che non richiede immaginazione o creatività, le quali – almeno per il momento – sembrano rimanere nostra prerogativa.
Qualcosa, quindi, dalle grandi potenzialità, che fa prospettare grandi cambiamenti per un nostro futuro neanche molto lontano.

Alessandra Buschi