Che genere di serie tv è Black Mirror?

Quando nel 2012 ho visto la prima stagione data in Italia di Black Mirror, sono rimasta praticamente scioccata.
Positivamente scioccata, tant’è vero i primi sei episodi, mandati in onda quella volta su Sky fino al febbraio del 2013, sono rimasti registrati nel mio MySky fino a un paio di anni fa, quando alla fine ho dovuto cambiare decoder e purtroppo li ho persi.

Ad ogni modo, la sensazione di smarrimento che avevo provato guardando la prima stagione di Black Mirror mi è comunque rimasta.
Una sensazione davvero insolita per la verità, un mix che davvero non saprei descrivere.
Ricordo che allora, se cercavo di spiegare a qualcuno di cosa trattasse Black Mirror, non riuscivo a trovare le parole giuste per definire quegli episodi, ognuno un vero e proprio film a se stante di lunghezza variabile, le cui trame e ambientazioni mi avevano davvero destabilizzata e stupita molto.

black mirror

In effetti, definire il genere di una serie come Black Mirror mi resta tuttora difficile, anche oggi che ci dovremmo essere “abituati” alle situazioni paradossali che il suo ideatore e sceneggiatore, Charlie Brooker, continua inaspettatamente a immaginare stagione dopo stagione, ma che (e qui sta il bello) sono tutte potenzialmente possibili, nel presente o nel nostro immediato futuro, legate una all’altra da quel filo sottile che è il progredire delle nuove tecnologie, il nostro modo di vivere e quello della nostra società.

Quando cercando notizie in rete su Black Mirror ho notato che su Wikipedia il genere a cui viene attribuita la serie è davvero molto… particolare, ho pensato che la sensazione destabilizzante che avevo provato non era soltanto mia.

“Fantascienza, drammatico, satira, distopico, thriller, antologico”, si legge infatti su Wikipedia.
Un mix di generi quindi davvero complesso, che in effetti rispecchia, tutto insieme, quello che sono gli spaccati di vita, cultura e società raccontati da Black Mirror, oggi arrivata alla sua quarta stagione e trasmessa da Netflix.

Ho pensato che forse anche quel qualcuno che si era occupato di compilare la scheda per Wikipedia aveva provato la mia stessa difficoltà. Niente a che vedere con un Grey’s Anatomy, facilmente catalogabile come genere “drammatico, medico” o un Sex and the city, ovviamente “commedia, sentimentale, drammatico”, ma qualcosa di così sfaccettato che aveva bisogno di essere segnalato sotto molti generi.

Sarebbe interessante (ma anche da pazzi) andare a vedere quante altre serie televisive trasmesse in Italia siano catalogate su Wikipedia sotto ben sei generi diversi…

Così, per curiosità, ne ho scorse alcune, ma neanche il mitico Twink Peaks, dato come “drammatico, thriller, horror, fantasy”, sembra eguagliare in complessità il genere di Black Mirror.

Che dire? In effetti, benché la loro chiarezza e schiettezza sia evidente, è talmente difficile spiegare di cosa raccontano i diciannove episodi dati finora in Italia di questa miniserie…

Di sicuro qualcosa che va a toccare molte corde, da quelle che riguardano la nostra paura per il futuro più vicino a quelle che riguardano il nostro straniante presente. Qualcosa che potrebbe essere definito piuttosto agghiacciante, senza un briciolo di speranza…

La serie può essere particolarmente interessante per chi è appassionato di informatica, intelligenza artificiale e robotica. I vari episodi, girati come dei brevi film a se stanti, sono infatti incentrati sull’impatto delle nuove tecnologie sulla nostra vita.

Il taglio di quasi tutti gli episodi è decisamente critico, il futuro descritto spesso minaccioso e angosciante. Black Mirror è una raccolta di “anti-utopie”, si potrebbe dire. Se alcuni episodi descrivono un futuro plausibile, quantomeno in alcuni aspetti, quasi tutti utilizzano la narrazione al futuro come espediente per estremizzare problematiche decisamente attuali.

Proiezioni futuristiche di temi che già oggi ci troviamo a dover affrontare. Spogliando la serie del suo sottofondo d’ansia e violenza che tanto sembra piacere al pubblico statunitense, ci si ritrova di fronte a delle tematiche veramente attuali che l’immaginazione artistica dei registi è riuscita a trasmettere in modo efficace a un pubblico molto vasto.

A conclusione, posso solo dire che, a qualsiasi genere televisivo si possa far risalire Black Mirror, se non addirittura etichettarlo come genere a sé, Black Mirror va guardato.
Non chiedetemi il motivo, ma va guardato.

Alessandra Buschi