La sfida tra i social network per coinvolgere i teenager

È già da un po’ di tempo che se ne sente parlare: Facebook non piace più ai giovani, neanche in Italia.
Un calo di interesse per i grandi social che, studiando i dati raccolti negli ultimi anni, sembra infatti evidente per quanto riguarda le nuove generazioni e che coinvolge in modo particolare quello lanciato nel 2004 dall’ormai famoso ex studente dell’Università di Harvard, Mark Zuckerberg, e che in brevissimo tempo ha saputo conquistare le preferenze di una larga fetta di utenti della rete.

social network teenager

Una questione che, dati alla mano, non riguarda un minor utilizzo dei social da parte dei giovani, bensì l’incremento dell’utilizzo di adolescenti e pre-adolescenti di altre piattaforme rispetto a Facebook, luogo in cui sembrano invece sapersi ancora muovere bene quegli utenti che erano giovani al tempo della sua apertura, ma che adesso, a distanza di anni, più tanto giovani non sono.

L’interesse della fascia degli adolescenti si è infatti spostato verso social quali Instagram – di proprietà comunque di FacebookTikTok, YouTube, Snapchat, anch’esso ideato da un gruppo di studenti statunitensi, ma stavolta dell’Università di Stanford nel 2011.
Sebbene Facebook continui a essere comunque il social media più utilizzato a livello mondiale, il dato degli utenti adolescenti non sembra voler crescere, ma anzi decresce di qualche punto percentuale, situazione che potrebbe creare parecchi grattacapi ai vertici di Facebook.

I teenagers, infatti, rappresentano per un social un segmento prezioso, in quanto consentono a questo di “rimanere giovane”, alla moda, attrattivo. Una perdita di attività da parte dell’utenza più giovane, quindi, è per Facebook motivo di preoccupazione e determina la scelta di nuove strategie per migliorare la propria immagine. Sebbene infatti gli adolescenti rimangano comunque iscritti al social, sembra che vi accedano sempre meno e sempre meno lo utilizzino.

Da qui, la necessità per Facebook e comunque per tutti i social, di indagare su quale sia il modo migliore per coinvolgere maggiormente questa fascia di target, contrastando così quel calo di interesse che mette a rischio l’immagine del social.

Ciò che oggi infatti si sta analizzando è anche l’aspetto che riguarda un cambiamento nel comportamento dei giovani consumatori, i quali, sebbene rimangano la fascia di utenza più attiva sui social, sembrano provare maggior attrazione non tanto alla portata di un canale, bensì a una comunicazione più allineata alle loro esigenze, diversa da quella che sembra invece ancora interessare un’utenza più attempata, affezionata a Facebook da più tempo.

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