Self-editing: è uno sporco lavoro ma qualcuno deve farlo per forza!

“Scrivi tutto, poi cancella quasi tutto”, diceva Anton Čechov.

Se lo diceva Čechov e lo diceva anche un certo Hemingway, che addirittura definiva “una merda” la prima bozza di ogni cosa, puoi sentirti libero di scrivere tutto, ma proprio tutto ciò che ti salta in mente. Per cancellare ci sarà tempo.

self editing

Quando si scrive è necessario lasciarsi andare ai pensieri così come vengono, senza fermarsi, perché chi si ferma è perduto! Se abbiamo la pretesa di scrivere subito nella forma più corretta, quella definitiva in sostanza, stiamo pur certi che il nostro foglio rimarrà miseramente bianco.

A ben pensarci, la bozza equivale all’unico momento nell’intero processo di scrittura in cui siete liberi di scrivere senza badare alla forma né a nessun’altra regola di bon ton stilistico, ammesso che ne esista uno. E’ anche l’unico momento in cui potete dare sfogo alla più illogica e perturbante ispirazione poetica!

Rileggendo la vostra bozza, ci sono buone probabilità che la pensiate come Hemingway. Ma non importa, perché i concetti li avete messi nero su bianco e questo è ciò che conta. Ora non dovrete fare altro che trasformare il bruco in farfalla.

Ma come? E’ qui che entra in gioco lo sporco lavoro dell’editor!

Cos’è il self-editing

La fase dell’editing spesso consiste in una vera e propria riscrittura, altre volte invece si tratta solo di limare, trovare le parole più appropriate per esprimere un concetto, snellire le frasi, spostare i paragrafi per dare maggiore coerenza e così via.

Il self-editing di cui parliamo è quello che ognuno di noi deve fare prima di sottoporre la bozza a una casa editrice (nel caso di un romanzo) o prima di pubblicare un testo sul web.

Ecco dunque una serie di spassionati consigli per imparare ad auto correggere la propria scrittura e trasformare delle ingarbugliate bozze-bruco in armoniosi testi-farfalla!

1. Guarda all’insieme (editing a grana grossa)

Butta un occhio alla struttura complessiva della bozza e poi fai una prima revisione dei contenuti, concentrandoti su una parte alla volta:

  • L’introduzione aiuta davvero a introdurre l’argomento?
  • Nei vari paragrafi ho espresso i concetti in modo incisivo? Ho collegato in maniera logica il paragrafo alla fine di quello precedente e all’inizio di quello successivo?
  • Ho scritto una conclusione a effetto? Ho riformulato il punto focale in maniera inaspettata? Usando, ad esempio, un tono diverso o un esempio illuminante che sintetizza e, nello stesso tempo, lascia aperto il campo ad altre possibili interpretazioni?

2. Elimina senza pietà

L’editing a grana grossa prevede anche l’eliminazione di tutto ciò che non è essenziale e che non dà forza alla tua argomentazione. Perciò non affezionarti troppo a ciò che scrivi, perché capiterà spesso di dover sacrificare concetti di per sé ben scritti ma che risultano superflui o, peggio ancora, distraggono dal messaggio principale.

Con una certa dose di spietatezza, radi al suolo tutto ciò che appesantisce il testo: snellisci i paragrafi, cancella inutili ripetizioni, crea un insieme coerente tra le singole frasi, colloca i vari elementi nell’ordine giusto.

Insomma, adotta la cinica mentalità dello scrittore: “meno è meglio”.

3. Concentrati sulle parole (editing chirurgico)

Quante parole stai usando per esprimere coerentemente un concetto che in realtà potrebbe essere tranquillamente espresso in modo molto più conciso? Pensiamo che questo concetto debba essere sottolineato. Chiaro no?

Inoltre…

  • usa frasi come “per quanto riguarda” o “pensiamo che” solo quando servono a legare parti di testo
  • non dire “nonostante il fatto che” quando puoi dire “sebbene”
  • liberati serenamente degli avverbi gratuiti
  • scegli verbi espressivi perché creano immagini più vivide nel lettore: anziché dire “Osserva la struttura complessiva della bozza” prova con “Butta un occhio alla struttura complessiva della bozza”

copywriting persuasivo

4. distaccati dal testo

Il rischio più grande che corri con il self-editing è quello di assuefarti a ciò che hai scritto. E’ probabile che a forza di leggere il testo tu lo abbia imparato a memoria, cosa che non aiuta per niente a stanare gli errori o a cogliere il senso complessivo. In altri termini, la nostra mente abbassa il livello di guardia in quanto sa già cosa aspettarsi.

Ecco qualche trucchetto per scongiurare tale rischio:

  • Lascia passare un po’ di tempo tra la bozza e l’editing
  • Fai leggere il testo a qualcuno che non sia tu!
  • Leggi ad alta voce cercando di immedesimarti nel tuo lettore: sentire il ritmo delle frasi ti aiuterà a correggere la punteggiatura e a migliorare la fluidità del testo
  • Inganna la mente leggendo il testo in ordine sparso: a ritroso o saltando da un paragrafo all’altro. In questo modo sarà più facile scovare errori grammaticali, ortografici, di battitura, ma anche parole fuori posto o un avverbio che ti è accidentalmente sfuggito!

5. L’umorismo arriva alla fine

Dopo aver editato a grana grossa e chirurgicamente, dopo aver letto ad alta voce e in ordine sparso, dopo aver eliminato le parole mostruose, sistemato i tempi verbali e controllato gli spazi tra una parola e l’altra (!), se ti rimane qualche energia spendila per… riderci su!

Hai capito bene. Rileggi un’ultima volta il testo assumendo un’aria vagamente dissacrante. Se necessario prenditi un po’ in giro, ma di sicuro non prenderti troppo sul serio. Enfatizza il lato comico delle cose, cogli gli aspetti paradossali e trasformali in umorismo intelligente, inventa analogie divertenti, spezza la monotonia con un improvviso colpo di scena, sperimenta, cambia tono, aggiungi un pizzico di follia e infine mescola il tutto!

N.B. Abbiamo spudoratamente sfruttato quest’ultimo consiglio per creare una conclusione a effetto (vedasi punto 1), o almeno ci abbiamo provato.

Emanuela Perozzi per Web Crew