Pagine con lo ‘scroll’ o senza? Il dubbio amletico del web designer

Agli inizi della grande diffusione di internet, lo scrolling era considerato come una cattiva scelta nella costruzione di una pagina web. In effetti, non ha tutti i torti chi afferma che in qualche modo si era creato un tabu che poteva avere diverse spiegazioni sensate ma nessuna realmente sufficiente. Certo, ciò che appare nela prima pagina o nell’intestazione influisce sull’utente molto di più di tutto il resto e la cosa poteva avere un senso particolarmente accentuato ai tempi in cui internet era fondamentalmente uno spazio testuale.

dubbio

L’evoluzione dei linguaggi di programmazione ha però cambiato radicalmente le cose e l’introduzione di CSS ha incoraggiato la distribuzione nella pagina web di contenuti cangianti e grafici. Il web design, forte di queste innovazioni, ha cercato in molti modi di scalzare il tabu di cui sopra, riuscendoci appieno negli ultimi cinque anni; periodo che, come ben sappiamo, è invece caratterizzato fortemente dallo scroll: la struttura dell’homepage di Facebook lo dimostra chiaramente.
Attualmente, dunque, il comportamento dell’utente è soprattutto quello di sbirciare cosa si nasconde sotto la pagina principale per capire quali contenuti siano realmente disponibili nel sito: è difficile dire se si tratti, però, di un comportamento indotto dalla mutazione del design o viceversa. Certo è che di fronte alla pantagruelica mole di informazioni, spesso generate dagli utenti stessi, di cui è fatta la rete, lo scroll appare come una soluzione estremamente più efficiente rispetto ad una divisione per pagine tematiche.
Non ultima, la diffusione esponenziale dei dispositivi mobili e il responsive design hanno praticamente imposto l’uso dello scroll nel web design, oltre a trasformarne l’azione in un gesto reale che trasmette un senso piacevole all’utente: un po’ come girare le pagine di un libro.

Molte ricerche si sono avvicendate in questo campo, soprattutto nel tentativo – riuscito – di far cadere il mito secondo cui gli utenti non apprezzano questa caratteristica grafica.
Tuttavia non mancano anche le critiche: una ricerca del 2009 ad esempio, il cui scopo era verificare la relazione fra la capacità di apprendimento dei contenuti e la distribuzione grafica degli stessi, ha concluso che lo scroll riduce sensibilmente la comprensione degli argomenti complessi da parte dei lettori. Ciò rischia di riflettersi, allora, in una riduzione della complessità dei contenuti e forse in una omologazione degli stessi.

È molto difficile affermare in termini assulti quale elemento sia meglio di un altro. Se non altro, si può giustamente osservare che il gusto attuale degli utenti e l’uso di differenti dispositivi per visualizzare le pagine impone in maniera piuttosto marcata l’implementazione dello scroll. Il fatto che Apple abbia progressivamente abbandonato la stessa scroll bar conferma che per la maggior parte degli utenti questa azione è tanto ovvia da non richiedere elementi grafici che la richiamano.