L’importanza di CTR e tempo di permanenza (Dwell time) per la SEO

CTR: l’acronimo che indica il Click Through Rate, che in italiano potrebbe essere tradotto con “percentuale di click”. Un tasso che indica, ad esempio, la percentuale di click generata da una campagna pubblicitaria in rapporto alle visualizzazioni totali ottenute e che può dunque considerarsi un indicatore di performance, in quanto permette di misurare l’efficacia di una campagna pubblicitaria online in base a quante volte un annuncio a pagamento, un banner, un link vengono cliccati dagli utenti della rete.

Un segnale quindi importante per verificare l’efficacia di una campagna pubblicitaria e per mettere a punto strategie utili per quanto riguarda l’ottimizzazione SEO di un sito per migliorarne il posizionamento nei risultati dei motori di ricerca, ovvero per tutte quelle attività che riguardano la SEO.

Un indicatore che, assieme al tempo di permanenza dell’utente su una pagina, sono alla base di Rank Brain, l’algoritmo rilasciato nel 2015 che Google utilizza e che è diventato sempre più importante per le query di ricerca.
Un sistema di apprendimento automatico, quindi, che si concentra sia sulla percentuale degli utenti che cliccano sul risultato (Click Through Rate) e su quanto tempo l’utente passa sulla pagina, ovvero il “tempo di sosta” (Dwell Time), due importanti indicatori che consentono a Google di posizionare i risultati in base al modo in cui gli utenti interagiscono con le loro ricerche.

Il posizionamento sulla pagina di ricerca Google è dunque conseguente all’analisi di questi comportamenti effettuata dall’algoritmo Rank Brain.
Come funziona? Molto semplice: una volta avviata una ricerca con Google, se un determinato risultato ci sembra interessante e vi clicchiamo sopra, Rank Brain prenderà nota. E prenderà nota anche se dalla pagina in cui siamo entrati usciremo subito dopo, cliccando un altro risultato. La deduzione è semplice: se passiamo molto tempo su una pagina, probabilmente il suo contenuto ci piace, e se molti utenti si comportano come noi, Google farà il modo che sia più facile da trovare, facendogli scalare le Serp.

Una tecnologia di machine learning, ovvero che utilizza un sistema di intelligenza artificiale che aiuta quindi Google a elaborare e a ordinare i risultati di ricerca basandosi sull’interpretazione dei comportamenti degli utenti riguardo le query, e che sempre più si è affinata nel tempo grazie ai passi avanti fatti dagli studi sull’intelligenza artificiale, tanto da far diventare attualmente Rank Brain uno dei fattori di classifica più importanti.

Alessandra Buschi