Huawei, Vivo e Oppo. Il made in China oggi è hi-tech

Circa dieci anni fa sono stato a Pechino per una settimana, e per sei giorni su sette il cielo è rimasto costantemente grigio. Grigio, non nuvoloso. Coperto da una cappa di fumo e smog quasi asfissiante.
Scoprii che a Pechino vedere il sole era una cosa affatto scontata. Solo l’ultimo giorno la cappa si aprì leggermente. Giusto il tempo di un rapido saluto al sole, si richiuse dopo poche ore.

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Lessi su un giornale la traduzione di un’intervista ad un politico importante del tempo che diceva qualcosa del tipo: “A noi interessa nulla della questione ambientale. L’occidente ha fatto lo schifo per secoli, ora è il nostro turno”. Non proprio così, ma il senso era questo.

I cinesi poi, con mia grande sorpresa, sputano a terra nei ristoranti, fumano e spengono i mozziconi sul tavolo. Sul tavolo proprio, non nei posacenere. O almeno così facevano una decina di anni fa.
Cose che, devo dire, mi fecero parecchio strano.
Ma oltre questa coltre di fumo fu facile intravedere che le diversità della Cina erano tante e profonde. E non necessariamente negative. Perchè, ad esempio, i cinesi scrivono e disegnano allo stesso tempo. E sono atei, fondamentalmente. Cosa che avrebbe sicuramente interessato Max Weber.

Una recente ricerca di Strategy Analytics restituisce alcuni dati (si tratta comunque di stime) molto interessanti sul mercato degli smartphone nel terzo quadrimestre 2016.
Il più evidente è sicuramente che Apple domina incontrastata la classifica degli utili operativi del settore: 8,5 miliardi, il 91% del totale. Il secondo è probabilmente che rispetto allo stesso quadrimestre dello scorso anno gli utili complessivi sono in calo (erano 13,5 miliardi).

Ma quello su cui forse è bene soffermarsi un momento è il resto della classifica. Anni luce dopo Apple, ma comunque al secondo, terzo e quarto posto, ci sono tre aziende cinesi: Huawei, Vivo e Oppo.
Huawei quindi è la prima azienda per utili nel terzo quadrimestre 2016 tra chi produce smartphone Android. Ed è anche la terza azienda produttrice di smartphone al mondo, dopo Apple e Samsung.

Che sta accadendo? Che dei colossi delle telecomunicazioni cinesi, ricchissimi ma che nessuno conosceva da noi, sono entrati nel mercato degli smartphone. Un mercato ad alta visibilità pubblica.

Che la Cina sarebbe diventata una grande potenza economica lo sappiamo tutti da anni. Ma poi di fatto l’immagine pubblica commerciale della Cina è rimasta a lungo nascosta. Grandi partecipazioni e acquisizioni di aziende occidentali hanno sicuramente fatto scalpore, ma i brand sono rimasti spesso europei o americani.
La Cina visibile ha invece ‘invaso’ Europa e Stati Uniti con una serie di prodotti a basso costo e spesso di bassa qualità. Comprare made in China significava spendere poco, ed acquistare robbaccia. Oggi non è più così.
Naturalmente, i prezzi bassi e i frequenti sconti proposti da Huawei sono ancora uno dei punti forti dell’azienda. Ma il mercato non più quello del ‘basso costo’, è l’hi-tech.

Il volto reale dell’economia cinese ce lo mostreranno proprio le aziende dell’hi-tech e, probabilmente, alcuni grandi siti cinesi che si affermeranno anche nei mercati occidentali, come Alibaba.

Questo cambio di immagine potrebbe essere molto importante per agevolare la percezione pubblica della Cina in Italia, una percezione che mi sembra molto falsata dai negozi e ristoranti di basso livello che pullulano nelle nostre città, oltre che naturalmente da una serie di pregiudizi e stereotipi.
Perchè la cosa interessante, penso, sarebbe iniziare a relazionarsi con la Cina senza troppi timori. L’Italia infatti ha storicamente delle ottime relazioni con la Cina, anche se il fatto non è esattamente noto a livello pubblico.

Avremo dei partner commerciali, comunque la pensiate, diversi dal solito.