HardyPress, la startup italiana per l’hosting WordPress. Intervista a Claudio Benvenuti

Claudio Benvenuti, consulente informatico e imprenditore toscano, è assieme a Stefano Verna (per conto di Cantiere Creativo), il fondatore di una interessante startup: HardyPress, un innovativo servizio di hosting per WordPress.
La startup ha appena terminato il percorso di accelerazione del programma Hubble di Nana Bianca, noto incubatore fiorentino.
Sempre interessati a tutto ciò che gira attorno all’universo CMS, gli abbiamo proposto un’intervista per approfondire le caratteristiche di HardyPress e per spiegarci per quale motivo ha oggi senso proporre al mercato un nuovo hosting per WordPress.

claudio benvenuti

Ciao Claudio, grazie per aver accettato la nostra intervista. Raccontaci qualcosa dei tuoi esordi…Da cosa nasce la passione per l’informatica?

Fin da bambino ho sempre avuto un debole per i giochi “scacciapensieri”, i primi antenati delle console portatili, prima ancora del GameBoy. Parlo dei primi anni ‘80. Ogni dispositivo con un display e che si potesse accendere e spegnere con un pulsante mi destava curiosità. Questa passione è continuata negli anni passando dal mio primo pc (un i386) ai primi modem 28.8 kbit/s, fino a diventare, dopo gli studi, una professione. In quasi 10 anni di lavoro freelance come consulente informatico ho avuto modo di toccare con mano le più diverse tecnologie, senza mai stancarmi di imparare cose nuove.

Il tuo ultimo progetto è HardyPress. Vuoi presentarlo ai nostri lettori?

HardyPress è un particolare servizio di hosting che si prefigge l’obiettivo di liberare i webmaster degli oneri della messa in sicurezza, manutenzione e scalabilità delle installazioni WordPress, unendo i benefici di questo CMS – facilità di installazione e utilizzo – con quelli di un Generatore di Siti Statici, ovvero sicurezza e performance.
Il funzionamento di HardyPress lo pone ad un livello differente (tecnologicamente parlando) rispetto ad un normale servizio di hosting:
HardyPress permette di distribuire al pubblico una copia completamente statica del sito (puro HTML), mentre la parte dinamica (il server + php + database) viene attivata solamente a richiesta dall’editor al momento che devono essere effettuate modifiche al sito.

Il fatto di pubblicare online una copia statica (serverless) del sito permette di ottenere bassissimi tempi di latenza, quindi performance eccezionali, e soprattutto permette di non doversi più preoccupare dei continui aggiornamenti di WordPress e della sua relativa messa in sicurezza, con un evidente risparmio in termini di ore/uomo necessarie alla “manutenzione” delle installazioni.
Sul sito, “staticizzato” inoltre continuano a funzionare i classici servizi dinamici (ricerca, moduli di contatto).

Le caratteristiche funzionali di HardyPress lo rendono una soluzione ottimale per i siti “istituzionali” / “siti vetrina” e per la pubblicazione di “landing page” che, la maggior parte delle volte, contengono solo le pagine “Home”, “Chi siamo”, “Servizi”, “Prodotti”, “Contatti” e poco altro.

Siamo rimasti piacevolmente colpiti dal vostro approccio strategico a WordPress. Ci sembra che abbiate preso atto dei punti di forza di questo CMS che si è definitivamente affermato come standard di riferimento nel settore. Avete però anche cercato una soluzione concreta e innovativa per limitare alcune delle problematiche storiche della piattaforma. Siete pienamente soddisfatti dello sviluppo di HardyPress? Ci sono nuove funzionalità che prevedete di implementare in futuro?

Sì, siamo decisamente soddisfatti. HardyPress è nato come un piccolo side-project in meno di 80 ore di lavoro (notturno). Ad oggi invece è una piattaforma SaaS scalabile e mantenibile che desta molto interesse e già ospita centinaia di siti. Non potevamo aspettarci di meglio.
Ovviamente ci sono enormi margini di miglioramento. Dobbiamo affrontare un completo restyling grafico, lavorare sulla comunicazione, sull’usabilità, sul prodotto e mille altre cose.
Una ambizione personale sarebbe poi quella, nel futuro, di riuscire ad integrare la compatibilità con WooCommerce, un po’ come abbiamo già fatto per Contact Form 7.

Non dev’essere semplice convincere i gestori di siti web a lasciare gli hosting più noti presenti già da anni sul mercato. Come sta andando? Per quale motivo chi utilizza WordPress dovrebbe scegliere di passare ad HardyPress?

Non voglio assolutamente essere auto-referenziale, ma con i tradizionali servizi di hosting che utilizzavo prima ero sempre alle prese con varie problematiche: una volta un sito ha avuto un inaspettato picco di traffico e ha consumato tutte le risorse disponibili mettendo in ginocchio il server e tutti i siti ospitati, un’altra volta il sistema di caching è impazzito mischiando frammenti di siti diversi, un’altra ancora un aggiornamento della versione PHP sul server ha creato malfunzionamenti sulla metà dei siti dei miei clienti (che ovviamente mi hanno intasato le linee telefoniche per tutta la giornata).
Dopo aver realizzato il primo prototipo di HardyPress e avervi migrato la maggior parte delle installazioni ho tirato un enorme sospiro di sollievo. Una volta messo online il sito non c’era più nulla che potesse andare storto. Praticamente il sogno di ogni webmaster 🙂

Hai dei dati che puoi condividere con noi relativamente alle performance di un sito internet prima e dopo il trasferimento su HardyPress? Qualcosa che possa invogliare i nostri lettori a sperimentare la vostra piattaforma…

Più che le “performance” sono convinto che la vera “value proposition” di HardyPress sia da ricercare nel risparmio in termini di ore/uomo necessarie alla “manutenzione” delle installazioni.

WordPress attualmente copre quasi il 30% di tutti i siti internet esistenti, quindi si contano circa 100.000.000 installazioni nel mondo. Sfortunatamente circa 70.000 di questi siti vengono “hackerati” ogni settimana (https://premium.wpmudev.org/blog/wordpress-stats-facts/#security).

Il discorso è che se un webmaster non tiene aggiornata la propria installazione, la domanda non è SE verrà “hackerato” ma QUANDO verrà “hackerato”.

HardyPress permette una volta per tutte di mettere una pezza a queste problematiche. Una volta realizzato il sito, il sito resta online. Qualunque cosa accada!

Se tutti i siti che potessero essere serviti come statici, lo fossero veramente, probabilmente non ci sarebbero migliaia di siti “hackerati” ogni giorno.

Come mai avete candidato HardyPress al programma di accelerazione Hubble di Nana Bianca?

Perché avevamo un prototipo molto “figo” e funzionante. Avevamo avuto interessanti riscontri da tutte le persone a cui avevamo presentato il progetto ed era arrivato il momento di poterci lavorare a tempo pieno.
Hubble si è rivelato essere uno dei migliori programmi di accelerazione attualmente presenti sul territorio nazionale e abbiamo dunque deciso di candidarci. Fortuna vuole poi che NanaBianca abbia la propria sede di coworking a pochi minuti di bicicletta da dove abitiamo 🙂

Essere considerati da Nana Bianca una delle migliori startup italiane dev’esser stata una gran bella soddisfazione. L’ecosistema startup italiano è attualmente in grado di produrre giovani aziende di prim’ordine ma sembra ancora “indietro” rispetto ad altre realtà internazionali. Ci sono dei problemi particolari contro cui vi siete scontrati? Cosa si potrebbe fare di più per aiutare lo sviluppo delle startup italiane?

Si, è stata sicuramente una grande soddisfazione, anche e soprattutto perché sono stati i primi a cui ci siamo rivolti. Fino a pochi mesi prima non sapevo neanche cosa fosse un “pitch” e la prima volta che ho presentato quello di HardyPress è stato proprio al momento della selezione per Hubble.

Personalmente credo che anche in Italia ci sia spazio per le buone idee. Certo, la burocrazia e la pressione fiscale non incoraggiano particolarmente ad intraprendere il percorso dello startupper, ma credo ci siano un’infinità di piccoli/medi investitori disposti ad appoggiare chi si rimbocca le maniche e fa le cose con passione.