Le potenzialità di espansione dei business online in Italia

[Ripubblico un articolo scritto nel 2014. I dati a cui si fa riferimento sono decisamente vecchi. Le considerazioni, tutto sommato, possono essere ancora valide].

I dati, si sa, possono essere ingannatori, soprattutto quelli statistici. Spesso, ben lungi dal radicare idee e convinzioni nella realtà delle cose, i dati vengono usati come armi contundenti per atterrire i propri avversari. La propaganda fatta dati alla mano non ha nulla da invidiare a quella ideologica. Non dipende dai dati in sé, naturalmente, ma dal modo in cui vengono esposti e intesi.
Moralista acuto, il poeta romano Trilussa sintetizzava in un sonetto famoso la questione:

Trilussa - La statistica
Trilussa, La statistica.

Bisogna però anche dire che al di là delle questioni propagandistiche un dato è una certa realtà, un fatto, che si può intendere in molti modi. Ci capita spesso di deprimerci nel leggere i dati relativi all’utilizzo di internet che vedono l’Italia in fondo a tutte le classifiche europee; nelle classifiche siamo del resto quasi sempre in fondo a destra.

Oggi però, spinto dall’aria primaverile che abbraccia Roma in pieno gennaio, provo a leggere in controluce questi dati.

Dobbiamo capovolgere la classifica e leggerla al contrario

Ci spiega l’Istat che l’Italia nel 2014 è stato il quart’ultimo paese europeo per utilizzo regolare di internet, seguito da Bulgaria, Romania e Turchia. La media europea delle persone che hanno utilizzato internet regolarmente è stata del 78%, in Italia il 62%.

Un vero romano, uno di quello che può vantare le famose sette generazioni, mi chiederebbe subito: “Embè, e che ce frega?”. Il menefreghismo romanesco ha un suo nucleo di saggezza utile a comprendere il mondo che verrà. Tuttavia – così risponderei al verace romano – facciamo finta, almeno per oggi, che la percentuale di persone che utilizza internet quotidianamente possa essere effettivamente considerata un indice credibile del grado di avanzamento di una società. Facciamo finta, almeno oggi, che internet possa aiutare a migliorare le condizioni dei lavoratori e a diffondere preziose informazioni culturali. Se così fosse, il dato sull’utilizzo di internet potrebbe in effetti deprimere.

Il secondo dato che volevo sottolineare è relativo alle altissime percentuali di assuefazione da internet. Percentuali che fanno impallidire, credo, anche le droghe più efficaci.
I consumatori forti di internet, spiega sempre l’Istat, sono cresciuti di 25,5 punti percentuali nel 2014 rispetto al 2005 (arrivando nel 2014 al 36,5%). I non consumatori di internet sono invece diminuiti del 27,1% (nel 2014 erano scesi al 38,3%).
Sintetizza l’Istat:

Le generazioni giovani, nate con la Rete, la considerano un bene indifferenziato, una commodity, al punto che per loro “è data per scontata” e risulta quasi impossibile vivere senza di essa. Per le generazioni precedenti, gli immigrati digitali, il processo che porta all’uso della Rete è più lungo ma anch’esso irreversibile: una volta conosciute le opportunità i fenomeni di rigetto diventano trascurabili.

Il numero di consumatori di internet è in aumento e una volta che si inizia è difficile uscirne.
Ecco, adesso dobbiamo appunto capovolgere la classifica per renderci conto delle ampie potenzialità di sviluppo per chi oggi apre un business online rivolto agli italiani. La percentuale di italiani che utilizzano internet è destinata ad aumentare e poi a rimanere costante in virtù delle incredibili capacità d’assuefazione dello strumento. Molti altri dati, che non cito, spingono a pensare che tale aumento coinvolgerà anche il numero di italiani che acquisteranno prodotti e servizi o cercheranno informazioni commerciali sul web.
Letta al contrario la classifica sul consumo di internet può anche dirci che l’Italia è il quarto paese europeo per potenzialità di sviluppo dei business online.

Ciò mi spinge dunque a credere che chi oggi, ancora oggi, in altri paesi non è più così, riesce ad ottenere un buon posizionamento nel web nei prossimi anni potrebbe veder aumentare il numero di persone che si interesseranno a quel business. Non per meriti particolari ma semplicemente perché aumenteranno gli italiani in rete.

Resta vero che non è facile aprire un business online dalla mattina alla sera. Occorrono comunque dei prodotti o servizi validi da vendere ed una certa conoscenza del mezzo e delle dinamiche del marketing online. Lo spazio però c’è e non è troppo tardi per avvicinarsi alla rete, anche per merito della lentezza italiana a colmare il digital divide.